mercoledì 15 gennaio 2025

Aggiornamento di #progettoalbe

 “Il giorno è fatto per restare, la notte per fuggire.
Già, perché il giorno appartiene a tutti mentre la notte è solo dei sognatori”.
Non so per quale motivo ma l’altra notte mentre scendevo dalla Grignetta m’è uscita questa frase che descrive in maniera pressoché perfetta #progettoalbe.

Ho sempre detestato le festività e considero il giorno di Natale come il giorno dell’ipocrisia. Tutto è bello, colorato, ovattato per non dire finto e, dulcis in fundo, la gente che fino al giorno prima si odiava il 25 dicembre si vuole bene.
Per poi tornare ad odiarsi il 26… naturalmente!
Non sto a spiegarvi il motivo di questo pensiero seppur tutto derivi dal non avere mai festeggiato il Natale durante gli anni forse più belli e spensierati della mia vita.
Non per una mia scelta naturalmente!
Sotto questo punto di vista le Alpi Orobie e il gruppo delle Grigne, meteo permettendo, m’hanno sempre regalato una giornata speciale da dedicare completamente a me stesso; un giorno dove il silenzio, la pace, la solitudine e la bellezza regnano incontrastate.
Le strade si trasformano in dune desertiche e le cime delle montagne tornano a respirare la loro dimensione primordiale.
Molte sono le notti di Natale trascorse in vetta alla Grignetta e seppur meno numerosi sono i ricordi delle traversate delle due Grigne, alta più bassa, compiute proprio durante il giorno dell’ipocrisia.
Il 2024 come scritto nel post precedete per il sottoscritto è stato un anno piuttosto devastante e l’unico appiglio che m’ha permesso di non cadere sono state loro: le Alpi Orobie.
Queste montagne per me NON rappresentano un campo giochi per cibare l’ego (non ne ho bisogno e non mi interessa), ma sono un vero e proprio rifugio che più di una volta m’hanno salvato la vita.
Sono una persona complicata?
Può darsi.
Il motivo per cui lo sono?
Sicuramente non per colpa mia.
Sovente nella mia vita mi sono trovato a fare a cazzotti con me stesso per colpe mai volute e mai cercate ma… capitate e LORO in tutte queste occasioni m’hanno dato modo di sfogare quella rabbia che poco alla volta poteva devastarmi l’anima.
Confidandomi con amici ho sempre sostenuto che le Orobie mi hanno letteralmente salvato la vita perciò, e quando sarà il momento giusto, solo loro me la potranno togliere.
D’altronde se il Maurizio sgangherato e incapace di fare qualsiasi cosa (come spesso mi ripetevano coloro che dovevano starmi vicino) è diventato il Maurizio coraggioso e innamorato della vita il merito è SOLO di questo gruppo montuoso.
Orobie 💖💓💖💓
Ho scritto appositamente “gruppo montuoso” giacché le Alpi Orobie non sono solo cime, pareti, canali e creste, ma un’entità VIVA costituita da un microcosmo naturale di rara e inestimabile bellezza.
Flora, fauna, storia, cultura, bellezza.

Piacevoli incontri durante #progettoalbe sul Pizzo del Becco.

