lunedì 18 novembre 2013

Cime di Varicla (traversata integrale "S/N")

Non me ne vogliate ma la traversata tra la Cima Moren, le tre Cime di Varicla e il Pizzo Camino l’annovero tra le più misteriose di tutte le Prealpi Orobiche.
“E’ quel tratto di cresta che va dalla Forcella del Camino alla Cima Moren, separando la Foppa di Varicla ad E dalla Foppa del Negrino a O. Prendono il nome dalla Conca che si stende alla base della loro parete orientale e vengono designate dagli alpinisti partendo dalla Cima Moren come, Prima Cima di Varicla, Seconda Cima di Varicla e Terza Cima di Varicla che i vecchi valligiani designano anche come Cima della Volpe. La vicinanza del più elevato Pizzo Camino e la conformazione delle alte pareti a placche e rocce erbose, solcate da canali, offrono scarso incentivo alla salita che più comunemente viene compiuta per cresta dal Pizzo Camino (quella che potete ammirare in questo album, nda)”.
Un grazie a "Luca Ricu" per aver scattato dalla vetta della Cima Moren alcune di queste spettacolari fotografie.
P.S. Il passaggio tra la Cima Moren e la Prima Cima di Varicla è abbastanza cattivello. Dico ciò poiché lessi da qualche parte che il collegamento era “facilmente abbordabile”.
 Con me, super Filippo.
UPDATE settembre 2015.
A quanto pare la traversata è stata tutta bollata [blu] e attrezzata con spit. Io e Filippo l'abbiamo fatta praticamente in libera e le difficoltà, naturalmente, erano ben superiori.
Era una traversata "selvaggia" e, ahimè, non lo sarà più...
 
 
Qualcuno su qualche pubblicazione scrisse che la traversata non era difficile.
Ebbene, non è assolutamente vero!
In questo scatto la Prima Cima di Varicla con la nostra linea di salita.
L'ambiente è alquanto severo...
 
 
First step.
Dalla vetta della Cima Moren, prima vetta della lunga cavalcata, la Corna delle Pale (dx), le Corna di San Fermo e Corni del Negrino...
 
 
Poco oltre la Cima Moren impegnati durante la discesa d'un infido canaletto.
URKO DIAZ viene già giù tutto...
 
 
Cime di Varicla e Pizzo Camino in versione aerea.
Decisamente la traversata più importante e impegnativa di tutto il gruppo del Camino...
 
 
Puntiamo diritti verso il cielo.
Il primo spettacolare tirello alla "Prima di Varicla" -Cima Sud-.
Roccia bella in questo tratto.
Ma durerà poco!
 
 
Piccolo e inconsueto (molto inconsueto) scorcio su Schilpario dall'ardito mondo di Varicla...
 
 
Ripresi dall'alto durante la delicata scalata.
Qui abbiamo optato per un paio di tiri di corda: tratto inferiore, qui visibile, e tratto superiore non visibile. Roccia "un po' così".
Coooool cacchio che il passaggio tra la Cima Moren e la Prima di Varicla è facile!
 
 
All'uscita di un delicato traverso di nuovo su, tramite ripidissimi e disagevoli... "pratun"!
Alle mie spalle però... il baratro...
 
 
L'unico chiodo trovato durante la lunga cavalcata.
Poco prima, secondo noi, un bel passo di IV° fortunatamente su roccia "stagna" però tutto bello -o brutto decidete voi- da proteggere.
Anche con i denti...
 
 
Scatto fatto da Luca dalla Cima Moren.
In lontananza due strani puntini si godono la Prima di Varicla (Cima Sud)...
 
 
La lunga cavalcata continua.
Ultimi (facili) metri alla Seconda Cima di Varicla...
 
 
Uno sguardo alla "panciuta" Corna delle Pale dalla Seconda di Varicla...
 
 
Vale attaccarsi con tutto, pure con gli incisivi i canini, premolari e molari...
 
 
In vetta alla Seconda Cima di Varicla (Centrale) e catturati -sempre da Luca- dall'ormai lontana Cima Moren...
 
 
Il Pizzo Camino dall'ultima Varicla.
Poco oltre il sassone in primo piano in basso una doppia e poi... bon!
 

martedì 12 novembre 2013

Cima d'Avert (Cresta Meridionale)

Friday 1st november 2013.
Da tempo l’avevo inserito nella mia PAZZA e personale “lista dei desideri”.
Forse l’ultimo desiderio di questo interminabile e indimenticabile 2013.
Pertanto, carissimi Amici, benvenuti sul frastagliato e articolato crestone d’Avert che parte dal Pizzo Castello (2082) e termina sulla Cima d’Avert (2616) passando per le “rarissimamente visitate” quote 2166, 2344 e 2555.
Pochissime informazioni lo descrivevano, praticamente nessuna, e riuscire a “metterlo in saccoccia” con le condizioni di sabato 1 novembre 2013 è stata una soddisfazione dannatamente UNICA. Peccato per la nebbia che ha reso i panorami pressoché nulli anche se, visto il baratro che avevo sotto i piedi, non tutti i mali vengono per nuocere.
Non chiedetemi dei gradi ma secondo me alcuni passi sfiorano il III° (molto II° esposto).
Roccia pressoché brutta e passi delicati, resi infidi dal terreno “slozzo”, sono state l’essenza di questo nuovo piccolo/GRANDE sogno realizzato.
Che sia giunto il momento di staccare un po’ la spina?
All’Orobia l’ardua sentenza.
P.S. Anche in questo caso l’invito è di percorrere questo itinerario con uno spezzone di corda. La sicurezza prima di tutto… non fate come il sottoscritto.
Con me, anche stavolta, soltanto io…
 
