lunedì 23 maggio 2016

Monte Gleno (2882) - SkiAlp

Natale con l’erba e giugno con mezzo metro di neve fresca suona decisamente strano.
Che il clima sia impazzito siamo quasi tutti concordi e la riprova sta proprio nella copiosa nevicata di fine maggio che ha imbiancato le quote medie delle Alpi Orobie vestendole, badate bene, con più di 50 cm di neve intonsa.
Come dice LuCazziTua: "laur de macc"!
Robe da pazzi!
Per fortuna non avevo ancora smontato il porta sci da “PandOrobica”.
“Spallaggio selvaggio” fino al Rifugio Curò, abbiamo portato le assi nello zaino per più di tre ore, e poi via con gli sci ai piedi fino alla vetta del Monte Gleno.
Un meraviglioso Monte Gleno vestito con l’abito più elegante, quello delle belle occasioni.
Povera schiena… povere ginocchia.

Anche se l’animo ha esultato.
La stagione scialpinistica non poteva concludersi meglio e... non è detta l’ultima parola dato che ha imbiancato ancora.
Peccato solamente per la scarsa sciabilità della neve ma, d'altronde, siamo quasi a giugno!

Bello, bello e... ancora bello.
Con me Filippo e LuCazziTua...

Monti riflessi nei pressi della santella del Curò.
Un'altra notte povera di sonno; l'ennesima giornata ricca di bellezza!


Il Pizzo di Coca dal laghetto dei Corni Neri.
Si, mi piace!


Il Monte Gleno tutto intonso, la nostra meta di giornata...


Beata solitudine.
Disse -e scrisse- qualcuno...


La divertente parte finale che sale regolare verso la vetta...


Filippo sale al cospetto del Pizzo di Coca...


Che spettacolo. 
Ecco l'ultimo risalto e poi sarà vetta!


Tre Confini, Recastello e... Giganti delle Orobie.
Ma quanto amo queste montagne?!?!?


Happy on the top of the peak!


Il Monte Torena di bianco vestito...


L'ultimo scatto alla croce di vetta...


Dal Glenino così appare il Monte Gleno.
 Semplicemente bellissimo!


Nonostante la neve pessima qualche bella curvetta riesco comunque a disegnarla...


Durante la discesa è un'esplosione di colori. 
Classica cartolina della conca del Barbellino!


Arrivederci... non abbiamo più niente da dirci!


Impossibile non ammirare (e immortalare) la Nord del Recastello...


Una giornata decisamente colorata!


Inizia la lunga e spossante discesa. 
Buff... buff. 
Più di tre ore con gli sci nello zaino per sciare neve quasi insciabile. 
Spallaggio selvaggio ma come spesso dico alla Maddi: "è tutto allenamento".
Schiena permettendo!





martedì 17 maggio 2016

Chateau Blanc (3408) - SkiAlp

Proprio quando pensi che sia arrivato il momento di smontare il porta sci dalla macchina e mandare in letargo “le assi di legno” ecco giungere l’ascesa scialpinistica forse più bella della stagione.
“Ciao Aga, noi sabato andiamo in Valle d’Aosta per tentare il Chateau Blanc; se vuoi venire sei il benvenuto”.
Dunque… non siamo sulle Alpi Orobie e sinceramente mi spiace tradire le “mie” tanto amate montagne ma c’è quel nome “Chateau Blanc”, il significato in francese è “Castello Bianco”, che mi attizza assai.
Però, nella vita c’è sempre un però, ci sono un paio di circostanze che mi fanno riflettere; la prima è che la sera prima dell’ascesa devo tenere un incontro sopra Zogno per raccontare le mie “scorribande” montane ad alcuni baldi giovani vogliosi d’avventura e poi ci sono quei 2000 metri di dislivello per me forse un po’ tantini visto che da quasi un mese non metto gli sci ai piedi.
Però… se nella vita si dà retta a troppi però non si combina niente perciò la mia risposta è “ok”!
L’incontro di Zogno si conclude tardissimo e giungo a casa alle 24.45; la sveglia suona alle 02.10 in quanto “canno” clamorosamente a puntarla e, morale della favola, non dormo neppure un’ora dato che la partenza è fissata per… la notte.
Tuttavia mi sono regalato un meraviglioso giorno di compleanno.
Faticoso ma comunque meraviglioso!
Grazie quindi ai soci del CAI Alta Valle Brembana: Andrea, Marco, Luca, Luciano e Jessica.
Il “moscatino” a fine sciata non era poi così male!
Questo il report scritto da Andrea: “bellissima montagna e pendii ideali per lo scialpinismo. Circa 30/40 minuti (a seconda del passo) di portage, mettiamo gli sci alle baite di Orfeuille (1950 m.), ottimo rigelo (anche un po’ inaspettato), saliamo veloci per il vallone del Rio Orfeuille su pendii non troppo dolci (itinerario primaverile, da fare con neve sicura!), tocchiamo il ghiacciaio e poi sci in vetta senza problemi.
Oggi pochissima gente (ci precedono solo 2 con l'eliski), sverginiamo perciò quasi interamente tutto il pendio su neve di tutti i tipi: sulla pala finale neve riportata dal vento ma non pericolosa, sul ghiacciaio da curvoni larghi a tremila all’ora, nei canali sottostanti ancora trasformata, poi inizia ad essere più pesante ma sempre sciabile, e nella parte bassa il muro sopra di Orfeuille ottimo marciotto primaverile”.


