La cresta Nord della Cima Soliva culmina con una vetta bizzarra, di roccia biancastra e instabile, denominata dai locali “Mottolone Biòt” (Mottolone Nudo).
Una cima neppure troppo banale –bisogna prestare estrema attenzione durante la salita della pioda terminale- che offre un colpo d’occhio istruttivo su tutte le vette che fanno da corollario alla meravigliose valli di Vedello e Caronno.
Siamo quindi in Val Vedello, nel territorio di Piateda alla Piana di Agneda, sopra Sondrio.
Gli unici riferimenti al Mottolone li avevo spiati tempo fa sulla “guida del Saglio” laddove compariva la descrizione per la salita al Passo dei Càmer, l’ampio valico che si apre fra la Cima Soliva e la vetta più alta del Medasc: “si traversa il torrente e, per tracce di sentiero si risale il pendio, in direzione Sud, fin sotto le estreme rocce basali del Medasc, che si girano a destra (O) per massi e arbusti. In seguito si monta, appoggiando a sinistra verso il Medasc, sul pendio della potente bastionata rocciosa che corre fra il Medasc e il Mottolone (2496)”…
Un’altra informazione appariva nell’itinerario della Cresta “N-W” alla Cima Soliva: “si risale il profondo canale che scende dall’intaglio tra la Soliva propriamente detta e il Mottolone”…
Pochissime informazioni quindi e, credetemi, quegli ultimi trenta metri malsicuri ed esposti che c’hanno fatto tribolare.
Per renderla sicura, un passo di III° assai delicato su roccia bella marciotta, abbiamo protetto la salita con un chiodo –tolto durante il ritorno- e lasciato in loco una fettuccia utilizzata per la calata a corda doppia. Sconsiglio vivamente la salita dalla fessura che solca da sinistra a destra la pioda terminale poiché di roccia infida e MOLTO esposta. Vetta strana… per certi versi bizzarra ma decisamente meritevole.
Insomma, nuove prospettive e meravigliose sensazioni al termine di una stagione assolutamente da incorniciare.
Con me visto il carattere esplorativo e avventuroso della salita il maestro di montagna Yuri “Parimba” Parimbelli!
Gli unici riferimenti al Mottolone li avevo spiati tempo fa sulla “guida del Saglio” laddove compariva la descrizione per la salita al Passo dei Càmer, l’ampio valico che si apre fra la Cima Soliva e la vetta più alta del Medasc: “si traversa il torrente e, per tracce di sentiero si risale il pendio, in direzione Sud, fin sotto le estreme rocce basali del Medasc, che si girano a destra (O) per massi e arbusti. In seguito si monta, appoggiando a sinistra verso il Medasc, sul pendio della potente bastionata rocciosa che corre fra il Medasc e il Mottolone (2496)”…
Un’altra informazione appariva nell’itinerario della Cresta “N-W” alla Cima Soliva: “si risale il profondo canale che scende dall’intaglio tra la Soliva propriamente detta e il Mottolone”…
Pochissime informazioni quindi e, credetemi, quegli ultimi trenta metri malsicuri ed esposti che c’hanno fatto tribolare.
Per renderla sicura, un passo di III° assai delicato su roccia bella marciotta, abbiamo protetto la salita con un chiodo –tolto durante il ritorno- e lasciato in loco una fettuccia utilizzata per la calata a corda doppia. Sconsiglio vivamente la salita dalla fessura che solca da sinistra a destra la pioda terminale poiché di roccia infida e MOLTO esposta. Vetta strana… per certi versi bizzarra ma decisamente meritevole.
Insomma, nuove prospettive e meravigliose sensazioni al termine di una stagione assolutamente da incorniciare.
Con me visto il carattere esplorativo e avventuroso della salita il maestro di montagna Yuri “Parimba” Parimbelli!
Il bizzarro "Mottolone Biòt" catturato durante la traversata delle sette cime del Medasc.
Finalmente siamo riusciti a metterlo in saccoccia...
Finalmente siamo riusciti a metterlo in saccoccia...
Linee di salita (rossa) e discesa (verde) alla pala finale.
Meglio evitare la fessura che solca la parete sulla destra; espostissima e difficilmente proteggibile.
Il puntino verde è dove abbiamo protetto con un chiodo...
Il Piz Ceric vestito con l'abito suggestivo durante le prime ore della mattinata...
Il traversino più marcio del mondo.
Un'altra ravanata DOC ci attende al varco... alé Orobia!
Come al solito dal versante bergamasco giungono vorticosi nebbioni.
Il Pizzo del Salto si fa bello!
Pensavamo d'aver "palpato" le piode più instabili e malsicure del mondo ma ci sbagliavamo.
Ieri un'altra Avventura, l'ennesima, indelebile.
L’Orobia ormai m’è entrata sottopelle… m’ha conquistato il cuore.
Vorrei tanto che questa stagione non finisse mai… emozioni… colori… attenzione… (ri)scoperta. Ma soprattutto delicatezza e passione. TANTA passione.
Un tentativo di sorriso per esorcizzare la sensazione di vuoto e per tenere appiccicato quel sassone sul quale appoggio la mano sinistra e che prima o poi verrà giù (più prima che poi) ma di una cosa sono certo; sto bene quando sono tra le sue braccia!
Ovunque proteggi!
La meravigliosa uscita in cresta a sfondo... bluesssss!
Stra HAPPY con alle spalle il gruppo del Medasc, le SETTE cime traversate una anno prima, il Pizzo di Scotes e lo Scais!!!
Nuove prospettive per i gruppi dei Cavrin e del Gro (quest'ultimo traversato integralmente qualche giorno prima)...
Super panoramica dalla vetta con Lago di Scais e Piana di Agneda sovrastati dai gruppi del Bernina e del Disgrazia.
Sembra di stare in paradiso.
E chi se lo aspettava uno scenario così bello...
La lunga costiera delle sette cime del Medasc con Scais e Redorta...
Vista la pessima qualità della roccia il rientro lo effettuiamo con una bella calata a corda doppia sulla verticale del colletto "precipite" tra il Mottolone e la Cima Soliva...
Vetta ai più sconosciuta.
Da uno scatto fatto nel 2010 dal Piz Ceric scontornato e con freccia bianca il negletto "Mottolone"...
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