mercoledì 15 ottobre 2014

Pizzo Gro + Piccolo Gro e Torrioni del Gro

Ci sarà pure un motivo se il termine “Gro” rappresenta un luogo sterile e arido... spesso inospitale.
In effetti il gruppo è parecchio severo ma altresì singolare; un continuo susseguirsi di torri, piode, gande e torrioni che raffigurano una fortezza rocciosa di rara bellezza.
Senz’ombra di dubbio uno degli angoli più incantevoli e meno visitati di tutte le Alpi Orobie.
Ecco quindi l’idea di realizzare l’intero concatenamento del gruppo in giornata: Agneda (Sondrio), Val Vedello, Torrioni Orientali del Gro + Piccolo Gro + Pizzo Gro [propriamente detto] e Torrioni Occidentali del Gro con transito dal Passo del Salto e ritorno ad Agneda.
Una favola; un altro sogno realizzato… l’ennesimo di questo immenso viaggio dedicato alle Alpi Orobie.
“Massiccia montagna che ha il suo migliore e maggiore sviluppo sul versante valtellinese; su quello seriano, benché non sia la più alta è tuttavia la più evidente e meglio individuata delle vette sorgenti fra il Passo della Brunone e il Passo del Salto. Visitata assai di rado”.
La nostra traversata… indelebile.
“Dalla depressione (siamo poco oltre il Piz Cavrin Est), per il filo della cresta si salgono un primo, un secondo e un terzo torrione, separati da tratti pianeggianti e si arriva su un’anticima orientale, che un tempo si disse Piccolo Gro (pure oggi nda), nettamente tagliata da una spaccatura larga circa un metro (questa prima parte si aggira attorno al III).
Si può proseguire con una lunga calata a corda doppia per la liscia piodessa esterna, oppure, appoggiando appena sul versante opposto, seriano, si può entrare nella profonda spaccatura e scendere non agevolmente a raggiungere, per il corridoio basale della spaccatura, la depressione sotto la vetta alla quale si sale tenendosi sul versante bergamasco".
E' altamente consigliata la calata a corda doppia.
Giunti alla breccia -abbiamo appena scalato i tre Torrioni Orientali del Gro- attraverso una serie di traversi disagevoli spesso esposti, la spaventosa frana del 2001 ha letteralmente sconvolto la montagna, e per ultimo scalando una spaccatura obliqua con passi aerei di... boh grado (!), si giunge in vetta al Piz (o Pizzo) Gro.
Grandioso e istruttivo il panorama dalla cima.
Proseguendo poi verso il Passo del Salto l’itinerario diviene intrigante e assolutamente da non sottovalutare.
“Si scende dal monolite della vetta per una spaccatura obliqua di roccia sicura e si va con tutta facilità, fino a una elevazione, dalla quale la cresta continua quale ripida e affilata lama e scende a un intaglio. Da questo per rocce verticali, alquanto difficili, poi per lungo tratto pianeggiante di cresta affilata e, dal punto ove si origina un forte sperone verso la Valle del Vedello, s’imbocca un ampio canale che scende sul versante sinistro a un ripiano.
Di qui si riguadagna la cresta, larga e di grossi massi, per arrivare a una fessura-canalino molto ripida e povera di appigli, per la quale ci si cala a una cengia che adduce a un intaglio (consigliata una breve calata a corda doppia).
Si seguita con un leggero appoggio sul versante valtellinese [molto esposto] e poi per il filo e senza difficoltà fino alla Bocchetta dei Geroi”.
Scavalcata la Cima dei Geroi, quota 2500,  il passaggio al Passo del Salto diviene abbastanza semplice... ma cosa ve lo dico a fare.
P.S. La discesa dal Pizzo Gro al Passo del Salto non è assolutamente da sottovalutare.
Con me, vista la complessità (e lunghezza) dell’itinerario, il "Parimba”!


One step back.
Morto ma soddisfatto!
Il maestoso, intricato e severo gruppo del Gro con tutte le sue "perle" rocciose.
La nostra traversata... un sogno.

Il padrone di casa ci attende al varco.
Se il buongiorno si vede dal mattino!

Il Secondo e Terzo Torrione (che un tempo si disse "Piccolo Gro) Orientali.
StartDancing... inizia il bello!

La paretina un po' complessa e di roccia da "saggiare" d'appiglio in appoggio del II° Torrione Orientale.
I giochi si fanno interessanti, penso almeno III, e l'esposizione aumenta considerevolmente!

