domenica 12 novembre 2017

Pizzo di Scotes - Cresta Sud-Est (integrale)

Incipit, sarò sincero.
Quando alle 12:00 abbiamo aperto la porta del Bivacco Corti un po' mi sono emozionato.
Mai e poi mai avrei pensato che la stagione 2017 potesse riservarmi così tante sorprese e, senza troppo esagerare, così tanti sogni realizzati.
Ne sono quasi certo ma quel primo novembre del 2017 il Pizzo di Scotes, silenzioso e superbo, sembrava aspettare soltanto noi prima di vestirsi con l’elegante mantello dell’inverno.
Insomma, nell’istante in cui abbiamo aperto la porta del Bivacco Corti ho provato la stessa sensazione di un bambino alla vista dell’ambito regalo la mattina del giorno di Natale emozionandomi e librando una lacrima che silenziosamente s’è fatta strada sullo stanco e freddo viso.
L’ultimo desiderio lungamente rincorso era divenuto realtà!

Uno degli itinerari più interessanti e meno conosciuti delle Alpi Orobie è sicuramente la Cresta Sud-Est del Pizzo di Scotes: “è la più bella via del Pizzo di Scotes; interessante, con qualche passaggio non facile, necessita sempre di cura e attenzione” scrissero i fratelli A. e P. Corti nell’ormai lontano 26 settembre 1916.
Da parte mia quel crinale rappresentava una piccola ambizione in quanto avevo già asceso lo Scotes da un po’ tutti i versanti: da un canalino posto ad Est, dalla Faccia Sud (la Via Bonomi-Trivella) e dalla Pala Nord.
Però la Cresta Sud-Est mi mancava e quella storica relazione proprio non riuscivo a togliermela dalla testa.
“Dalla Bocchetta di Caronno*, la strettissima e maggior depressione fra la Cima di Caronno e il Pizzo di Scotes,  si traversano i primi tre modesti denti della cresta, affilati e di roccia fogliacea, e si arriva così alla sommità della prima grande torre, che domina il Passaggio di Caronno, e che facile nella sua parte più alta è di placche favorevolmente imbricate verso la base: si scende con cura nella breccia, quindi si rimonta su buone placche la parte inferiore della seconda e maggiore torre, per arrivare a un muro di roccia, quasi verticale, limitato sulla sua sinistra (Est) da una spaccatura che si prolunga in basso sul versante di Arigna e s’inizia in alto con una specie di imbuto colmo di detriti.
Su brevi appigli si vince il muro di roccia, salendo da sinistra a destra in modo da entrare nell’imbuto, badando ai frantumi instabili che ne occupano il fondo, quindi di sale direttamente alla sommità della torre
(Torre di Scotes, nda).
Si scende tenendosi un poco sul versante di Arigna e, superando i piccoli rilievi della cresta l’un dopo l’altro per roccia scistosa ma discretamente buona restando bassi laddove il crinale si fa troppo affilato ed esposto, si arriva a un paio di gobbe un po’ più evidenti che sono presso la vetta”.
In sostanza, la percorrenza è consigliata all’alpinista avvezzo a questa tipologia di percorsi avventurosi ed esplorativi (come quasi tutti gli itinerari raccontati in questa pubblicazione).
Per l’avvicinamento da Valbondione bisogna percorrere il Sentiero 301 e giunti al Rifugio Coca si seguono i segnavia, a tratti sbiaditi, che salgono e successivamente costeggiano sulla destra il laghetto di Coca.
Il sentiero, poco visibile e riconoscibile, porta nei pressi di un masso con lapide cementata, poi devia deciso all'inizio del ghiaione discendente dal Passo di Coca.
Raggiunto il valico si scende alla sottostante Vedretta del Lupo, ramponi quasi sempre obbligatori, puntando a vista al Bivacco Corti che però non bisogna toccare giacché il canalino inizia pochi minuti prima di raggiungere il comodo punto di appoggio.
Contrariamente alla relazione originale conviene raggiungere la cresta salendo dal canalino del Passaggio di Caronno e non da quello della Bocchetta di Caronno.
