Ho vagato per anni
tra le belle Orobie, ma mai mi era capitato d’osservare uno spettacolo così
meraviglioso.
Uno spettacolo tanto bello quanto preoccupante?
Sono convinto che la natura ci lancia dei segnali e se questo non è un grido
d’aiuto… poco ci manca.
Svariate volte sono stato sulla Vedretta di Scais; l’ho sciata durante i mesi
freddi, l’ho ammirata nel momento dell’alba e l’ho risalita prestando
attenzione ai crepacci, ma quello che s’è presentato dinanzi ai miei occhi
proprio non me l’aspettavo.
Una galleria quasi perfetta lunga un centinaio di metri con volte ghiacciate
che nemmeno l’architetto più sapiente sarebbe riuscito a realizzare.
“Massiccia montagna, la terza per altezza delle Alpi Orobie, sorgente come
forte pilone dove la linea orografica principale piega ad angolo retto.
Con modesto sviluppo sul lato abduano (Caronno), con una maestosa parete
verso V. di Coca, e con una cresta lunga e complessa verso mezzodì, che con le
sue diramazioni delimita quattro bacini, di Coca e di Fiumenero, maggiori
estremi, e gli intermedi minori valloni del Fosso e Antica.
Al Redorta, salito nella prima metà del secolo scorso (‘800 nda) dai Topografi
dello Stato maggiore austriaco, la prima visita di alpinisti è stata quella del
15 settembre 1874, dei valtellinesi F. Besta, C.R. Bonfadini, A. Buzzi, L.
Ginomi, G. Orsatti a A. Rossi”.
Sabato 6 maggio sono partito solitario nel cuore della notte con l’intenzione
di abbracciare il Pizzo di Redorta ancor vestito con l’abito elegante
dell’inverno.
Giunto alla 02:00 a Fiumenero mi sono però accorto che la batteria della
frontale era praticamente morta!
Non curante del problema (vagabondare durante le ore notturne non mi dà
fastidio) ho comunque deciso di salire al rifugio Brunone scortato dal buio
abbraccio della notte.
Inutile dire che è stata un’esperienza tra il mistico e il contemplativo; non
ne conosco il motivo ma, quando ad accompagnarmi è il roco respiro dell’oscurità,
il tempo vola.
Giunto al Brunone, con stupore, mi sono reso conto che il rigelo notturno è
stato ospite gradito perciò, senza colpo ferire, ho iniziato la lunga salita
che in un paio d’ore mi ha consegnato la panoramica vetta di uno dei tre
“giganti delle Orobie”.
Col fiato corto e il cielo azzurro, mentre godevo del colpo d’occhio, ho
puntando il binocolo verso NW scorgendo 500 metri più in basso un pertugio proprio
nel mezzo della Vedretta di Scais!
Avevo già visto alcuni scatti di questa “anomalia” creatasi durante l’inverno
2022/23, seppur convinto che il caldo dell’ultimo periodo avesse ormai celato
IL gioiello di ghiaccio.
Sceso quindi dalla via normale, tutta tracciata dal sottoscritto… buff buff, ho
deciso di buttare ulteriori metri di dislivello nelle mie (ormai sante) gambe!
Il resto?
PURA MAGIA o… un grido d’allarme?
Lascio a voi la decisione.
P.S. Entrare nel crepaccio della vedretta comporta un rischio piuttosto elevato, perciò ognuno è responsabile di se stesso.
Quasi non credo ai miei occhi!
Transito dal Brunone alle ore 6... regna il silenzio!
Parallela alla galleria in cui mi trovo corre una seconda galleria che dovrebbe avere i giorni contati.
Lo stupore sale a 1000!
Una cinquantina di metri più in basso compare l'uscita della galleria naturale.
Resterei ad ammirare questo spettacolo per ore, ma la sicurezza reclama velocità