Dal Secondo Torrrione (Orientale) il Piz Gro appare quale meraviglia della natura.
Senz'ombra di dubbio uno degli angoli più belli dell'Orobia.
Quella selvaggia!

Tratti affilatissimi, delicati ed assai esposti.
Antenne alte.
C'è un po' di tutto quest'oggi.

La profonda e delicata breccia che separa il Secondo dal Terzo Torrione (Piccolo Gro).

In vetta al Piccolo Gro!!!
Finalmente... dreams come true.

Ready for the abyss!

Dalla vetta del Piccolo Gro il delicato tratto di cresta che si spinge fin verso la Cima Soliva ornato dai "Giganti delle Orobie".

Si può proseguire con una lunga calata a corda doppia per la liscia piodessa esterna, oppure, appoggiando appena sul versante opposto, seriano, si può entrare nella profonda spaccatura [eccola li alla mia sinistra] e scendere non agevolmente a raggiungere, per il corridoio basale della spaccatura, la depressione sotto la vetta alla quale si sale tenendosi sul versante bergamasco.
Qui è consigliata una bella calata a corda doppia.

Il colpo d'occhio gentilmente offerto dalla breccia che separa il Piccolo Gro dal Gro.
Scorci per pochi!

Passi spettacolari al limite del cielo.
Guai a chi mi dice che le Orobie non sono Montagne con la "M" maiuscola.

A picco... la perla "cobaltosa" del Lago di Scais.
Mamma mia che spettacolo!

Impossibile non soffermarsi ad ammirare.
Questo il colpo d'occhio che offre il Pizzo Gro (propriamente detto).

Fai un salto... fanne un altro... guarda in su... ehm...  meglio guardare in giù!

L'uncinata pioda inclinata del Gro.
Meraviglia della natura.

Sembra finita ma non sarà così.
Un'altra calata durante l'aereo "gioco" nell'universo roccioso dei Torrioni Occidentali del Gro.

Si seguita con un leggero appoggio sul versante valtellinese.

Le perle orobiche dal Lago di Scais.
Che giornata indelebile!

mercoledì 8 ottobre 2014

Torrione del "Salto Sud"

Terminate le difficoltà della lunga ma indelebile traversata del Tronella [per info vedi blog] il nostro sguardo s’affacciava dal precipite “Buco di Tronella”; il punto di maggior depressione che separa le maestose bastionate di Tronella e Mezzaluna e, guardando verso il basso, avevo scorto un ripidissimo canaletto pressoché a piombo sul laghetto Zancone.
Da parecchio tempo mi frullava in testa salirlo da quel versante e una relazione tratta dalla “bibbia delle Orobie” riferiva: si risale quel ghiaione che, restringendosi man mano, si trasforma in un ripido canale di mobili detriti che culmina al Buco di Tronella m 2158”.
D’altronde è risaputo che se asceso dalla Val Tronella il “buco in questione” è facilmente raggiungibile mentre dal Lago Zancone… mmm… boh (alias MinkiaBoh).
Da qui l’idea di visitarlo conquistando, perché no, pure la vetta del Salto Sud da una via alternativa.
Il “Salto Sud” -partendo da sud (!)- è il primo torrione elegante, snello e slanciato che sancisce l’inizio del verticale, severo ma magico mondo del Tronella.
Del salto Sud fino ad oggi si sapeva poco-nulla e salirlo dal Buco di Tronella s’è rivelata una piacevole sorpresa (cercando un po' dappertutto non avevo trovato nessun itinerario che descriveva la salita). Tutto nel limite del II° -un paio di passi forse più- anche se… un pochetto infido e molto esposto.
P.S. Il GPS con precisione praticamente perfetta segnava 2215. Abbiamo quindi anche la quota esatta del Salto Sud.
La grande (ri)scoperta continua!
Con me, stavolta, soltanto io…
 
 
L'imponente, contorto ma intricante gruppo del Tronella.
La freccia rossa indica il curioso nonché elegante "Salto Sud" mentre la freccia verde il "Buco di Tronella".
La linea rossa il mio itinerario (nel canale un paio di passaggi hanno richiesto attenzione)...
 
 
Al cospetto di un coloratissimo Lago Zancone durante l'erta risalita del canalino culminante al "Buco"!
 