Alle spalle del bivacco, sul margine sinistro (Nord-Ovest) della Vedretta del Lupo, sfociano tre canaloni paralleli: quello meridionale scende dalla Bocchetta di Caronno, quello mediano dal Passaggio di Caronno e quello settentrionale dalla depressione fra le due grandi torri basali della Cresta Sud-Est del Pizzo di Scotes.
Conviene salire quindi il canalino mediano, meno angusto e un po’ meno erto degli altri due,  che con percorso faticoso, molto dipende dalle condizioni del suo fondo, e caratterizzato da sfasciumi e rocce instabili, culmina al Passaggio di Caronno (qualche passo di II, ramponi obbligatori -anche in questo caso- ad inizio stagione).
In qualche tratto ci si può tenere, non agevolmente, alle rocce della sua destra; all’imbocco una grande “M” dipinta moltissimi anni fa su di un masso vi farà comprendere che siete sulla retta via.
Dal Passaggio di Caronno bisogna rimontare la prima torre cercando il percorso più logico appoggiando all’inizio sul versante Sud (Caronno) con passi di II.
Dalla cima scendere verso l’intaglio attraverso una paretina povera di appigli, III, alla base della grande torre della cresta altresì denominata Torre di Scotes.
Stando alla sinistra di un evidente camino attaccare la torre per rocce rotte, embricate ma abbastanza gradinante formate da roccia prettamente fogliacea, pertanto delicata, fino ad un terrazzino per poi appoggiare leggermente sulla sinistra e salire un muretto povero di appigli ma di roccia compatta fino ad immettersi nell’imbuto colmo di detriti menzionato dai fratelli Corti nella descrizione originale (III o forse qualcosina in più, sosta su friend).
Per sfasciumi infine si tocca la panoramica vetta della Torre di Scotes contraddistinta da una vista strepitosa sul Pizzo di Scotes e sulla Cresta Corti alla Punta di Scais (2900 metri circa, purtroppo quel giorno l’altimetro faceva le bizze e non siamo riusciti ad avere una rilevazione precisa).
Scendere quindi direttamente e con cura (III) seguendo la via più logica fino al successivo intaglio alla base di un’altra torretta piuttosto friabile.
Dall’intaglio traversare a sinistra, Sud, per una cengia molto stretta ed esposta e raggiungere il filo della torretta per poi seguirlo fin nei pressi della vetta.
Da quest’ultima il crinale diviene molto aereo ma ben camminabile e arrampicabile con passi di II grado a volte molto esposti; dove il crinale diviene troppo affilato, prestando attenzione alla roccia spesso fogliacea, conviene appoggiare sulle cengette laterali.
Si scala infine anche la torretta finale giungendo così su “la più elevata e la più bella vetta del contrafforte di Rodes dalle forme di piramide tronca”.
Il colpo d’occhio sulle Alpi Orobie è spiccatamente istruttivo!
Dopo essersi abbassati per qualche metro in direzione Nord-Est la discesa conviene compierla dalla Pala Nord fino ad intercettare il segnavia della GVO che, seguito verso Est, rientra al Bivacco Corti.
Per evitare una serie di salti lisci e complicati conviene scendere dalla pala obliquando da destra a sinistra, faccia a valle.
Adesso, lassù, comanderà i giochi la dama bianca.
Carpe diem Aga e Yuri!



L'elegante profilo della Cresta Sud- Est del Pizzo di Scotes impreziosito dall'omonima torre.
L'ultimo sussulto di questo meraviglioso 2017!


Nei pressi del Passo di Coca lo spettacolo dell'aurora prende forma.
Che freddo però!


Siamo in ballo e... balliamo! 
Lassù s'intravede la bocchetta del "Passaggio di Caronno".
Un altro piccolo angolo ai più sconosciuto sta per essere (ri)scoperto!


Il tratto che sale alla prima torre è divertentissimo e bello esposto. 
L'ambiente è severo al punto giusto.


L'imponente Torre di Scotes immortalata dalla prima torre posta poco oltre il Passaggio di Caronno.
Finalmente ci conosciamo personalmente!


La discesa dalla prima torre alla breccia che la divide con la Torre di Scotes. 
Roccia buona seppur povera d'appigli.