 
Strani spettri mi perseguiteranno il sonno per un paio di giorni.
Incubi di roccia "precipite" torneranno in auge durante le turbolente nottate.
Sono a metà cresta quando m'accorgo d'essere inseguito da ombre bizzarre.
Spettro di Brocken, uno dei più belli e rari che abbia mai visto!
 
 
Il frastagliato crestone d'Avert con i marciotti torrioncelli da superare con cura (freccia rossa) e la vera Cima d'Avert (freccia verde).
L'attacco si trova totalmente sulla destra dello scatto.
Lunghetta la storia...
 
 
Sandy dai mille colori... mille colori dei fiori... con i fiori tutti i cuori gioiranno insieme a te.
Olé!
 
 
Sono solamente all'inizio ma l'estenuante cresta si mostra subito interessante.
Esile, delicata ed esposta. Figata; peccato che da qui in poi sarà solo nebbia.
Grazie "escursionista anonimo" per lo splendido scatto!
 
 
Minaccioso “menhir” numero uno tutto bello da scalare. Debbo capire da dove però.
Adesso sono realmente solo con me stesso e il tempo tende a peggiorare rapidamente.
HelpMe!
 
 
In questo universo roccioso c'è spazio solamente per un gioco: la fantasia...
 
 
Il giorno degli spettri di Brocken.
Oggi mi sono reso conto che anche la nebbia in determinate condizioni ha un senso.
Secondo spettro... bellissimo e di rara intensità!
 
 
Verso il basso… il BARATRO celato da un'atmosfera propria dei film horror.
Meglio guardare verso l'alto.
Forse è peggio.
Roccia bastarda in questo tratto.
Rifletto e… mi concentro. Mi sfiora l’idea della rinuncia.
 Faccio solamente dieci metri in discesa e poi inconsciamente torno a salire.
Abbandono l'idea della rinuncia.
Sono in balia delle emozioni e senza rendermene conto mi trovo a scalare l’ennesimo torrioncello.
Le scarpette annaspano, il terreno è "slozzo" e la fiducia ha un sol nome: “santi appigli”.
Sul 99% del crinale è assolutamente vietato sbagliare.
 Meglio alzare le antenne…
 
 
Elegantissimo “menhir” numero due bello da scalare ma estremamente brutto da discendere.
Col cacchio che qui è solo un II°.
Esposizione da panico!
 
 
Una piccola apertura; la giusta ricompensa dopo molta fatica.
Quasi non credo ai miei occhi ma, ahimè, durerà poco.
Ho come la sensazione d'essere sospeso tra l'inferno e il paradiso.
E' tardi e le giornate ormai sono cortissime.
Formatto il cervello e riparto. Altri passi impegnativi m'attenderanno al varco...
 
 
Cima d'Avert.
ESULTO!
Dovrebbe essere uno dei balconi più belli sui “Giganti delle Orobie” ma la nebbia di oggi non lascia scampo. Ho un’idea.
Mangio una “air action Vigorsol' e SOFFIO...
 
 
MINKIA, aveva ragione la pubblicità.
Questo è il risultato.
SPETTACOLO!
In realtà... scatto fatto da "io" il primo settembre 2010. Quel giorno ero salito dalla "normale" nettamente più facile della cresta Sud.
Bellissimi i "Giganti orobici" da quassù!
 
 
Una giornata speciale deve terminare con un incontro speciale. "
Ricordi, gli dico, c'eravamo visti settimana scorsa?
"M'ankulèt"... mi risponde!
 
 
Splendidi e intensi colori autunnali dipingono le Baite di Redorta.
La discesa sarà lunga e spossante ma la consapevolezza d'aver realizzato un altro piccolo desiderio cancella ogni fatica...
 
