Un altro piccolo regalo di una stagione unica; indelebile.
Basterebbe un breve concetto elaborato durante la metà del 1900 per descrivere (e immaginare) il severo ambiente di uno dei canali più belli e ambiti di tutte le Alpi Orobie.
…“Un canalino stretto ertissimo, serrato fra rocce precipiti, scende dalla Bocchetta di Scais in Val di Coca. Rettilineo nel suo terzo superiore e nell’inferiore, con due piegature poco pronunciate nel terzo medio, ha la sua foce vicina e poco a valle di quella del sub parallelo canalone della Bocchetta Meridionale di Porola, dal quale è separato quasi da un robusto cuneo, costituito dall’ossatura orientale della Punta di Scais. Il percorso del canale non è consigliabile che al principio di stagione, quando è colmo di buona neve, e in ore fredde. E’ rivolto al primo sole e, benché non vi siano frequenti le cadute di pietre, per la strettezza del canale, fra pareti precipiti, è da temere un pur minimo unico proiettile”…
Cenni da “Alpi Orobie” di Saglio, Corti e Credaro (1956).
“E’ da temere un pur minimo unico proiettile”.
Ma quanto cazzo amo questi scritti?!??!?
Ma quanto cazzo amo queste montagne?!?!?!?
Orobia… ti adoro!
Basterebbe un breve concetto elaborato durante la metà del 1900 per descrivere (e immaginare) il severo ambiente di uno dei canali più belli e ambiti di tutte le Alpi Orobie.
…“Un canalino stretto ertissimo, serrato fra rocce precipiti, scende dalla Bocchetta di Scais in Val di Coca. Rettilineo nel suo terzo superiore e nell’inferiore, con due piegature poco pronunciate nel terzo medio, ha la sua foce vicina e poco a valle di quella del sub parallelo canalone della Bocchetta Meridionale di Porola, dal quale è separato quasi da un robusto cuneo, costituito dall’ossatura orientale della Punta di Scais. Il percorso del canale non è consigliabile che al principio di stagione, quando è colmo di buona neve, e in ore fredde. E’ rivolto al primo sole e, benché non vi siano frequenti le cadute di pietre, per la strettezza del canale, fra pareti precipiti, è da temere un pur minimo unico proiettile”…
Cenni da “Alpi Orobie” di Saglio, Corti e Credaro (1956).
“E’ da temere un pur minimo unico proiettile”.
Ma quanto cazzo amo questi scritti?!??!?
Ma quanto cazzo amo queste montagne?!?!?!?
Orobia… ti adoro!
La linea diretta dell'odierno giuoco (foto scattata dal Pizzo Coca da Emanuele Chiurato, grazie!).
#desiderio
#desiderio
La notte ha portato consiglio ma soprattutto rasserenamento.
Il transito dal laghetto di Coca abbracciato dal buio.
One step back.
Brrrrividi... ma non solo di freddo; probabilmente gli ultimi giorni utili per godere di questa colata verticale.
Laggiù un piccolo cuore di ghiaccio si gode il momento migliore dell'aurora.
Lo sguardo verso il basso dallo stretto ballatoio della sosta.
Particolari che profumano di storia (We need protection).
L'atletica uscita dal secondo saltello completamente ghiacciato.
80°?! 81°?! 82°?! 83°?! 84°?! 85°?! TOMBOLA!!!
Mah... a me sembrava bella in piedi!
Pendenze regolari ornate da un cielo che più blu non si può.
Benvenuti nella parte medio-alta.
L'ambita finestra con protagonista il "Re".
L'armonia del ghiaccio neutralizza il freddo.
Meglio guardare verso l'alto!
Scherzo but... it seem to be in hell, but we're in heaven!
La vetta del Redorta dalla Bocchetta di Scais.
Dreams... are my reality.
Ore 6.45.
Sulla cresta finale, dopo un TUA quasi da record, le labbra accennano l'affaticato sorriso.
Tutto intonso... l'attimo più bello
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