 
Quasi impressionante il torrioncello del "Salto Sud" da questa prospettiva (dx).
E come ci salgo fin lassù.
Nuove emozioni m'attendono al varco!
 
 
Friend... of mine!
 
 
Dopo mille "barbatrucchi" finalmente raggiungo lo strano monolite che disegna la vetta del Salto Sud.
Gli ultimi metri saranno molto delicati ed esposti; 100 metri a sinistra... 300 a destra!
Vietato sbagliare!
 
 
From Orobia with LOVE!
 
 
Roccia decisamente SUPER -e meno male- durante gli ultimi espostissimi metri al cospetto della Punta Pio X.
Si saggia un appoggio... si carezza l'appiglio.
Sotto i piedi... il baratro!
 
 
Monumenti naturali di rara bellezza.
Ecco a Voi il gruppo del "Castello Incantato" da una prospettiva quasi unica!
 
 
Laghi Zancone e Trona dal Salto Sud.
Precipiti prospettive, impressionante il balzo che ci separa, che mi mancavano!
 
 
Nella crepa del "mostro dormiente" un pietrificato Alfred Hitchcock ammira il Lago di Trona.
Spettacolo!!!
 
 
Incontri ravvicinati che rendono la giornata indelebile...
 
 
Meraviglia di Val Tronella con l'omonima dighetta.
Un'altra giornata indelebile volge al termine...
 

mercoledì 1 ottobre 2014

Denti della Vecchia - Traversata da Nord a Sud

Benvenuti nel magico mondo “dove la roccia nuda trionfa con la verticale”.
Un solo aggettivo per descrivere questa nuova avventura: grandiosa!!!
Non uno ma ben cinque, anzi sei poiché il Quinto Dente è bifido, sogni realizzati durante una delle stagioni più entusiasmanti della mia mia vita.
La traversata da Nord a Sud dei cinque Denti è indubbiamente una delle classiche più impegnative ed emozionanti di tutte le Alpi Orobie; se poi il Primo Dente lo si scala unendo due vie: la Via delle Guide + Impossibile Florens (5c/6a) allora la cavalcata diviene, oltre che straordinaria, magica… indelebile.
Spigoli netti, roccia meravigliosa e super verticalità sono gli ingredienti di questa nuova e "gustosa portata” da assaporare tutta d’un fiato.
Qualche "consiglio per gli acquisti".
Gli itinerari che si trovano in rete, ma anche su libri pubblicati recentemente [spesso mi chiedo se quel tizio abbia realmente fatto ciò che ha descritto oppure abbia copiato relazioni precedentemente copiate da altre relazioni], sono poco chiari perciò mi sento di dare un paio di suggerimenti. Il primo è di salire al Primo Dente da una delle splendide vie che percorrono la parete “E”. I gradi non sono bassi, si parte dal V°+/VI°, ma la sicurezza è pressoché totale. Un po’ più ingaggioso e complesso risulterebbe salire al Primo Dente sfruttando il versante “W” che è pur sempre un bel III°-IV° grado ma tutto da proteggere.
Il secondo è di non fare un’unica calata di 30 metri per raggiungere la profonda breccia tra il Quarto e il Quinto Dente ma di farne due. Una prima di 10 metri (vuoto!) verso Est e una seconda, dopo aver fatto un facile traversino, di 20 metri verso “S”. Non conviene come ho letto da qualche parte farne una da 30 metri poiché porterebbe fuori dalla verticale della breccia tra il IV° e il V° Dente.
Sul libro del Saglio del 1956, la “bibbia” delle Alpi Orobie per intenderci, la traversata viene classificata come MOLTO DIFFICILE e questo la dice lunga sulle difficoltà che si possono incontrare durante la cavalcata.
Antenne alte perciò.

