mercoledì 20 maggio 2015

Pizzo Poris - Canale Nord


Anticamente era denominato "Porese" ma col passare degli anni e chissà per quale motivo, probabilmente per una storpiatura dialettale, s'è trasformato in Poris.
Quindi... "döm chen va söl Poris"?!
Non sono neppure le 02.00 quando l’urlo della sveglia mi scaraventa giù dal letto.
Scrivere che ho dormito sarebbe un eufemismo mal riuscito in quanto il temporale “fantozziano” ha annullato ogni ambizione di riposo. Disponevo di due orette di sonno ma Fantozzi ha deciso di agire proprio in quel lasso di tempo. 
Fuck.
Mi alzo, guardo fuori e… piove a dirotto.
Dove cacchio vogliamo andare oggi, cioè stanotte, penso assonnato?!?!?!
Seppur cauto auspico… un bel niente poiché la speranza di tornare nel letto viene perduta proprio nell’istante in cui un SMS di Luca rischiara il display del telefonino: “qui non piove”.
Fuck x2.
Con noi doveva esserci pure il Robsss che stranamente ci ha “paccato”. Strano; il Robsss non pacca mai nessuno.
Il resto della giornata fila via liscio come l’o(g)lio. 
Molto facile il canaletto “N” mentre la cresta ci riserva del sano divertimento su tipico marciume orobico. Il tutto allietato da gradevoli incontri con “genti simpatiche” amanti delle mie peripezie orobiche.
Memorabile l’alba catturata nei pressi del Calvi, vedi scatto fotografico, e condizioni della neve perfette.
Oh, è anche vero che siamo partiti alle 02.00 nel mezzo di un bel temporale “fantozziano”.
Peccato solo per il Robssss. 
Strano; di solito non “pacca” mai nessuno (ripetizione voluta).
Il Jimmy di Chignolo gli avrebbe urlato 10, 100 ma anche 1000 coloriti “Mankulèt”.


Il vantaggio di svegliarsi alle 02.00 e salire al Calvi accompagnati dal freddo respiro della notte. 
I 'Diavoli infuocati'!


Lo specchio quasi perfetto del Lago Rotondo!


Spunta il sole dal Passo di Valsecca. 
Dirimpetto la "nostra" montagna!


Parte medio-alta del canaletto. 
Facile e divertente!


LuCazziTua nei pressi della cresta finale attende il mio "start".
Sto salendo per capire se si passa anche senza picca e ramponi.


Non sono neppure le 08.00 ma i primi cumuli tentano di cingere il Grabiasca. 
Partire alle 02.00 può avere un senso!


L'arrivo in vetta è da WOW!


Luca, nel cerchiolino rosso, si divertente sulla cresta finale...


Pizzo Rondenino -da questa prospettiva si capisce perchè i valtellinesi lo chiamano "Punta di Podavite"- e Monte Aga con Val Camisana di bianco vestita!


Bei passaggini da prestare attenzione più che altro per la non buona qualità della roccia...


Devil's kingdom!


Bye bye nice peak!


Grazie al disgelo la cascata di Val Sambuzza in ottima forma!

venerdì 15 maggio 2015

Corna Camozzera - Variante difficile


Più che le mezze non esistono più le stagioni.
 Si passa da -10 a +25 nell'arco di pochissime ore, vedi report canale N/W del Grabiasca. 
Detto questo calpestare neve con le odierne temperature non è il massimo.
Da qui l’idea di portare LuCazziTua e Filippo alla scoperta di una crestina davvero divertente e ai più sconosciuta. Sono due difatti le possibilità per concatenare il Monte Ocone e la Corna Camozzera (siamo sullo spartiacque della Valle Imagna molto vicini al Resegone): un sentiero che s’abbassa ripido ed evita il tratto più bello di cresta e… la cresta integrale.
Poche informazioni a disposizione e una scritta su una paretina nei pressi dell’attacco: “difficile”. 
In realtà la crestina è molto divertente,  propedeutica e regala bei passi di II° (forse più se… chi cerca trova) su roccia semplicemente stupenda.
Il mio consiglio è di cavalcarla integralmente, abbassarsi qua e la potrebbe essere poco conveniente nonché pericoloso, magari percorrendola in sicurezza, molti spuntoni offrono ottimi punti di sosta, per poi “correre” fin sulla vetta del Resegone.
Non è lunga ma... simpatica.
Il giro completo invece: Pertus, Ocone, Camozzera, Passata e settore Sud delle creste “manzoniane” è un ottimo allenamento in vista dell’estate. 
Affrettatevi però perché con la bella stagione il ravano vegetativo DOC è quasi assicurato!


Piccolo InfoPoint.
La freccia rossa indica il punto impegnativo...


Particolare dedicato alla croce del Monte Ocone...


Nel cerchiolino un consiglio... difficile!


Roccia stupenda, divertimento assicurato!


Uno sguardo poco sopra l'attacco della cresta.
Inizia il tratto divertente!


L'Adda nei pressi di Calolzio...


Colori che esplodono... bellissimo questo tratto!


La Brianza lacustre!


Balconcino spensierato...


Omino della Camozzera...


 Linea di discesa dall'ultimo torrioncello, il punto a cui prestare più attenzione.
Lo scatto è di un mesetto prima, avevo percorso la cresta in solitaria, infatti c'è molto meno verde!


Variante alla vetta del Resegone...


