martedì 19 febbraio 2019

Monte Pietra Quadra - SkiAlp Edition

L’inverno che stiamo vivendo, ahimè, lo ricorderemo come uno dei più avari di neve e perturbazioni degli ultimi decenni. Se poi ci mettiamo l’anomalia della forte inversione termica il disastro è quasi assicurato.
(Ben) dieci gradi segnava il termometro in vetta al Pietra Quadra; 10 gradi sopra lo zero durante il mese di febbraio a quasi 2500 metri di quota.
Robe da pazzi…
Il Monte Pietra Quadra è “un lungo e pianeggiante costone che si stende a ponente del Monte Spondone. Si presenta con un fianco settentrionale costituito da una bastionata rocciosa e con un vasto pendio meridionale coperto da sfasciumi” (la via di salita scialpinistica).
Durante la stagione estiva la sua salita possiamo definirla classica e di scarso interesse, tolto l’ultimo ripido tratto, mentre in inverno e con gli sci ai piedi l’ascesa risulta non banale e di grande soddisfazione!
L’itinerario storico così recitava: “da Capovalle si segue il sentiero che rimonta una valletta boscosa (ora strada) in direzione delle Baite di Campo m. 1879, quindi si procede verso Nord-Ovest per un altro vallone pietroso fino alla Baita dei Tre Pizzi (in inverno questo traverso è quasi sempre delicato) e, da un piccolo laghetto, si sale per la costa ripida e petrosa in direzione della vetta”.

16 febbraio 2019.
È l’inverno del vento!
La neve non fa neppure in tempo a depositarsi che viene subito mutata e trasportata.
Oltre a ciò l’anomalia termica trasforma la più facile delle uscite in vere e proprie ravanate sovente difficoltose.
Problema: le alte temperature del giorno sciolgono e trasformano la neve mentre le basse temperature della notte fermano il processo di mutazione modificando la neve in infide lastre di ghiaccio.
Insomma, le condizioni non proprio ideali per salire con gli sci alle quote medio alte.
Soluzione: non c’è, e difatti l’istinto
(e il cuore) ci suggerisce una gita “old style” dedicata ad una montagna simbolo delle conche di Mezzeno e dei Laghi Gemelli: il Monte Pietra Quadra.
Ne uscirà una gita spettacolare!
Con i “Brembana’s boys” ci troviamo direttamente nella frazione di Capovalle (Roncobello) e mentre prepariamo armi e bagagli il buon Paolo scopre di avere dimenticato a casa le chiavi del porta sci. La sua gita finisce ancor prima di iniziare!
Può capitare oh; pensate che io una volta ho lasciato a casa lo zaino (!!!) mentre un’altra i bastoncini per sciare… che per fare scialpinismo
(non) SONO IMPORTANTI!
Risalire la strada
(ghiacciata) che porta a Mezzeno sci ai piedi è tanto noioso quanto deleterio, ma è parte integrante del pacchetto “all inclusive” e l’arrivo alle Baite di Mezzeno mitiga la noia lasciando spazio alla bellezza.
Durante l’inverno questo posto, credetemi, diventa un piccolo angolo di paradiso.
Dalla fine della strada svoltiamo a sinistra e, puntando in direzione Ovest, risaliamo un pendio già cotto dal sole delle 07:30 (andiamo bene penso tra me e me).
Il traverso estivo che porta direttamente al Roccolo del Tino è più facile del solito visto lo scarso innevamento, mentre il secondo traverso a mezzacosta al cospetto dei Tre Pizzi che sale all’imbocco della Valle del Pietra Quadra ci accoglie ghiacciato e col divieto assoluto di scivolare.
Pena: ti potresti fare molto male.
Per non dire malissimo!
Purtroppo e come pensavamo la neve è decisamente scarsa, ma la qualità è spa.zia.le.!
Oltrepassata la Baita dei Tre Pizzi saliamo, rampanti sotto gli sci, fino a circa 50 metri dalla vetta dopodiché con picca e ramponi affrontiamo l’ultimo pendio ripido (e ghiacciato) abbracciando infine la graziosa Madonnina posta pochi metri sotto la vetta.


Il colpo d’occhio dalla vetta propriamente detta, complice la giornata pressoché perfetta, è panacea per l’anima e la discesa sarà la ciliegina di una giornata tanto bella quanto inaspettata.
Baci e abbracci con tante strette di mano; una barretta un sorso di acqua e il sole che brucia la faccia.
What else?
Grazie Amici e grazie Orobie!



Il Corno Branchino in grande spolvero (in tutti i sensi)!