"E’ costituita da 5 denti dagli spigoli netti e dalle linee audaci, con un versante orientale dove la vegetazione s’inoltra fino all’inverosimile nel dominio delle rocce, tra canaletti sdrucciolevoli, cenge e terrazze erbose e con una muraglia occidentale di conglomerato, dove la roccia nuda trionfa con la verticale. Il Primo Dente o Dente Nord m 2033, da taluni chiamato Pan per una pretesa somiglianza con qualche forma di pane, si presenta quale piramide triangolare, ed è senz’altro il più ardito per la parete E verticale, per un lastrone N, un versante O più rotto e uno spigolo S che lo salda al Secondo Dente, il più elevato della costiera (m 2125). Il Secondo Dente, il più alto e dalla forma caratteristica di parallelepipedo, il Terzo e il Quarto Dente che formano il nucleo principale, si presentano a ponente con un bel muraglione di conglomerato solidissimo, alto c. 150 m; a levante hanno un aspetto ben più mite, essendo tale versante costituito da cenge e canali erbosi che interrompono i salti di roccia. Infine il Quinto Dente o Dente Sud m 2119, è dato da un cospicuo e ben delimitato torrione, che si affonda in quella selletta dalla quale si alza la cresta N della Cima di Piazzotti; viene chiamato dai valligiani “Filun del la Rocca” motivo per cui nella tav. 18 III SO dell’IGM si è adottata la forma di “Rocca di Pescegallo”.

Non uno, ma ben cinque sogni realizzati!!!
Con me super Yuri "Parimba".
P.S. Durante la traversata abbiamo sistemato tutte le soste/calate lasciando in loco un paio di chiodi e qualche cordino/kevlar.
Certo che questa (ri)scoperta ci sta costicchiando un po'!


La bellissima e severa rocca rocciosa dei Denti della Vecchia vista dalla Val Tronella.
Oggi potrebbe realizzarsi uno dei sogni che bramavo da parecchio tempo.
Ma... non sarà semplice!


Attention... trois, deux, un... FIIIT!


All'attacco delle vie del I° Dente.
Saliremo da qui. Via delle Guide + "Impossibile Florens".
 Per me... quasi impossibilissima!


Il terzo tiro... ben più sostenuto del secondo (5c).
Meraviglia delle meraviglie in questo piccolo angolo di paradiso...


Bella finestra sul dirupato nonché dirimpettaio versante Est del Tronella.
Quella meravigliosa [e severa] cresta l'abbiamo percorsa integralmente una decina di giorni prima!


Ed io che speravo di "giocare" con un -già di per sé impestato- IV°.
Tra 5c e 6a con esposizione semplicemente meravigliosa al cospetto del I° Dente.
Buff... buff!


Talora chiamato "Pan" per una pretesa somiglianza con qualche forma di pane.
Il I° Dente visto salendo al II°...


La Valle del Bitto di Gerola dal nostro balcone privilegiato.
Uno sguardo decisamente per pochi!


Spettacolare anche se ho già capito che oggi oseremo laddove osano le aquile.
Ricordate la descrizione? "Dove la roccia nuda trionfa con la verticale"...


L'estetica vetta primaria della Rocca di Pescegallo.
E' il II° Dente e noi arriviamo da li.
Cioè... dal primo...


Roccia ed esposizione SUPER in questo sito d'Orobia ai più sconosciuto.
Oggi si danza sul verticale!


Scorcio privilegiato sulla dighetta, o sorgente, di Val Tronella da una delle tante e profonde brecce...


E' un po' come viaggiare sulle montagne russe.
Un continuo su e giù che toglie il fiato.
Al limite del cielo...


Il gioco dell'aderenza...


"Shpalman" impegnato sulle rocce embricate al diedro del V° Dente.
Aderenza "stailaaa" con bella esposizione...


Ogni tanto si sale... ogni tanto si scende immersi in un ambiente tosterello!


Yuri sulla Punta Nord del V° Dente.
MiOdio che figata.
Essendo bifido è formato da due cime... vedi primo scatto dell'album!


Si sale per rocce embricate e per un diedro costituito da rocce lisce con una fessura nel fondo...


Uno dei passaggi più stravaganti delle Alpi Orobie.
Dalla relazione del '50: "il tetto strapiombante si supera passando da un foro (questo) uscendo su un pianerottolo".
Meraviglia!


Un bel bagnetto ci starebbe dentro tanto per rinfrescarsi un po'.
Peccato che a separarci ci siano "solamente" 300 metri.
Strapiombanti!


Stra felice a cavalcioni sulla prima delle due punte del V° Dente.
Tra poco arriverà pure la seconda.
HAPPY!!!!


Nuove prospettive pure per il Rifugio Benigni dove qualcuno ci sta spiando!


Siiii torna.
Camminando sul verticale naturalmente!


Cala la notte su una delle giornate più belle e intense trascorse tra le braccia dell'Orobia.
Pizzo di Tronella, Anticima "S", Torrioni Sud e Quadro + Punta Pio X in veste suggestiva...