sabato 17 agosto 2019

Monte Pedena - Cresta Nord

“Maurizio, l’esito dell’ecografia parla chiaro: nodulo al linfonodo.
Dobbiamo esportarlo tramite un intervento chirurgico per poi farlo analizzare.
Naturalmente, finché non avremo l’esame istologico non possiamo pronunciarci”.

Gelo totale.

Scusante il ritardo, ma durante gli ultimi mesi sono stato piuttosto impegnato.
La paura, l’intervento chirurgico e le successive cure, i pensieri, il ritorno dopo 35 anni nel collegio di frati che mi hanno cresciuto da piccolo ed una petizione per cercare di salvare le Alpi Orobie da chi diceva di voler salvare la montagna!
Insomma, di questi ultimi e travagliati mesi potrei scrivere e raccontare tanto quanto sono stato assente, ma preferisco dimenticare lasciando che il tempo cancelli questa fase piuttosto delicata della mia vita.
Il classico periodo dove tutto sembra un po’ nero seppur la forza di volontà, come molti di Voi sapranno, non mi è mai mancata.
Il classico periodo dove ti poni molte domande facendo fatica a trovare anche soltanto il 30% delle risposte.
Però sono felice di essere tornato per raccontarVi quest’altro tassello di quel grande puzzle chiamato VITA!
Prima a marzo e successivamente a fine maggio, una serie di conferenze in Spagna alle pendici della Sierra Nevada si sono inoltre rivelate come la classica ciliegina sulla torta; quasi un premio dopo i numerosi anni dedicati alle “belle Orobie”. Questa è la vera promozione di cui hanno bisogno le nostre montagne, mica le inutili (e futili) carovanate da record che mettono in pericolo il già fragile ecosistema montano.
Nei giorni di lontananza mi mancava tutto delle Alpi Orobie: il silenzio della neve, le emozioni di una cresta, il profumo dei Rododendri, la paura della riscoperta, l'adrenalina di un passaggio esposto, la pace di una camminata, la bellezza.
Insomma, TUTTO.


Tornare tra le “le Belle Orobie” e ritrovare una forma fisica “decente” non è stato semplice, e sinceramente sono ancora lontano dall’ambito obiettivo! 😊
È proprio vero; la vita può cambiare in un attimo e senza preavviso, ma l’essenza della vita stessa è racchiusa nella sua imprevedibilità.
Ma torniamo a noi!
Avevo salito il Monte Pedena da quasi tutte le creste e da tutti i suoi versanti… inverno incluso. A tal proposito l’ascesa del Pedena con gli sci ai piedi è davvero qualcosa di straordinario!
http://maurizioagazzi.blogspot.com/2018/02/monte-pedena-skialp.html
Quasi tutte, per l’appunto, perché mi mancava la Cresta Nord e durante i giorni della degenza, dove il tempo non sembra trascorrere mai, mi ero ripromesso di andarci appena la forma fisica me l’avesse concesso!

“Bella montagna, di linea discretamente ardita, prevalentemente rocciosa, a Nord del Passo di Pedena.
Per la Cresta Nord (media difficoltà): Dal Baitone (1909) si raggiunge la bocchetta che separa il Monte Lago dal Monte Pedena, quindi si segue costantemente il filo della cresta sempre roccioso
(a dir la verità anche un po’ erboso) fino alla vetta (Alpi Orobie di Saglio, Corti e Credaro 1956).

Sinceramente me l’aspettavo un po’ più “pepata” seppur il suo breve tratto mediano ne vale la visita.
L’ambiente è discretamente selvaggio, il posto è silenzioso e spesso solitario, proprio come piace a noi!
L’avvicinamento: giunti al Passo San Marco, ottimo punto panoramico sulle Alpi Retiche, è necessario scendere una decina di chilometri per il versante valtellinese fino ad incontrare il rifugio Monte Lago, facilmente individuabile in quanto posto poco sopra una curva stretta (1557) e, parcheggiata l’automobile, si risale la larga carrareccia che in pochi minuti raggiunge il pianoro dov’è posto il rifugio.
Purtroppo settimana scorsa abbiamo verificato che il rifugio è ormai chiuso e in fase di abbandono; non nascondo di aver avuto un sussulto al cuore visto che per molti anni il mio giorno di ferragosto l’ho trascorso a spasso per queste vallecole.
Alle spalle dell’edificio inizia un comodo sentiero ottimamente segnalato con le caratteristiche strisce bianco-rosse che attraverso una lunga diagonale verso destra giunge ad una baita (1689), favoloso il panorama sulla Valtellina, e, proseguendo sulla verticale della medesima (non farsi ingannare da una traccia che corre verso destra), approfittando di una serie di dossi erbosi, transita nelle immediate vicinanze di una seconda baita a quota 1824.
Continuando “dritti per dritti” si tocca il Baitone posto a quota (1909 m).
L’ambiente è fantastico e verso destra l’avancorpo del Monte Pedena, data la maestosità della montagna, si lascia ammirare!
Superata una terza baitella, caratterizzata da una croce in legno posta su un dosso, e giunti nei pressi di un laghetto, l’unico dell’intera Valle del Bitto di Albaredo, si abbandona il segnavia puntando a vista alla Bocchetta di Monte Lago, ossia il ben individuabile intaglio a “V”, punto di massima depressione della cresta che collega il Monte Lago al Monte Pedena.
Senza raggiungere l’intaglio, la prima parte della cresta è poco remunerativa e troppo erbosa, deviando decisamente a destra si punta alla cresta nel punto in cui l’erba lascia spazio alla roccia (più o meno poco oltre il primo terzo partendo dalla Bocchetta di Monte Lago).


Il crinale, sebbene alcuni tratti si presentino delicati e affilati, risulta facile e divertente; soltanto un breve muretto verticale richiede la dovuta cura e attenzione (II, forse qualcosina di più), laddove ci siamo legati con uno spezzone di corda. D’altronde non avevamo trovato nessuna relazione moderna che descrivesse la cresta in maniera esaustiva.
Ricordate?
Avventuroso ed esplorativo; questo è il modo di intendere l’alpinismo!
Con me, Filippo.


Attimi.
Di bellezza!


La parte più interessante della Cresta Nord.


Tratti affilati ed esposti; proprio come piace a noi!


L'orizzonte verso Est.
La giornata era iniziata male, ma dopo un'oretta le nebbie hanno lasciato spazio alla fantasia!


E... niente!


Protezioni... con vista!


Sulla bella placchetta a metà cresta a sfondo Monte Lago.


Particolari sul breve, ma comunque interessante, passo a metà crinale.
La grande (ri)scoperta continua...


La roccia è comunque buona per essere SelvaggiOrobia!


Il cielo in subbuglio.
Ma tanto ormai è fatta!


Particolare sull'ometto di vetta.


Anche l'ultima cresta del Monte Pedena è stata messa in saccoccia.
Un bel ritorno dai!