Dopo mezz'ora di "spallaggio selvaggio" si parte.
Le pendenze fin da subito sono sostenute e la forte rigelata della notte ci costringe ad una danza delicata sulle lamine. 
Finalmente un po' di cielo azzurro dopo tanto -pure troppo- grigio!


Prima del Chateau Blanc le désert blanc!


Spettacolo di ambiente, nulla da dire...


Io sul Glacier du Chateau Blanc.
Merry BirthDay to me!


Semplicemente meraviglioso ma non chiedetemi i nomi perchè non siamo sulle Alpi Orobie!


Finalmente si vede il Chateau Blanc. 
E' tutto intonso, saremo i primi a salirlo presumo dopo un tot di tempo...


Jessica e Luca con l'inconfondibile piramide del Cervino alle spalle...


Monts Doravidi punta Sud...


L'anticima del Chateau Blanc dal colletto finale.
Meno male che manca poco; sono praticamente morto!


Dall'anticima verso la cima in versione spettacolooo!


E' fatta!


Alle spalle tanto "embè"!


Tête du Rutor, teatro di un gravissimo incidente sci-alpinistico poco tempo fa,  dal Chateau Blanc...


E' già tempo di tornare...


Prime curve sotto la calotta terminale. 
Sembra un Monte Madonnino gigantesco!


La discesa è semplicemente da URLO!


Glacier du Chateau Blanc e Monts Doravidi. 
Addio bel posticino...


Andrea "the president" scende con stile a mille all'ora!


Giochi di lamine con distribuzione quasi perfetta!


Abbiamo vissuto quattro stagioni in poche ore. 
Quest'oggi non ci siamo fatti mancare proprio nulla!






martedì 10 maggio 2016

Torre Vitali - Via Sara

Stavamo tornando dall'ennesima via in Grignetta e il temporale rendeva il rientro ricco di dubbi e pensieri.
Un’altra elegante torre s’era concessa deliziandosi con una scalata delicata ma tutto sommato remunerativa e il nostro pensiero aleggiava silenzioso alla ricerca di nuove linee.
Non era tardi ma neppure presto; non avevamo fretta ma il fracasso del tuono, inesorabile, pretendeva un’andatura “spacca fiato”.
Un tetro canale seguito da un traverso, una breve disarrampicata e poi l’ennesima cengia “marcia da far paura” da affrontare con passo sicuro e voglia d’avventura.
La Grignetta è bella per questo.
La Grignetta è –anche- brutta per questo.
La Grignetta resta sempre la Grignetta e non regala niente a nessuno.
Un corrimano quasi perfetto di catene era lì ad indicare che si, finalmente stavamo rientrando nel mondo orizzontale ma, ahimè, attaccarsi ad una ringhiera ferrosa con un temporale incazzoso sopra la testa non era cosa buona e giusta.
Dovevamo cercare un’altra soluzione, magari un po’ più tecnica, che ci tenesse nascosti dal “generatore elettrico”.
Finalmente una nicchia, la nostra àncora di salvezza in attesa che il “mostro” si calmasse, contrassegnata da un’impronta umana; una scritta azzurra su di un masso: “Sara”.
Quasi per caso avevamo trovato una nuova “linea” da scalare la settimana successiva.

“Filippo, ricordi Sara”?
Sara era una ragazza di soli trent'anni solare e generosa, spesso discreta e con una grande voglia di vita,  che abitava nella nostra piccola comunità (Boltiere).
Sara era sorella di un mio grande amico, Mauro, con il quale ho trascorso gli anni più belli e spensierati dell’adolescenza. 
Con lui ho iniziato a muovere i primi passi in montagna.
Il primo Giro delle Orobie fatto insieme; il vero “start” di quell’immensa passione divenuta quasi ossessione e infinito amore verso le Alpi Orobie.
Sara era semplicemente ‘Sara Riva’ e un maledetto male incurabile la portò via.
Anzi no, un folletto della Grigna mi confidò che il cielo aveva bisogno di una nuova stella e Sara doveva svolgere questo importante compito.
Sara difatti vive ancora nei nostri ricordi.
La Torre Vitali è una sommità slanciata ed elegante alta un centinaio di metri che “protegge” la vicina Piramide Casati.
C’è una bella via tra il IV° e il V° grado [IV°+ per la precisione ma su roccia abbastanza delicata] che percorre la parete forse più selvaggia di questa torre: la via Sara.
Spontaneamente il nostro pensiero è volato in cielo e la dedica è sorta spontanea; una via che sale verso il paradiso, la Via Sara, dedicata al sorriso di Sara.