Per questo motivo ho deciso che tra la fine 2024 e l’inizio del 2025 avrei fatto qualche salita solitaria sia di giorno che di notte per regalarmi un po’ di serenità.
E qui apro una parentesi dedicata alle scorribande notturne spesso solitarie.
Girovagando per l’Orobia siete in parecchi che mi riconoscete e la domanda che quasi sempre mi sento porre riguarda proprio le ascese solitarie notturne.
Tengo a precisare che sarebbe buona cosa non emularmi in quanto l’andar per monti la notte richiede una conoscenza approfondita del territorio nonché la giusta dose d’esperienza soprattutto come nei casi del Pizzo Arera salito la notte di Capodanno e il Pizzo Castello goduto” durante i primi giorni del 2025 laddove la tipologia di terreno da affrontare non era proprio banale.
Mi chiedete se essendo solo non provo un senso di paura.
“Bisogna imparare ad avere paura, perché la paura ti salva!”, scriveva qualcuno tempo fa.
Non ho paura in quanto considero le Alpi Orobie un po’ come una casa e comunque prima di affrontare una montagna in stile notturno studio bene l’itinerario (magari andando pochi giorni prima per ricordarmi meglio dove passare) cercando poi di ricalcare esattamente l’itinerario studiato durante le ore del giorno. Questo perché non accertandomi quasi mai la percentuale della luminosità della luna molte volte mi trovo a “giocare” con notti estremamente buie e… poco accoglienti!
Rammento che durante le salite notturne dell’Arera e del Pizzo Castello la temperatura mediamente si attestava attorno ai 15 gradi sotto zero.
Nello zaino naturalmente porto tutto, anche il superfluo, in quanto e soprattutto durante la stagione invernale il terreno può cambiare in base all’altitudine, all’esposizione e alla temperatura.
Notoriamente il pericolo oggettivo durante la stagione fredda non deve essere sottovalutato.
Anche in presenza di un inverno poco nevoso com’è stato fino al 5 gennaio 2025 i ramponi e la piccozza sono stati compagni inscindibili; lastre di ghiaccio dovute alle bassissime temperature si potevano nascondere anche ad altitudini piuttosto basse.
Un’altra domanda che frequentemente mi viene posta riguarda il motivo dell’andare solo e per lo più di notte.
Dunque, all’inizio del progetto e in ogni caso durante la stagione più calda ho sempre avuto una piccola squadra formata da due amici per me storici Luca e Filippo che però ultimamente vuoi per impegni, vuoi per la stagione non proprio consona a questa tipologia di ascensioni hanno deciso di sospendere la continuazione di questa idea un po’ bizzarra!
Tutto ciò per me non rappresenta un problema dato che m’è sempre piaciuto andar per vette da solo, ma qui sorge un problema legato alla sicurezza.
Già, perché sinonimo di squadra/cordata è sicurezza; in effetti se dovesse succedere qualcosa quando si è in compagnia l’autosoccorso potrebbe risolvere molti problemi, mentre se si è soli è un bel casino alias… son cazzi!
Naturalmente questi sono calcoli che non faccio mai prima di partire sennò resterei nel letto al calduccio.
Pertanto che si fa?
Come prima cosa cerco di abbassare la percentuale di rischio (il rischio zero in montagna non esiste… figuriamoci in inverno, di notte e da soli).
Come?
 Studiando l’itinerario, preparandomi fisicamente e mentalmente magari cercando di pianificare in maniera pressoché perfetta l’orario dell’arrivo sulla cima cosicché da non patire troppo il freddo.
Mettendo nello zaino come scrivevo poco sopra tutto l’occorrente e… anche di più!
Senza forzare a tutti i costi l’ascesa ma prefissandomi una serie di “check point” per fare il punto della situazione: intensità del freddo, presenza di ghiaccio, velocità del vento (durante l’inverno il vento è quasi sempre presente al di sopra di una determinata quota), ecc.
In estate tutto ciò viene ridimensionato anche se c’è il rovescio della medaglia, ossia che la nascita del nuovo giorno avviene prestissimo, non lasciando quindi spazio al sonno!
L’idea di #progettoalbe partita un po’ in sordina e un po’ per gioco durante l’estate del 2020 col passare del tempo è diventata un vero e proprio progetto di vita che mi sta sorprendendo sempre più.
L’ennesima perla da custodire gelosamente il quel contenitore di meraviglie chiamato “scrigno delle Alpi Orobie”.
[A tal proposito: tra non molto riceverete notizie fresche per quanto riguarda il libro]!
😊 😊 😊 😊
Ero partito con l’idea di fare 4 al massimo 5 albe ma mi sono fatto prendere un po’ (troppo) la mano e attualmente il numero di ascese accompagnate dal “freddo respiro della notte” è divenuto importante: 50/60!
Un numero inimmaginabile all’inizio del progetto che, come scrivevo poc’anzi, è nato casualmente principalmente per fuggire dalla montagna post lockdown presa d’assalto da troppa gente.
Con l’arrivo della prima neve (siamo al 15 gennaio 2025) purtroppo il progetto andrà in stand-by per qualche mese, ma l’idea che mi sono preposto è di portarlo avanti anche nel 2025.
Questo è quanto!
Aga

    Qualche scatto di #progettoalbe:

Il "Re" delle Alpi Orobie baciato da #progettoalbe.

