martedì 21 febbraio 2017

"Alpi Orobiche" SkiTour 2017

“Sono montagne, codeste, particolarmente adatte allo sci: lunghe valli ovattate di neve, dolci pendii degradanti, ampie selle da cui l’occhio spazia lontano, vette accessibili, spesso, fin sulla punta più alta: v’è gioia per tutti i cuori, fatica per tutti i muscoli, meta per tutte le conquiste.
Lunghe gite da “scavalca montagne” che si iniziano nella notte fonda e a notte terminano, dopo una giornata di aspra salita e di ripide discese.

Sono sempre stato affascinato dai giri scialpinistici pionieristici; dei veri e propri “tour” attraverso valichi e valli laddove la fatica e la neve, condizioni di quest’ultima permettendo, sono quasi sempre sinonimo di bellezza.
Da quasi ottant’anni il più importante libro di riferimento dello scialpinismo orobico ossia la “guida sciistica delle Alpi Orobiche” racconta questo modo meraviglioso di fare scialpinismo; un modo che non vede come fine ultimo la vetta ma bensì la (ri)scoperta di scenari che durante la stagione calda non godrebbero dell’incanto proprio del freddo respiro dell’inverno.
Così, da un’idea di Andrea ecco concretizzarsi uno dei “viaggi” scialpinistici più belli che abbia mai fatto nel profondo dell’Orobia selvaggia: tre passi e quattro valli!
Chiudo gli occhi, anzi serro gli scarponi, al Rifugio Madonna delle Nevi e poi… su… giù… su… giù… su… e ancora giù sull’ottovolante più divertente delle Alpi Orobie.
Come prima salita la vallata che transita dal Rifugio Balicco e culmina alla (falsa) Bocchetta di Budria.


Mega discesa in farina “tipo 00” o se meglio preferite “AAA+” per la Val Budria e poi di nuovo su al Passo di Pedena circondati da scenari che neppure il più costoso film di Hollywood potrebbe permettersi.
Un film ricco di scenografie naturali che farebbero emozionare perfino Spielberg.
Garantito!
Nuovamente giù a mille all’ora per la Val Pedena, una sciata pazzesca e… non aggiungo altro, fino a congiungerci con la strada che sale al Passo San Marco e poi ancora su, per la Valle del Bitto di Albaredo, ad abbracciare lo storico valico.
Un attimo di pausa, per alcuni la vetta del Pizzo Segade, e poi, tanto per cambiare, giù fino a ritrovare il Rifugio Madonna delle Nevi.
Schiudo gli occhi; il sogno s’è realizzato.
I metri di dislivello tanti, forse troppi, e la fatica ripagata da parecchia, anzi moltissima, bellezza.
Il prosecco del Theo la ciliegina di una giornata che difficilmente scorderemo.
Il Sugliani sarebbe orgoglioso di noi!
Con me una piccola/grande squadra DOC del CAI dell’Alta Valle Brembana: Andrea, Tino, Marco, Paolo, Luca, Il Theo, Luciano, ecc.
Grazie ragazzi… anche stavolta l’abbiamo combinata proprio bella!

Alpi Orobiche: scrigno di bellezza!
Le Alpi Orobiche sono particolarmente ricche di itinerari sciistici; forse poche zone della cerchia alpina possono confrontarsi ad esse.
La conformazione del sistema, la grande abbondanza di pascoli, che d’inverno diventano campi ideali di sci, la non eccessiva e tuttavia rispettabile altimetria, che elimina le difficoltà proprie dei grandi massicci, fanno si che, nelle Orobiche, si trovi quanto di meglio uno sciatore possa desiderare.
La neve è abbondante, di lunga permanenza (anche 6-7 mesi ogni anno) e in buone condizioni per quasi tutto il periodo di innevamento.
I pericoli di valanghe e slavine sono limitati quasi soltanto al tempo che segue immediatamente abbondanti nevicate (quando sciare sarebbe del resto molto faticoso) e all’epoca del disgelo.
La magnificenza dei panorami, la varietà del paesaggio, la bellezza delle montagne, dei boschi, delle candide distese, possono soddisfare oltre che lo sciatore, anche il contemplatore delle bellezze della natura. La non molto sviluppata attrezzatura turistica, rende le Orobiche particolarmente solitarie e incantevoli di bellezza non devastata.
Migliaia di chilometri di percorsi di ogni difficoltà, possono soddisfare tutte le difficoltà dello sci.
Insomma: “Alpi Orobiche: Scrigno di bellezza”!
L.B. Sugliani

P.S. Il giro è pazzesco ma per farlo servono condizioni pressoché perfette; alcuni tratti sono molto ripidi, per esempio le salite alla Bocchetta di Budria e al Passo di Pedena, e in caso di neve poco sicura potrebbero rivelarsi molto pericolosi.