Un oceano di bellezza poco oltre il Roccolo del Tino!


Al cospetto dei... due pizzi.
Il terzo resta nascosto!


All'imbocco della valle del Pietra Quadra.
Durante la discesa bisognerà fare un po' di slalom tra i sassoni!


Da lasciare senza fiato.


Ambiente meraviglioso!


I colpi d'occhio sono tutti di prim'ordine.
Marco e i Tre Pizzi.


In fila per... quattro!


Ai piedi del palone terminale.


Per la via di salita scelgo un canale molto divertente che sbuca qualche metro sotto la Madonnina.
Una piacevole sorpresa che ha reso completa una gita già di per sé ottima!


La stupenda e scenografica uscita del canale!


Non vorrei scendere più!


Gli orizzonti si ampliano, la bellezza pure!


È sempre un piacere salire a trovarti!


Soltanto alle quote alte sembra inverno.


La discesa, goduriosa allo stato puro.
Grazie Orobie!



lunedì 18 febbraio 2019

Cima di Piazzotti (Valpianella Occidentale) - SkiAlp Edition

Le giornate… quelle belle.
Parti senza un’idea precisa in testa e torni all’auto conscio d’aver goduto di una bellissima salita al cospetto di un ambiente spettacolare.
Partito solitario da Pescegallo (Val Gerola) e poi su… “sparato” dal canalone culminante al Rifugio Benigni (ultima parte del canale con gli sci nello zaino per le pendenze un po’ sostenute e la neve troppo dura).
Dal rifugio salita alla Cima di Valpianella (Piazzotti Occidentale) e poi di nuovo giù per una giornata e una sciata semplicemente memorabili.
La Val Gerola con gli sci ai piedi non delude mai!

L’itinerario: parcheggiata l’auto a Pescegallo si calzano gli sci e puntando in direzione Ovest (Pizzo di Trona/Val Tronella) risalendo un fitto bosco si incontra una baita isolata; con poca neve e gli sci ai piedi questo tratto assume quasi sempre le sembianze della classica “lotta con l’alpe”!
Si risale quindi a sinistra un comodo pendio fino ad addentrarsi nell’ampia vallata dominata dal Torrione di Mezzaluna e dall’omonima cresta culminante al Dente di Mezzaluna.
Giunti alla Diga di Tronella si punta pertanto verso l’evidente canalone (sinistra) ampio nella parte bassa mentre in alto stretto (e spesso ghiacciato); prestare attenzione all’uscita e in caso di ghiaccio sarebbe buona cosa calzare i ramponi.
Nel vasto pianoro al termine del canalone sorge il Rifugio Benigni dal quale è visibile l’evidente croce della Cima di Piazzotti (o Valpianella Occidentale) che si raggiunge in breve!
Il rientro avviene dallo stesso percorso prestando attenzione all’uscita del canale che, come scritto in precedenza, spesso si presenta stretta e ghiacciata.


L'orizzonte si amplia mostrando tutto il gruppo del Mezzaluna... stupendo!
Nel link sottostante la traversata dal Torrione al Pizzo di Mezzaluna.

http://maurizioagazzi.blogspot.com/2015/01/torrione-di-mezzaluna_9.html


Questo invece tutto il gruppo del Tronella; splendidi ricordi mi legano a questa montagna soprattutto dopo aver compiuto la traversata integrale da Nord a Sud effettuata qualche anno fa con Yuri!
Qui sotto il link di quella giornata indelebile.

http://maurizioagazzi.blogspot.com/2014/09/dente-pizzo-di-tronella-anticima-sud.html


Meringhe in direzione Nord!


La Diga di Tronella in versione "ice".
Che ambiente meraviglioso!


La parte alta del canalone; quest'anno c'è proprio poca neve e difatti tra poco calzerò i ramponi per tribolare meno!


La parte alta è meglio farla senza sci soprattutto perchè il vento ha lavorato inesorabile ed oggi, 13 febbraio 2019, il pericolo di staccare qualcosa tagliando il pendio è molto alto!


Finalmente il sole... finalmente il Benigni.
Regna solo il silenzio e la bellezza, ma che poca neve quest'anno.
Un disastro...


Bellezza batte vento 10 a 0.
Ma che frècccc! 


Dal Pizzo dei Tre Signori al Pizzo di Trona.


Laggiù il Lago di Trona in versione verglass.
Il vento inizia ad essere fastidioso perciò bisogna scendere velocemente!


Di nuovo nel canalone.
Giù tutto d'un fiato e senza pensarci troppo!


Meringa a guardia del Tronella.
Un'altra giornata da ricordare!