L’avvicinamento alla via, esposizione S-W, si effettua seguendo il sentiero n° 10 ma prima di voltare in Val Scarettone bisogna spostarsi a destra, risalire un canalino roccioso con cavo metallico, e traversare a destra su cenge esposte (attenzione!!!). In leggera discesa si giunge alla base della parete; l’avvicinamento è in comune con le vie della parete N-W della Piramide Casati. La discesa in corda doppia, 25-30 metri, si effettua dal versante opposto di salita fino alla Forcella Casati-Civetta.
Nonostante sia stata una giornata per certi versi "strana", se leggete l'intero resoconto ne saprete il motivo, abbiamo deciso di lasciare le didascalie in tono scherzoso per due motivi: perché per noi scalare rappresenta un gioco (da affrontare con la giusta attenzione) e poi perché Sara era una ragazza radiosa perciò siamo certi che grazie a questo album il suo volto angelico si illuminerà di un bel sorriso.
Credo nel fato e sono pressoché certo che sia stato il forte temporale a portarci verso quella via di salita.
Hey Sara, guarda che quaggiù non ci siamo scordati di te!
Aga e Filippo


Una mattinata a dir poco spettacolare. 
Dal Colle Garibaldi ecco il poggio del Rosalba!.


La bella e verticale linea di "Sara"; una scala che sale dritta in direzione del cielo...


Cominciano le danze.
Il primo tiro ci fa subito capire che la via sarà abbastanza delicata...


"Finalmente una nicchia e li vicino un’impronta umana; una scritta azzurra su di un masso: Sara”...


Il "mezz'ombroso" Colle Garibaldi catturato poco sopra l'inizio di Sara...


Inserito il gettone... il gioco è cominciato.
 Subito un bel IV°+ da tastare con giusto piglio!


All'uscita del tratto bastardo... finalmente la roccia s'appoggia un attimo. 
Chi cerca poi... trova!


Alle nostre spalle... il paradiso!


Il secondo "tirello" è più verticale del "primello"!


Le misteriose pareti della Piramide Casati dominano questa porzione di Grignetta a dir poco grandiosa...


Eccèèèrto!


C'è qualcuno in vetta al Cecilia.
Anche oggi vale l'idea che se ci urlavamo gli indirizzi mail potevamo scambiarci ottimi scatti fotografici!


In fase di studio traversino all'inizio del terzo tiro...


Superato il traversino risaliamo uno spigolo farcito di roccia un po' troppo schifosetta. 
Esposizione a manetta!


Al termine dello spigolo malefico è meglio non voltarsi!


Torre Costanza e Mongolfiera.
 Belle e... impossibili.
Oddio la Costanza è stata possibile, vedi post precedente a questo!


Immerso in un festival di colori Filippo si prepara per l'ultimo tiro. 
Pure questo un po' troppo "mobile"!


Spunta un puntino arancione dal monte!
 A tre quarti di via la cresta s'abbatte regalandoci un colpo d'occhio sublime...


Torrione Palma dirimpetto; in basso sulla destra spunta "la Civetta" mentre i Moraschini sono a sinistra con dietro parte della cresta Segantini e la vetta della Grignetta!


Giunti in vetta alla Torre Vitali succede un fatto al quale non avremmo mai voluto assistere.
Dopo aver sentito partire una forte scarica di sassi dalla Cresta Segantini chiare voci dicono di chiamare subito il 118.
Nemmeno dieci minuti ed ecco comparire l'elisoccorso.
Restiamo attoniti...


Nel frattempo scattiamo qualche foto di ricordo della vetta... 


L'elisoccorso è proprio sopra di noi e facciamo segno che è tutto ok (oggi siamo protetti da un angelo).
Pochi secondi e sarà sulla cresta Segantini.
Purtroppo una persona che stava percorrendo la cresta senza l'ausilio della corda è precipitata in Val Scarettone perdendo la vita.
Prima di preparare la doppia per la discesa restiamo almeno 10 minuti in silenzio...


Il Grignone così come appare dalla Torre Vitali...


Filippo silenzioso lancia uno sguardo al Rosalba...


Decidiamo di calarci dopo dieci minuti di silenzio assoluto.
L'elisoccorso se n'è andato; i pensieri no...


Il mondo della Grigna visto dalla Torre Vitali.
Compongo una veloce panoramica verso N-W. 
In basso a sinistra è visibile il "Rosalbino"!


Impegnato durante la discesa a corda doppia...


Non c'è il temporale ma il rientro sarà comunque ricco di riflessioni.
Salutiamo la via, libriamo il ricordo.
Ciao Sara...