Finiremo lassù.
Per poi tornare giù!

martedì 5 maggio 2015

Pizzo Varrone

Durante il transito dal grazioso rifugio FALC anche l’occhio dell'escursionista più disattento si sarà soffermato almeno una volta ad ammirarlo.
Alcuni lo chiamano “Pizzo” mentre altri ne proferiscono (non è un errore non volevo scrivere preferiscono) come "il Dente”.
“Slanciato ed elegantissimo dente roccioso a settentrione della Bocchetta Piazzocco. E’ costituito da tre ammassi rocciosi: quello meridionale, denominato Varrone delle Vacche perché fino al Culmine si possono pascolare gli armenti, forma lo spartiacque che separa gli impluvi della V. di Biandino, della V. dell’Inferno e della V. Varrone; quello centrale quale imponente dente roccioso s’eleva con la vetta, sormontata dalla croce, e quello settentrionale è un avancorpo che si sprofonda con un vasto piano inclinato verso la testata della V. Varrone.  Questa vetta è formata da una scaglia di scisti di Collio, incastrata nei circostanti conglomerati del Verrucano, che verso S si estendono fino a costituire il Pizzo dei Tre Signori”.
La via “normale”, denominata Via Banda, non è banale e la sua valutazione può essere definita in mille modi tranne che… facile (vedere per credere).
A tal proposito: “La prima via della montagna e per lungo tempo la via normale al Pizzo Varrone. Di fatto questa via, stimata comunque 3C, era storicamente limite massimo che sanciva la distinzione tra l’escursionismo impegnativo e l’alpinismo. Ai giorni nostri questa via sarebbe da evitare per le condizioni arrischiate della roccia”.
Molto tempo fa per facilitarne l’accesso posarono qualche cavo di metallo che però, per difetto delle numerose frane e delle molteplici “fulminate” che da parecchi anni stanno lentamente e inesorabilmente mutando la conformazione della montagna, risulta ormai abbandonata ed estremamente pericolosa (molti infissi sono saltati e in certuni tratti la catena non c’è più).
Per questo motivo il giorno dell’ascensione guardai (e non toccai) con diffidenza la fatiscente “collana” ferrosa preferendo scalare il nulla inebriato da un misterioso profumo di marcio.
Lo tentammo in due l’infido dente ma solamente uno ne conquistò la vetta poiché Filippo, da buon geologo, non ne volle sapere di “tastare” agglomerati esageratamente pericolanti e malridotti. Tuttavia il suo contributo, come nel caso delle Corna delle 4 Matte, risultò fondamentale giacché m’assicurò con l’ausilio d’una corda durante la scomoda disarrampicata che precipita alla breccia che separa il Varrone delle Vacche dal Dente del Varrone.
Ringrazio pertanto Filippo per avermi dato la possibilità di raggiungere la severa e inconsueta cima sulla quale è stato collocato uno degli emblemi in ferro più belli e peculiari delle Alpi Orobie (non a caso nei pressi della Valvarrone sorge l’abitato di Premana).
Ma quanto sono belle queste Orobie?!

Che sia una bella giornata. 
E l'aurora lascia ben sperare...

 
 "Slanciato ed elegantissimo dente roccioso a settentrione della Bocchetta Piazzocco"...


Si accende lo spettacolo... impossibile non immortalarlo!
 
 
La prima sosta della lunga giornata in vetta al Tre Signori. 
Verso Ovest spunta il Monte Legnone e in primo piano s'intravede la croce del Pizzo Varrone, ambito obiettivo di giornata!


Meraviglia verso la pianura ma non durerà molto!
 
 
Il bucolico Varrone delle Vacche seguito dal Dente o Pizzo (decidete voi) del Varrone. 
Ormai ci siamo!

 
La ripidissima paretina da discendere per raggiungere la breccia del Varrone. Ero assicurato dall'alto da Filippo con uno spezzone di corda visibile nell'angolo basso sinistro.
Tratto rognosetto questo qui...


Un passo indietro.
Dal "Varrone delle Vacche" al Dente del Varrone. 
Due croci; una facile [questa] mentre l'altra un po' più impegnativa!
 
 
Poco oltre la breccia inizia il gioco con l'infido, il marcio e il delicato.
Ora sono solo e sotto i miei piedi s'apre un bel "panorama" di almeno 200 metri.
Qui è ASSOLUTAMENTE vietato sbagliare.

 
Il rifugio FALC a picco.
Prendo la rincorsa, sfondo il tetto e ordino direttamente una birretta!

 
Poco prima dell'uscita in cresta e con l'attenzione ai massimi storici. 
Praticamente poggiavo sul nulla. 
Qualsiasi cosa toccavo veniva giù!

 
La fortuna aiuta gli audaci. 
Esultante nei pressi della vetta immortalato dal Varrone delle Vacche!

 
Gli ultimissimi metri son sempre i più remunerativi.
Bella esposizione... meraviglia di vetta!

 
La graziosa e particolare croce posta sulla vetta del Dente (o Pizzo) Varrone. 
Presumo sia stata forgiata in quel di Premana...

 
Durante il rientro non nascondo d'aver utilizzato anche i denti per restare attaccato. 
In certi frangenti chiudendo pure gli occhi visto la voragine che c'era sotto i miei piedi!


Una cartolina da custodire gelosamente a ricordo d'una giornata indelebile!
 
 
Il primo incontro... l'ultimo saluto!
Pizzo o Dente?
Dente o Pizzo?
Dico solo che è stato impestato!