#progettoalbe a spasso per la Grignetta in inverno.

#progettoalbe gioca con la Regina!

Il Diavolo di Tenda abbraccia #progettoalbe.

#progettoalbe "incornicia" il Monte Valletto.

#progettoalbe sul secondo Diavolo: quello della Malgina!

#progettoalbe2025!

La prima alba del 2025 grazie a #progettoalbe2025.
Pizzo Arera 01/01/2025

Anche le notti più buie, fredde e  lunghe hanno una fine con #progettoalbe.

#progettoalbe2025 al Pizzo Castello.

La "pecora nera" di #progettoalbe.
Tramonto sulla Grignetta!

venerdì 3 gennaio 2025

Pizzo Castello & Cima d’Avert

Il 2024 lo ricorderò come un anno piuttosto sfigato seppur ricco di soddisfazioni orobiche.
In aprile l’ennesimo intervento chirurgico mi aveva letteralmente spezzato le gambe ma poi la forza di volontà ha avuto ancora la meglio contro tutte le sfighe che mi stanno capitando in questi ultimi anni.
Sarò sincero; un po’ tutta la mia vita è stata sfigata in quanto costretto a trascorrere parecchio del mio tempo tra ospedali e sale operatorie. Sommando tutti i ricoveri parliamo non di mesi ma bensì di anni.
Però, e come dice un famoso detto, l’importante non è cadere ma sapersi rialzare ed io, credetemi, mi sono sempre rialzato cercando nelle Orobie l’obiettivo del riscatto.
Ma veniamo a noi.
Avevo già postato tempo fa un report che raccontava questo itinerario ma le condizioni meteo (ahimè) non erano state favorevoli; nebbia, nebbia e… ancora nebbia!
 Da qui l’idea di riproporre il percorso con l’ausilio di alcuni scatti fotografici che meglio fanno comprendere le difficoltà e la bellezza di una cresta a fil di cielo.
Il percorso non è difficile, se fatto integralmente bisogna affrontare passi di II e forse III, serve soltanto un po’ di attenzione in alcuni tratti assai esposti laddove la qualità della roccia non è proprio il massimo.
Roccia d’Orobia DOP!
Potremmo infine definire questo percorso come l’inizio del vero e proprio crinale che dal Pizzo Castello porta in vetta al Pizzo di Redorta.
La cresta Sud della sopracitata montagna; la seconda assieme alla Punta di Scais per ordine di altezza seppur nel libro del Saglio, la bibbia delle Alpi Orobie, la Punta di Scais viene quotata 3039m, pertanto il Pizzo di Redorta dovrebbe essere la terza vetta più alta delle Alpi Orobie!
Il mio consiglio è di portare uno spezzone di corda (30 metri bastano e avanzano) con qualche protezione veloce cosicché da rendere l’ascesa sicura e piacevole.
Non serve una descrizione dettagliata per percorrere questa cresta in quanto la logicità della stessa non necessita di spiegazioni precise.
 Solamente nella parte alta, poco prima della cima d’Avert, bisogna prestare attenzione nell’affrontare un tratto piuttosto verticale ed esposto ma comunque di roccia abbastanza accettabile!
Le Alpi Orobie rappresentano un contenitore di svariate possibilità e questo itinerario è soltanto l’ennesimo esempio di una stagione, quella del 2024, per me assolutamente incredibile e da mettere in bacheca per tutto il resto della mia vita.
Che bello… che figata!
Qualche info.
 Per raggiungere il Pizzo Castello dalla caratteristica e facile salita bisogna parcheggiare l’auto nel parcheggio libero dell’autorimessa SAB poco prima di entrare in Valbondione per poi prendere il sentiero ben segnato che sale al Pozzo Enel.
Itinerario tratto dal sito del CAI di Bergamo: “Partendo dall'autorimessa delle autolinee SAB di Valbondione (870 m) posta all'inizio del paese (sulla sinistra), si sale nel bosco verso l'agriturismo "Salvasecca". Lasciatolo sulla sinistra si continua l'ascesa fino a incontrare una strada forestale che si segue per un certo tratto. La realizzazione di detta strada ha in parte modificato il vecchio tracciato. E' importante prestare attenzione ai segni bianco-rossi (soprattutto in discesa) per seguire il sentiero correttamente. La si percorre attraversando poi la val di Foga (1438 m) e, poco dopo, la si abbandona per seguire sulla destra il sentiero che riprende a salire con decisione, costeggiando per un tratto le condotte forzate della centrale dei Dossi (la strada porta invece alle Stalle di Redorta). Si esce dal bosco e si arriva a un fabbricato con molte antenne a quota 1680 m, si continua ora a mezzacosta attraversando sotto ripide pareti e, dopo una scalinata, si è al pozzo ENEL (1800 m)”.
Dal pozzo si segue ancora il sentiero per qualche minuto per poi abbandonarlo svoltando verso destra e, risalita una pietraia piuttosto scomoda, si giunge alla sella posta alla sinistra del Pizzo Castello.
Dalla sella piegando a destra e con itinerario piuttosto avventuroso si sale facilmente al Pizzo Castello con bella vista sull’alta Valbondione impreziosita del corollario di cime del Barbellino.
Tornati alla sella inizia la lunga e scorbutica cresta che conduce sulla cima d’Avert.
Buon divertimento!
P.S. Per la discesa ci sono svariate possibilità giacché terminata la cresta si intercetta il sentiero delle Orobie Orientali per cui: si può raggiungere il Rifugio Coca e scendere da lì, oppure salire al Simàl (il punto più alto del sentiero delle Orobie) per poi scendere dal Lago di Avert oppure ancora scendere “ad cazzum” la vallata posta alla sinistra del crinale percorso.
Buon 2025 a rutti... pardon tutti!