Nel dedalo roccioso delle grandi torri di Scotes. 
Nell'aria s'è librato un leggero profumo di magia.
La roccia non è il massimo e inoltre l'esposizione è propria di montagne ben più blasonate!


Sguardi e attimi che difficilmente scorderò.
Diciamolo pure: un regalo di Natale anticipato!


La salita alla Torre di Scotes richiede molta cura ed attenzione per via della roccia non proprio bella.
Fortunatamente l'esposizione è Sud, sennò steccavamo dal freddo!


In vetta alla Torre di Scotes con il Pizzo di Scotes in bella vista!


Si disarrampica anche per scendere dalla Torre di Scotes. 
Le antenne sono altissime!


Questo invece il Pizzo di Scotes dalla Torre di Scotes. 
La Torre di Scotes è la 525esima cima di questo mio grande viaggio dedicato alle Alpi Orobie.
Soltanto un attimo e... arriviamo!


La cengetta molto esposta che raggiunge lo spigolo della terza torretta oltrepassata la Torre di Scotes.
L'ambiente è grandioso!


La Cresta Corti spolverata da un leggero strato di zucchero a velo fa sempre più bella mostra di sè.
In mente mi torna quel "grande viaggio" compiuto il 2 novembre di qualche anno fa.
Oggi è l'1 di novembre e un altro bel viaggetto potrebbe compiersi!


Puro spettacolo e ambiente straordinario in questo piccolo angolo di paradiso.
Dico solo... mamma mia!


Camera con vista e... che vista!


La parete Nord del Pizzo di Coca con il Passo di Coca e la Vedretta del Lupo in evidente sofferenza.


01 novembre 2017.
Il Pizzo di Scotes s'è concesso dalla scorbutica Cresta Sud-Est e... m'inchino dinanzi a tanta bellezza.
E' stata un'estate bellissima, per non dire faticosissima, ma ora posso urlare un fantastico (Tanto)³ happy!


Il Pizzo Porola e la Punta di Scais dalla vetta del Pizzo di Scotes. 
L'ennesimo desiderio s'è realizzato.


Difficile trovare una didascalia; lascio parlare lo scatto!


La Pala Nord è bella ghiacciata ma con picca e ramponi la scenderemo "on fire" come dice Yuri.
D'altronde le giornate ormai sono cortissime e bisogna sgambettare per non restare al buio!


l rientro a Valbondione sarà lunghissimo. 
Qui Pizzo di Coca con la sua Cresta Nord salita non molto tempo prima.


Discesa e aggirata la Pala Nord compare il Bivacco Corti immerso in moltissima bellezza.


Nel mentre della faticosa risalita al Passo di Coca.


A pochi passi dal Rifugio Coca, ad attenderci, un amico speciale (un esemplare meraviglioso).
Un po' incazzoso a dire la verità visto che mi stava scornando!


L'ultima ascesa del 2017 non poteva avere miglior epilogo.
Davvero felicissimo e... che neve sia!
E' stata una stagione "estiva" piena di sorprese e di sogni realizzati ma ora necessito di un po' di riposo.
Se volete fare due chiacchiere venerdì 17 novembre sarò a Villa d'Adda, vedi locandina del post precedente, mentre domenica 26 novembre sarò a Osio Sotto.
Quest'ultimo evento però è "riservato" e per poter partecipare dovete contattare il gruppo C.A.O.S. di Osio Sotto.
Ciao a tutti, ci "riposteremo" più avanti!



giovedì 2 novembre 2017

Venerdì 17 novembre 2017 serata a Villa d'Adda!

Dicono siano cambiate le credenze pertanto venerdì 17 porterà fortuna a tutti coloro che verranno a Villa d’Adda mentre porterà sfiga a quelli che non verranno!
Scherzi a parte venerdì 17 novembre 2017 sapete dove trovarmi.
Lo “Scrigno delle Alpi Orobie” si riaprirà nuovamente.
Racconti di storie e… storie da raccontare!

P.S. Tenetevi forte perchè settimana prossima arriverà un album da leccarsi i baffi; l'ultimo tassello di stagione, quella del 2017, semplicemente da incorniciare!