Zoomata "albeggiante" con protagonista la Corna delle Quattro Matte.
Sulla destra è visibile la piccola croce di vetta con la linea terminale di salita seguita all'uscita del profondo canalino -da qui non visibile- che solca il versante opposto della montagna...
L'elegante sentinella fotografata qualche mese prima dal "crestone delle Pecore" alias Passo della Porta!
Sempre lei vista dal Pian di Vione...
Si cavalca tra ripidissimi pendii erbosi e canalini molto friabili.
In questo scatto eccone uno risalito con estrema attenzione...
Lo sperone finale della Corna, che i locali usano chiamare "La Pala", visto dalla bocchetta del Lazaret, con linee di salita.
Il canalino di collegamento resta nascosto.
Passa laddove s'interrompe la linea rossa...
Dopo 5 ore di avvicinamento (!) comincian le danze.
Qui in azione nel riluttante canalino che permette di raggiungere l'esposto sperone Est!
La paretina finale.
Per nulla banale e da salire con estrema attenzione (la corda è visibile sulla sinistra).
Filippo non salirà ma risulterà fondamentale per la mia conquista controllando dal basso la mia ascesa/discesa.
Senza il suo aiuto sinceramente non sarei mai salito.
Thanks!
Venti metri prima dell'uscita in cresta la corda, ahimè, finisce.
La blocco sotto un sasso ed urlo a Filippo di non recuperarla per nessun motivo.
Proseguirò slegato.
Son pochi metri ma alquanto verticali ed esposti: 200-300 metri da un lato e un centinaio dall'altro. Intravedo un chiodo ma non posso utilizzarlo perché la corda è terminata.
Fuck.
Mi armo di coraggio e proseguo. Pochi minuti e finalmente compare il tratto finale di cresta che, terminato lo spigolo EST, si presenta così.
Sogno o son desto?!?!
Esulto silenziosamente tirando un sospiro di sollievo un po' timoroso per via della discesa che dovrò affrontare da solo; Filippo in questo caso risulterà provvidenziale.
Ora però mi godo il panorama che offre questo fantastico ballatoio con gli occhi stracolmi di gioia. Verso est tutto il gruppo del Pizzo Camino...
La "Regina" Orientale...
Son visibili quasi tutte le Orobie.
Che spettacolo!
OrtoFoto, giuro che non è una parolaccia.
Colere si mostra bellissima.
Ci sono "solo" 1000 e più metri a separarci.
A picco.
Meglio non volare, ma giuro che quel giorno facevo quasi fatica a guardare...
L'onirica linea che dal Pizzo Redorta si spinge fino al Pizzo di Coca: benvenuti tra i "Giganti delle Orobie"!
La "dolorosa" e spezzata diga del Gleno catturata dalla vetta della Corna.
Tristi ricordi legano questo sbarramento agli abitanti della valle..
Le lunghissime e scoscese creste del Lazaret con qualche omonima cimetta e la in fondo il "Re della conca di Schilpario"...
Il gruppetto di persone che quel giorno stava percorrendo il sentiero attrezzato della Porta col quale ho comunicato dalla vetta.
Sei salito da solo?
Mi urlano.
Ma sei fuori?!?!?!
Ri-urlano!
L'ultimo saluto alla Corna.
Un po' mi spiace abbandonare quello che reputo uno dei balconi più belli, onirici ed attraenti delle Prealpi Orobiche.
La vita appesa a un "Camalot" da 0,5 un po' vetusto, obsoleto, incastrato e utilizzato per l'adrenalinica calata a corda doppia.
Meglio trattenere il respiro!!!
Bisogna (ahimè) tornare ed il rientro sarà davvero molto lungo e assai faticoso.
Qui... durante la discesa in doppia nel profondo canalino.
"Camalottino", ti prego (sco)reggi!!!
L'ultimo saluto alla nostra piccola (grande) linea.
E' stata duretta e sarà la mia ultima volta da queste parti.
Parte una lacrimuccia...
Ed ecco la lunghissima e articolata cresta del "Lazaret" percorsa in toto per raggiungere la Corna (12 ore tra andata e ritorno).
Quel giorno quasi svenivo dalla fatica...