giovedì 12 dicembre 2024

Piccola storia curiosa

Nell'ormai lontano 2003 lavoravo in un'azienda informatica di Bergamo. 
Un bel contratto da impiegato con tanto di quattordicesima e stipendio niente male. 
Tutto molto bello se non che mi licenziai poco tempo dopo per tentare di realizzare il mio grande sogno di vita.
Decisione che prenderei ancora cento volte!
Quasi tutti i venerdì andavo al lavoro con lo zaino già pronto cosicché, finito lo stesso, mi recavo direttamente ai Piani dei Resinelli per ammirare il tramonto dalla cima della Grignetta (mi allenavo per il mio progetto ancora segreto). Con me portavo solo lo stretto necessario: una bottiglia di vino (!!) e qualche snack!
Un venerdì di un ormai lontano mese di maggio misi in atto l’ormai salita consuetudinaria e, giunto sulla cima dell’amata montagna, notai aperta la maniglia del piccolo bivacco.

Erano i tempi dove le montagne non venivano prese d’assalto (ormai la Grignetta è popolata a tutte le ore in tutte le stagioni) e con mio grande stupore mi trovai dinanzi due fanciulle di Mandello al Lario ben più giovani di me!

“Che bella sorpresa” esclamai, le due ragazze si misero a ridere.
“Io ho portato una bottiglia di vino”, continuai orgoglioso!
“Noi invece abbiamo un salame (intero) [!!!] e pure il pane”!

Diventammo amici in un battibaleno e dopo neppure cinque minuti sembrava ci conoscessimo da una vita tant’è che dopo aver lautamente cenato scendemmo insieme intonando canti (s)degni del peggior cantore dell’universo!!!
Purtroppo non erano i tempi dei social (che bello) e i cellulari li avevano in pochissimi perciò, e ahimè, non ci vedemmo più.
C’è un particolare però che ricordo bene; durante la discesa feci un volo tragicomico rischiando di spaccarmi la testa!
Solo dopo parecchio tempo compresi che le due fanciulle non erano ragazze ma bensì angeli.
Immaginate se avessi bevuto da solo tutta la bottiglia di vino… ebbene, non sarei qui a narrarvi questa storia!
Ok, ok, vi starete chiedendo il perché l’ho raccontata solo adesso.
 Semplice perché qualche notte fa, mentre salivo in Grignetta, l'ho ricordata e… ho riso come un pazzo.
Da solo!

La morale di questo racconto?
Anche gli angeli bevono il vino!!!
😂😂😂😂



Freddo intenso... bellezza assicurata!


C'è poco da dire, bisogna solo godere!


E poi arriva lui e tutto si colora!


Camoscio d'oro!


Gli incontri inaspettati, quelli belli!
Lui è Silvano, istruttore e past-direttore della Scuola di Alpinismo "Ragni della Grignetta".
In pochi lo sanno ma nel 2011 ho frequentato quella scuola e, se tanto ho fatto sulle Alpi Orobie, molto del merito è anche suo e di tutti gli istruttori di questa severa e allo stesso tempo importante scuola.
Ricorderò per sempre quell'esperienza come una delle più belle, impegnative e profonde della mia vita.

Grazie #ragnidilecco


La conclusione più bella!

martedì 3 dicembre 2024

Dente di Coca – Via Corti/Lenatti

 Tre volte sono salito al Dente di Coca e per tutte e tre le volte ho percorso lo Spigolo Castelnuovo, sicuramente la via più diretta e meno pericolosa per raggiungere la cima, ma la via normale proprio mi mancava.
Da qui l’idea di salirla con Filippo durante la scorsa estate ricca di soddisfazioni quasi inimmaginabili.
Fuori il dente, quindi, fuori il dolore. O forse meglio… sopra il Dente tutto risplende!

