Lo scrigno si riapre in via del tutto eccezionale venerdì 24 novembre 2023.
Non mancate, sarà un'occasione per rivederci poco prima di Natale.
Aggratis naturalmente!
“Amo le montagne di puro amore ma voi, Orobie mie, siete qualcosa di più per il mio cuore; avete il dolce fascino di un primo amore”!
martedì 24 ottobre 2023
Venerdì 24 novembre 2023 serata ad Albino!
giovedì 6 luglio 2023
Cima dei Corni di Sardegnana by Night!
DayDreams!
Da parecchio tempo mi balenava in testa l’idea di vedere nascere il nuovo giorno dalla Cima dei Corni di Sardegnana, ero quasi convinto che durante le ore notturne questa cima elargiva magia.
E non mi sbagliavo!
Così, un po’ per gioco, ma soprattutto per l’ottima conoscenza della zona, ho deciso di provare a realizzare questo piccolo desiderio legato all’idea di #progettoalbe che da ormai tre anni sta accompagnando il mio percorso di vita.
L’avvicinamento notturno non è stato banale; da Carona abbiamo percorso parte del sentiero estivo che porta al rifugio Calvi per poi risalire completamente il “Vallone” fino all’omonimo lago naturale (durante la notte questo “viaggio” è assolutamente WILD).
Dal Lago del Vallone, guardando in direzione del gruppo dei Corni, ci siamo spostati verso sinistra con un ampio semicerchio sulla pietraia fino ad imboccare un canale erbo-roccioso che con una diagonale in salita (da sinistra a destra… I grado) ci ha depositati alla selletta posta tra la Cima dei Corni di Sardegnana (o primo Corno, sx) e il gruppo degli altri corni (dx).
Qualche raro ometto poco prima dell’imbocco del canale indica la retta via!
Dalla selletta ci siamo quindi abbassati qualche metro verso sinistra scalando successivamente una breve spaccatura seguita da un curioso masso incastrato, lasciapassare per la vetta, da oltrepassare con un singolare “passo del leopardo”.
Durante le ore notturne questo tratto è straordinario!
Ammirata l’alba (freddissima!!!) ci siamo poi calati in direzione del Passo di Sardegnana, ossia la depressione tra il Pizzo Torretta e il Pizzo del Becco.
La discesa al Passo di Sardegnana si può compiere disarrampicando con passi nel limite del III grado oppure aiutandosi con due calate a corda doppia; soste in loco, serve una corda da 60 metri.
Per rendere indelebile la giornata abbiamo infine deciso di salire sul Pizzo Torretta percorrendo integralmente le creste che dal Passo di Sardegnana conducono al Passo di Aviasco; la discesa dal Pizzo Torretta ad Aviasco non è banale e, a tal proposito, è stato messo un cordino per un’eventuale calata nel tratto più ostico.
Insomma, se le Orobie son belle di giorno… figuriamoci durante la notte.
Non ci credete?
Guardate gli scatti fotografici!
Con me Filippo e Luca.
Ma quanto sono belle queste Orobie?
Dopo una notte a "combattere" col Vallone eccoci finalmente al cospetto dei Corni di Sardegnana!
Qui è goduria pura, siamo quasi nella spaccatura "lasciapassare" dei Corni di Sardegnana.
Il lago del Vallone osserva silenziosamente.
Il nuovo giorno sta per nascere!
Nella grotta del sasso incastrato "by night". Quasi non credevo ai miei occhi...
In silenzio... la bellezza... le Orobie.
Di notte!
Perchè in fondo basta poco per essere felici!
Il nuovo giorno sta per sorgere...
Ma nel frattempo verso Ovest il cielo si colora di rosa.
Mai vista una roba del genere!
Felice!
Anzi, felicissimo!
Verso il passo di Sardegnana durante le prime luci del giorno.
Il lago del Vallone zoomato.
Che perla!
Resterà una notte... cioè un giorno da ricordare.