Al Pozzo ENEL.
In alto oltre il panettone erbo-ghiaioso s'intravede la sella da raggiungere per salire al Castello.

L'ambiente caratteristico salendo al Pizzo Castello.
Si passa ovunque con la giusta reazione fisica!

Lizzola e la Presolana catturate dalla cima.

Parte alta della Valle Seriana con il Passo di Valsecca in bella vista.

I contrafforti del Pizzo di Redorta e la piccola croce del Pizzo Castello.

La strana conformazione che rende omaggio al nome: Pizzo Castello.


La prima parte della cresta è erbosa, ripida e noiosa ma poi inizia il divertimento!


Menhir a metà crinale e Pizzo Arera.

Tratti scomodi ed esposti a cui prestare attenzione.

L'esposizione di certo non manca... ma che bello!

La regina domina l'orizzonte.

Nella parte alta antenne alte!

Dente di Coca (qualche giorno fa eravamo lassù), cime di Arigna e Pizzo di Coca.

Ginnastica d'Orobia!

Prospettive inedite della conca del Barbellino (tempo fa avevo percorso il crinale in compagnia della nebbia).

Profumo d'Orobia... sentore di magia!

Svariate possibilità e divertimento assicurato!

Il gruppo del Coca a vigilare.

L'ultima elevazione prima di abbassarsi e intercettare il sentiero delle Orobie.
La vera cima d'Avert si trova poco sopra il sentiero, dirimpetta questa quota!

"Ol Simàl" e l'imponente versante sud-est del Pizzo di Redorta.
In basso la vallata che si potrebbe scendere per un veloce rientro.

Nuovamente al Pozzo ENEL.
Che dire, un'altra giornata da ricordare per parecchio tempo!

22 Ottobre 2024.
La cascata di Val Foga in ottima forma!