“m 2926, Cuspide aguzza, una delle bellezze caratteristiche della testata della V. d’Arigna, sulla quale si erge con lisce pittoresche placche nerastre; il versante di Coca è pure ardito e selvaggio.
Lo spigolo occidentale si prolunga quasi orizzontale per lungo tratto dalla base della cuspide fino alla robusta elevazione m 2802, donde, volgendo a SO, scende al Passo di Coca. 1^ ascensione: 26 luglio 1908, A. Castelnuovo e G. Scotti, che proposero il nome di Punta Isabella; la salita venne compiuta per lo spigolo occidentale raggiunto direttamente per il versante settentrionale”.
Questa la storia dello Spigolo Castelnuovo!
Per quanto concerne invece la via Corti-Lenatti salita il 2 agosto 1935 i due protagonisti (ed il sottoscritto) la raccontano così “dal Passo di Coca si percorre la facile cresta fino a giungere nei pressi dello Spigolo Castelnuovo, solo un breve risalto verso la fine va affrontato con attenzione, e seguendo leggermente in discesa verso destra alcuni ometti si giunge alla base dell’erto e (all’inizio) poco inciso canalone.
Dopo un tratto facilissimo si continua nel canalone ormai ben inciso e si sale per le buone rocce della sua sponda sinistra, fino ad una bastionata di rocce più scure che traversa in alto il canale: la si vince arrampicando da sinistra a destra, per continuare alla cengia ripiano sotto la vetta”.

Il mio consiglio è di stare fin da subito radenti le rocce che delimitano la sinistra del canale (II/ III) aiutati da sporadici cordini utili per assicurarsi sia in salita (consigliata una corda da 60 metri) che in discesa aiutati da 4 calate in corda doppia.
Dalla cengia poi si piega verso destra decidendo se salire direttamente alla croce (ormai visibile, III) oppure sfruttando la cresta seguente (II).
Noi quel meraviglioso 7 settembre 2024 abbiamo optato per la cresta circondati da un clima silenzioso che rendeva unico ogni singolo respiro; per un istante abbiamo pure pensato di spingerci fino al Pizzo di Coca ma poi le nebbie, in rapida salita, e soprattutto la stanchezza del sottoscritto ormai al termine di una stagione pazzesca ci hanno fatto esclamare una delle classiche frasi fatte utili in questo tipo di situazioni: “chi si accontenta gode”.
E noi quel giorno abbiamo goduto di un’Orobia in ottima forma!
Il colpo d’occhio dalla cima è naturalmente grandioso; con ogni probabilità, assieme a quello del Pizzo di Scotes, uno dei più belli e istruttivi dell’intero arco orobico.
Null’altro da aggiungere se non far parlare gli scatti fotografici che meglio raccontano questa nuova avventura tra siffatte meravigliose montagne che tanto mi han donato.

Grazie #orobie


Il Dente di Coca con la linea della rampa-canale Corti-Lenatti.


Transito dal Passo di Coca impreziosito dalla piccola vedretta sormontata dal Pizzo di Scotes.


Filippo in cresta durante l'avvicinamento al dente.
La giornata promette bene!


Laggiù il piccolo laghetto di Coca con la Presolana in bella vista.


Il piccolo risalto roccioso da superare con attenzione poco prima dello spigolo.


Il precipite versante N offre scorci interessanti.


Nei pressi dello Spigolo Castelnuovo scendiamo qualche metro verso destra e entriamo nel canalone.


Dentro il canalone.
Alcuni cordini indicano la retta via!


Da qualsiasi parte ti volti è sempre una goduria per gli occhi!


La roccia, soprattutto nella parte bassa, fa letteralmente cagare!
Antenne altissime...


La parte alta invece è un po' più impegnativa ma indubbiamente più solida!


Giunti sulla cengia finale si apre una delle finestre più belle delle Alpi Orobie!


Siamo nel regno del Pizzo di Coca.


Punta di Scais, Pizzo di Porola, Cime di Caronno, Pizzo di Scotes e Pizzo degli Uomini dalla vetta del dente!


La Val d'Arigna con il gruppo del Bernina in bella vista!


Cime d'Arigna e Pizzo di Coca.
Tra pochi minuti tutto verrà avvolto nella nebbia!


Spettro di Brocken e Pizzo di Scotes.
Quanta bellezza!


Tutto il gruppo dei Druet con il Diavolo di Malgina.
Bellissimo!


Emozioni che solamente queste montagne riescono a donarmi!


La prima calata per il rientro si fa direttamente dalla croce alla cengia sottostante.


Particolare dedicato alla croce dalla cengia che cinge la cima.


Proseguono le calate nel canalone della salita.
Ogni tanto facciamo pulizia per evitare di beccare qualche sassone in testa!


Il colore del laghetto di Coca oggi è SUPER spettacolare!


Con lo sguardo al Pizzo di Scotes; soltanto tre giorni dopo sarò lassù solitario esultando di un'estate incredibile!