L'edizione originale della "Guida Sciistica delle Alpi Orobiche" edita nel 1939. 
Gioiello che custodisco mooolto gelosamente!


La giornata inizia con scenari mozzafiato che nulla, ma proprio nulla, hanno da invidiare a posti magari più blasonati!


Superato il Rifugio Balicco e il Bivacco Zamboni si sale ripidamente in cerca del paradiso. 
Qui la preparazione alla prima mega discesona valtellinese in polvere DOP!


Dalla falsa Bocchetta di Budria il Monte Azzaredo.
In realtà questo è il Passo di Azzaredo che in molti però chimano "Bocchetta di Budria". 
Da qui la distinzione con l'aggiunta del "falsa"!


L'affilata ma breve crestina del Pizzo del Vento. 
Che lo spettacolo abbia inizio!


Tutti i pendii sono intonsi; tutti i pendii sono  solo nostri.
Insomma, una gita "riservata"... cit. del President!


Il Monte Azzaredo vestito con l'abito più bello!


Prossimo step il Passo di Pedena. 
La Val Budria osservata dal Disgrazia!


Sembra di stare dentro ad un sogno e Steven Spielberg ci fa una pippa!


Ogni sguardo è un'emozione. 
Una baitella semi sommersa posta poco sotto il Passo di Pedena.
Fatico a trovare le parole...


Marco a sfondo Monte Foppone (o Cima del Laur). 
"Orobiche": montagne del mio cuore!


La scorbutica Cresta Sud del Monte Pedena cavalcata un annetto prima col Peppuzzo.
Anche quella s'è rivelata una gran bella sorpresa neppure troppo facile se percorsa integralmente dall'omonimo passo!


Sempre il Monte Foppone o Cima del Laur. 
Vetta ai più sconosciuta ma di rara soddisfazione se salita integralmente.
Pongo l'accento poiché in pochissimi la salgono!


Il Monte Pedena dall'omonimo valico. 
La Cresta Sud, percorsa un annetto prima, è un gioiello di rara bellezza!


Ogni didascalia è quasi superflua.
Il cuore esulta... l'animo gioisce!


"Alpi Orobiche" SkiTour 2107!


Preparativi poco prima della seconda mega sciata!


Prime curve in SUPER farina da URLO!


Difficile trovare aggettivi.
Godiamo e basta!


La sottile linea del paradiso...


Nella polvere della Val Pedena a sfondo Pizzo d'Orta! 


No, vabbé.
Mamma mia!


Dopo due valichi e tre valli la "polvere più buona" in assoluto della giornata!


L'ennesima ripellata. 
La quarta valle della giornata sprigiona bellezza da... tutto. 
Il Pizzo delle Segade fa bella mostra di sè!


"Alpi Orobiche" SkiTour 2017. 
Scenari mozzafiato che difficilmente scorderemo!


Un altro piccolo sogno realizzato; l'anello SkiAlp perfetto!


lunedì 6 febbraio 2017

Monte Pradella - Canale Nord

Dalla cresta spartiacque che si stende tra il Passo di Aviasco e il Passo di Valsanguigno, si stacca uno sperone che, procedendo verso ponente, culmina con il Monte Pradella.
Questo sperone si dirama poi con un intricato sistema di “barbacani” tra la Valle di Aviasco e la Valsanguigno.
Un breve excursus geologico.
Sullo zoccolo del monte, costituito dagli scisti di Carona (che affiorano sul versante Settentrionale) e dagli scisti di Collio in “facies vulcanica” (che affiorano sul versante Sud), poggia il cono terminale di conglomerati del Permico superiore (il celebre Verrucano).
Per la quota, visto che è la vetta più alta della zona, ma soprattutto per la sua mole massiccia e possente dominante la Valle di Aviasco e la Valsanguigno, possiamo considerare il Monte Pradella grazie ai suoi 2626 metri la cima “regina” dei Laghi Gemelli
Paragonabile come bellezza al più vicino e blasonato Pizzo del Becco.
Parola di “ambasciatore”!
Durante questo bislacco gennaio 2017 le condizioni della parete Nord del Pradella erano eccezionali; vuoi per la scarsità della neve ma soprattutto per le temperature polari che avevano reso il leggero strato di neve pressoché portante.
Ho volutamente utilizzato l’imperfetto poiché in questi giorni –finalmente- è in atto un peggioramento del tempo che senz’ombra di dubbio muterà le condizioni della montagna.
E così dopo la Cresta di Publino, non una ma bensì “la” salita di questo inverno 2017, la Nord del Pizzo Camino e il “Camino del Madonnino” ecco presentarsi un’altra occasione per rendere indelebile un fine gennaio di per sé già meraviglioso.
Un avvicinamento lungo e faticoso ampiamente ripagato da tanta, ma proprio tanta, bellezza.
Vedere per… credere!