 

venerdì 1 novembre 2013

Il "Tacchino dei Sogni"

…vale a dire la prima tranche dello “Sperone Basso” del Pizzo di Redorta: dalla Punta Santa Maria alla Sella dei Secreti.
 Carissimi amici,
tramite codesto piccolo viaggio fotografico riscopriremo una delle curiosità più bizzarre e meno conosciute delle Alpi Orobie.
Premetto che il “Tacchino dei Sogni” non è un termine inventato dal sottoscritto ma esiste realmente nella storia dell’alpinismo delle Alpi Orobie. E’ una “piccola tacca” che divide il Monte Bello (Punta di S. Maria) dall’inizio della prima lunga parte dello Sperone Basso del Redorta laddove s’alzano due massicce ed estetiche sommità quotate 2590 e 2686.
Bene, abbiamo capito il perché di “Tacchino” ma il motivo “dei sogni”? Facile, perchè scalare la Punta Santa Maria e cavalcare la magnifica prima parte dello Sperone Basso è… un sogno! Ok, ok, quest’ultima citazione è frutto della mia mente bacata.
Una seria raccomandazione però: la cresta Est della Punta Santa Maria, ossia l’inizio della cavalcata, è costituita da un tratto abbastanza impegnativo da affrontare con estrema attenzione e inoltre la prima parte dello Sperone Basso non è assolutamente da sottovalutare. Un consiglio è di (ri)percorrere questo itinerario con uno spezzone di corda.
Poche informazioni ad oggi descrivevo questa nuova ‘A’vventura ricca di forti sensazioni e solitarie emozioni.

Il “Tacchino dei Sogni” è una stretta incisura basale dello “Sperone Basso” del Pizzo di Redorta, dominata verso occidente dalla bella piramide del Monte Bello (quest’oggi denominata anche Punta Santa Maria); mette in comunicazione l’alto vallone di Secreti con la V. Antica e di Avert. Il Monte Bello è il pilone basale dello “Sperone Basso” del Pizzo di Redorta individuato per le sue robuste e belle forme, arieggianti, viste dal Rifugio della Brunone. Dalla vetta si gode una bellissima vista istruttiva sui monti e sulle valli (cenni tratti da “Alpi Orobie” del 1957).
Con me… soltanto io…
E' mattina presto quando ci incontriamo.
Mi faccio suggerire alcuni "trick tips" per realizzare questo nuovo sogno ma mi sussurrano che non sarà facile.
In caso di riuscita, dicono, resterà indelebile.
Sarà così...

Dal laghetto di Avert il mio piccolo (GRANDE) desiderio, mutato in idea... quest'oggi divenuta realtà!

Dopo mille peripezie e un pochetto di PAURA posso finalmente URLARE... "From Punta Santa Maria... with love"! Non è stata semplice la salita. Passi esposti di almeno II° su terreno molto infido...


Molto, molto felice in vetta alla Punta Santa Maria.
Fisicamente mi sento bene perciò decido di proseguire fino alla Sella dei Secreti (ma non sarà tranquilla)...

Un passo decisamente esile e delicato m'aspetta durante la discesa dalla cresta "E" (in nessuna relazione era citato, mah).
Esposizione GRANDIOSA.
Lo ammetto, ero più concentrato in questo frangente che durante i tre giorni degli esami di maturità.
Vorrei chiudere gli occhi... ma forse è meglio di no!

L'immenso universo roccioso del Pizzo di Redorta. Semplicemente magnifico da questo straordinario balcone "precipite" da qualsiasi versante...


Il tratto impegnativo della cresta Est.
Bellissima la vetta da questa prospettiva e... che ambiente.
La linea di salita-discesa corre sull'esile spigolo di destra.
Non banale!

Impegnato sull'esile e delicato spigolo.
With a little help from my hand!

A picco [e zoomato] il laghetto di Avert.
Quanto cazzo vorrei essere la sotto... bello sciallato!

Il bizzarro, ripido e assai liscio PIODONE tra la Punta Santa Maria e la Quota 2590.
Anche questa è una primizia d'Orobia.
Ho da poco poco superato il "Tacchino dei Sogni" e il sogno si sta realizzando!

Dalla Quota 2590 appare così: slanciata, ardita ed elegante.
Ci sarà un motivo se l'hanno chiamata pure Monte BELLO!

URKO DIAZ (cit.).
Qui bisogna ragionarla su un attimo.
Tranquilli che si passa.
Ma se cado... muoio!

Ecco, giustappunto!
Passi affilati e d'aderenza che non scorderò per un bel po' di tempo. Tanto per dire la notte a venire avrò incubi precipiti.
Una piccolissima scivolata e sono fottuto!

Che magnifica torre.
Quasi quasi corro a scalarla!

E infatti!
Dalla vetta della torre, vedi scatto precedente, alle mie spalle solamente tanta bellezza...

Da una strettissima breccia tra la Quota 2590 e la Quota 2686 un'incantevole finestra naturale in direzione del "Simàl" (il punto più alto del Sentiero delle Orobie).
Mi concedo un paio di minuti e ammiro.

L'ennesimo torrione da scalare con estrema attenzione.
La cresta è molto articolata ed esposta e -ahimè- sono senza relazioni.
Mi affiderò all'intuito.
CHE AMBIENTE!

E' FATTA!
Dalla Quota 2686 l'articolato e ingaggioso tratto dello Sperone Basso da poco percorso!

Ok, ok, non è il massimo degli autoscatti ma rende bene l'idea di quanto ero stanco al termine della bellissima cavalcatona.
Fortuna che le difficoltà sono finite.
Olé!

La magia dell'autunno conclude una giornata indelebile.
Che annata meravigliosa questo 2013!