Per sempre!
domenica 14 maggio 2023
L'inatteso (ma preoccupante) spettacolo della Vedretta di Scais + Pizzo di Redorta W+Normale
Ho vagato per anni
tra le belle Orobie, ma mai mi era capitato d’osservare uno spettacolo così
meraviglioso.
Uno spettacolo tanto bello quanto preoccupante?
Sono convinto che la natura ci lancia dei segnali e se questo non è un grido
d’aiuto… poco ci manca.
Svariate volte sono stato sulla Vedretta di Scais; l’ho sciata durante i mesi
freddi, l’ho ammirata nel momento dell’alba e l’ho risalita prestando
attenzione ai crepacci, ma quello che s’è presentato dinanzi ai miei occhi
proprio non me l’aspettavo.
Una galleria quasi perfetta lunga un centinaio di metri con volte ghiacciate
che nemmeno l’architetto più sapiente sarebbe riuscito a realizzare.
“Massiccia montagna, la terza per altezza delle Alpi Orobie, sorgente come
forte pilone dove la linea orografica principale piega ad angolo retto.
Con modesto sviluppo sul lato abduano (Caronno), con una maestosa parete
verso V. di Coca, e con una cresta lunga e complessa verso mezzodì, che con le
sue diramazioni delimita quattro bacini, di Coca e di Fiumenero, maggiori
estremi, e gli intermedi minori valloni del Fosso e Antica.
Al Redorta, salito nella prima metà del secolo scorso (‘800 nda) dai Topografi
dello Stato maggiore austriaco, la prima visita di alpinisti è stata quella del
15 settembre 1874, dei valtellinesi F. Besta, C.R. Bonfadini, A. Buzzi, L.
Ginomi, G. Orsatti a A. Rossi”.
Sabato 6 maggio sono partito solitario nel cuore della notte con l’intenzione
di abbracciare il Pizzo di Redorta ancor vestito con l’abito elegante
dell’inverno.
Giunto alla 02:00 a Fiumenero mi sono però accorto che la batteria della
frontale era praticamente morta!
Non curante del problema (vagabondare durante le ore notturne non mi dà
fastidio) ho comunque deciso di salire al rifugio Brunone scortato dal buio
abbraccio della notte.
Inutile dire che è stata un’esperienza tra il mistico e il contemplativo; non
ne conosco il motivo ma, quando ad accompagnarmi è il roco respiro dell’oscurità,
il tempo vola.
Giunto al Brunone, con stupore, mi sono reso conto che il rigelo notturno è
stato ospite gradito perciò, senza colpo ferire, ho iniziato la lunga salita
che in un paio d’ore mi ha consegnato la panoramica vetta di uno dei tre
“giganti delle Orobie”.
Col fiato corto e il cielo azzurro, mentre godevo del colpo d’occhio, ho
puntando il binocolo verso NW scorgendo 500 metri più in basso un pertugio proprio
nel mezzo della Vedretta di Scais!
Avevo già visto alcuni scatti di questa “anomalia” creatasi durante l’inverno
2022/23, seppur convinto che il caldo dell’ultimo periodo avesse ormai celato
IL gioiello di ghiaccio.
Sceso quindi dalla via normale, tutta tracciata dal sottoscritto… buff buff, ho
deciso di buttare ulteriori metri di dislivello nelle mie (ormai sante) gambe!
Il resto?
PURA MAGIA o… un grido d’allarme?
Lascio a voi la decisione.
P.S. Entrare nel crepaccio della vedretta comporta un rischio piuttosto elevato, perciò ognuno è responsabile di se stesso.
Quasi non credo ai miei occhi!
Transito dal Brunone alle ore 6... regna il silenzio!
Parallela alla galleria in cui mi trovo corre una seconda galleria che dovrebbe avere i giorni contati.
Lo stupore sale a 1000!
Una cinquantina di metri più in basso compare l'uscita della galleria naturale.
Resterei ad ammirare questo spettacolo per ore, ma la sicurezza reclama velocità