Il nostro giro:
<Valgoglio>
<Capanna Lago Nero>
<Lago di Aviasco e Baita di Aviasco>
<Canale Nord Pradella>
<Cresta Est Pradella>
<Lago di Aviasco – Capanna Lago Nero – Valgoglio>.
Il canale è facilmente individuabile, alla Baita di Aviasco occorre deviare a sinistra, logico e continuo e di solito presenta un paio di saltini friabili che in assenza di neve richiedono un po’ di attenzione.
Il pendio, ma anche in questo caso molto dipende dalle condizioni, l’abbiamo trovato sui 50/60° mentre l’uscita, breve ma rocciosa, s’è rivelata piacevolmente “pepata” (III° esposto e difficilmente proteggibile).
Nonostante ciò uno spezzone di corda è assolutamente consigliato.
Il rientro lo abbiamo effettuato percorrendo la Cresta Est, non banale perciò con cautela, camminando infine sulle acque ghiacciate del Lago di Aviasco godendo di prospettive singolari nonché inedite.
Con me, SuperPeppo.
Un saluto a tuti gli amici incontrati “lungo il lungo” percorso: Beppe, Eve, Clara, Ciso, Lara, ecc.
Ah… le Orobie!



Pronti, via... BimbiMinkia on the peak!


Una meravigliosa aurora ci lascia stupiti e... infreddoliti!


Dal Sucotto al Madonnino passando per i suoi Corni...


Alla diga di Aviasco il Monte Pradella fa bella mostra di sè!


 Baita e Passo di Aviasco.
L'avvicinamento è lungo ma, soprattutto grazie a queste condizioni, estremamente remunerativo!


Avvicinamento "freddoloso" alla Nord del Pradella...


Il Peppo "ombroso" a sfondo Passo di Aviasco Orientale!


Proprio nel centro dello scatto è ben visibile il logico canaletto...


Neve poco portante e sfondosa; il primo saltino va affrontato con cura!


Dal Pizzo del Becco (sinistra) al Pizzo Torretta (destra) passando per i Corni di Sardegnana...


Peppuzzo in uscita dal primo saltino!


Puro spettacolo durante un breve camminamento pianeggiante...


Verso il secondo saltino...


Zoom per capire meglio come sarà l'uscita!


Le pendenze si fanno interessanti e l'ambiente diviene sempre più bello!


Sulla destra spuntano i "Diavolacci"!


Peppuzzo si diverte sul secondo saltino al cospetto di un cielo meraviglioso!


Ecco; da qui in poi è severamente vietato scivolare.
Anche prima ad essere sincero!


Si "vola" spediti verso l'uscita!


Breve sosta per proteggere l'uscita bella "pepata". 
Ci vorrebbe un bob e poi giù... a cannone!


La paretina finale; breve, multicolor (!), molto esposta e quel tanto bastardella!


Jump!
L'uscita vale tutta l'ascesa. 
Tosterella e pepata quel tanto che basta!


Finalmente al sole con un panorama SUPER!


Breve traverso per prendere la cresta "S-W"...


Uno sguardo in direzione Sud con protagonista il Pizzo Salina...


La breve discesa all'intaglio posto poco prima della vetta...


Dopo il Corno Stella e il Madonnino più belli di sempre oggi il Pradella più bello di sempre!


Da perdere il fiato!


Scendiamo da Est immersi in un ambiente strepitoso...


Alcuni punti ripidi vanno affrontati con attenzione...


Il passaggio dall'intaglio della Cresta Est!


Molto bello anche il Salina; peccato per il peggioramento imminente sennò un pensierino l'avremmo fatto!


La Cresta Nord del Pizzo Torretta, percorsa nel novembre 2016, spunta dal Passo di Aviasco.
Una prospettiva che proprio mi mancava.
Spettacolo!


Un deserto di... neve!


Prova tenuta ghiaccio sul Lago di Aviasco...


Dal Lago di Aviasco spuntano fiori di ghiaccio!


La mia prima volta "SUL" Lago di Aviasco...


Nel regno del freddo!


Un ponte ghiacciato pressoché perfetto. 
Meraviglie della natura!


E' stata una giornata ricca di SUPER finestre!


L'ultimo saluto al Monte Pradella...


The last pic(s)!
Qualche giorno dopo giungerà la neve; bye bye canali per un bel po' di tempo!