Il 2024 lo ricorderò come un anno piuttosto sfigato seppur ricco di soddisfazioni orobiche.
In aprile l’ennesimo intervento chirurgico mi aveva letteralmente spezzato le
gambe ma poi la forza di volontà ha avuto ancora la meglio contro tutte le
sfighe che mi stanno capitando in questi ultimi anni.
Sarò sincero; un po’
tutta la mia vita è stata sfigata in quanto costretto a trascorrere parecchio del
mio tempo tra ospedali e sale operatorie. Sommando tutti i ricoveri parliamo
non di mesi ma bensì di anni.
Però, e come dice un famoso detto, l’importante non è cadere ma sapersi
rialzare ed io, credetemi, mi sono sempre rialzato cercando nelle Orobie l’obiettivo del riscatto.
Ma veniamo a noi.
Avevo già postato tempo fa un report che raccontava questo itinerario ma le
condizioni meteo (ahimè) non erano state favorevoli; nebbia, nebbia e… ancora
nebbia!
Da qui l’idea di riproporre il percorso
con l’ausilio di alcuni scatti fotografici che meglio fanno comprendere le
difficoltà e la bellezza di una cresta a fil di cielo.
Il percorso non è difficile, se fatto integralmente bisogna affrontare passi di
II e forse III, serve soltanto un po’ di attenzione in alcuni tratti assai
esposti laddove la qualità della roccia non è proprio il massimo.
Roccia d’Orobia DOP!
Potremmo infine definire questo percorso come l’inizio del vero e proprio
crinale che dal Pizzo Castello porta in vetta al Pizzo di Redorta.
La cresta Sud della sopracitata montagna; la seconda assieme alla Punta di
Scais per ordine di altezza seppur nel libro del Saglio, la
bibbia delle Alpi Orobie, la Punta di Scais viene quotata 3039m, pertanto il
Pizzo di Redorta dovrebbe essere la terza vetta più alta delle Alpi Orobie!
Il mio consiglio è di portare uno spezzone di corda (30 metri bastano e
avanzano) con qualche protezione veloce cosicché da rendere l’ascesa sicura e
piacevole.
Non serve una descrizione dettagliata per percorrere questa cresta in quanto la
logicità della stessa non necessita di spiegazioni precise.
Solamente nella
parte alta, poco prima della cima d’Avert, bisogna prestare attenzione
nell’affrontare un tratto piuttosto verticale ed esposto ma comunque di roccia
abbastanza accettabile!
Le Alpi Orobie rappresentano un contenitore di svariate possibilità e questo
itinerario è soltanto l’ennesimo esempio di una stagione, quella del 2024, per
me assolutamente incredibile e da mettere in bacheca per tutto il resto della
mia vita.
Che bello… che figata!
Qualche info.
Per raggiungere il Pizzo Castello dalla caratteristica e facile
salita bisogna parcheggiare l’auto nel parcheggio libero dell’autorimessa SAB
poco prima di entrare in Valbondione per poi prendere il sentiero ben segnato
che sale al Pozzo Enel.
Itinerario tratto dal sito del CAI di Bergamo: “Partendo dall'autorimessa
delle autolinee SAB di Valbondione (870 m) posta all'inizio del paese (sulla
sinistra), si sale nel bosco verso l'agriturismo "Salvasecca".
Lasciatolo sulla sinistra si continua l'ascesa fino a incontrare una strada forestale
che si segue per un certo tratto. La realizzazione di detta strada ha in parte
modificato il vecchio tracciato. E' importante prestare attenzione ai segni
bianco-rossi (soprattutto in discesa) per seguire il sentiero correttamente. La
si percorre attraversando poi la val di Foga (1438 m) e, poco dopo, la si
abbandona per seguire sulla destra il sentiero che riprende a salire con
decisione, costeggiando per un tratto le condotte forzate della centrale dei
Dossi (la strada porta invece alle Stalle di Redorta). Si esce dal bosco e si
arriva a un fabbricato con molte antenne a quota 1680 m, si continua ora a
mezzacosta attraversando sotto ripide pareti e, dopo una scalinata, si è al
pozzo ENEL (1800 m)”.
Dal pozzo si segue ancora il sentiero per qualche minuto per poi
abbandonarlo svoltando verso destra e, risalita una pietraia piuttosto scomoda,
si giunge alla sella posta alla sinistra del Pizzo Castello.
Dalla sella piegando a destra e con itinerario piuttosto avventuroso si sale
facilmente al Pizzo Castello con bella vista sull’alta Valbondione impreziosita
del corollario di cime del Barbellino.
Tornati alla sella inizia la lunga e scorbutica cresta che conduce sulla cima
d’Avert.
Buon divertimento!
P.S. Per la discesa ci sono svariate possibilità giacché terminata la cresta si
intercetta il sentiero delle Orobie Orientali per cui: si può raggiungere il
Rifugio Coca e scendere da lì, oppure salire al Simàl (il punto più alto del
sentiero delle Orobie) per poi scendere dal Lago di Avert oppure ancora scendere
“ad cazzum” la vallata posta alla sinistra del crinale percorso.
Buon 2025 a rutti... pardon tutti!
In alto oltre il panettone erbo-ghiaioso s'intravede la sella da raggiungere per salire al Castello.
L'ambiente caratteristico salendo al Pizzo Castello.
Si passa ovunque con la giusta reazione fisica!
Lizzola e la Presolana catturate dalla cima.
Parte alta della Valle Seriana con il Passo di Valsecca in bella vista.
I contrafforti del Pizzo di Redorta e la piccola croce del Pizzo Castello.
La strana conformazione che rende omaggio al nome: Pizzo Castello.
Tratti scomodi ed esposti a cui prestare attenzione.
L'esposizione di certo non manca... ma che bello!
La regina domina l'orizzonte.
Nella parte alta antenne alte!
Dente di Coca (qualche giorno fa eravamo lassù), cime di Arigna e Pizzo di Coca.
Ginnastica d'Orobia!
Prospettive inedite della conca del Barbellino (tempo fa avevo percorso il crinale in compagnia della nebbia).
Profumo d'Orobia... sentore di magia!
Svariate possibilità e divertimento assicurato!
Il gruppo del Coca a vigilare.
L'ultima elevazione prima di abbassarsi e intercettare il sentiero delle Orobie.
La vera cima d'Avert si trova poco sopra il sentiero, dirimpetta questa quota!
"Ol Simàl" e l'imponente versante sud-est del Pizzo di Redorta.
In basso la vallata che si potrebbe scendere per un veloce rientro.
Nuovamente al Pozzo ENEL.
Che dire, un'altra giornata da ricordare per parecchio tempo!
22 Ottobre 2024.
La cascata di Val Foga in ottima forma!
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