martedì 3 marzo 2015

Cima di Caronno e del Lupo + Pizzo di Porola - Traversata da "N" a "S"

Il terzo report dedicato ai post perduti.
Ad esser sincero questo report non l’avevo pubblicato neppure su MySpace; l’ho ritrovato casualmente in quel cassetto dedicato ai desideri orobici.
Sulla linea "spartivedrette" che unisce il Pizzo di Porola al Pizzo di Scotes sorgono due cime certamente inospitali: la Cima di Caronno e la Cima del Lupo.
Vette raramente visitate e di stampo meramente pionieristico.
Non avevamo molte informazioni e per questa ragione l’ascesa s’è rivelata "negletta" ma alquanto divertente.
La traversata non è banale seppur i gradi non siano elevati, un buon II° molto aereo con brevi tratti a sfioro del III°, e inoltre la cattiva qualità della roccia costringe a viaggiare con le antenne alte.
L’esposizione è grandiosa e la corsa, credetemi, vale il “prezzo del biglietto”.
Noi quel giorno siamo saliti alla Cima di Caronno da un’evidente sperone che diparte nei pressi del Bivacco Corti -vedi linea del terzo scatto- risalendo dapprima una lingua nevosa (utili i ramponi anche a stagione avanzata) e successivamente abbiamo percorso in toto la dorsale che si spinge fino al Pizzo di Porola.
Il mio suggerimento è di non abbassarsi troppo dallo spartiacque durante la traversata poiché il terreno è parecchio infido e sarebbe buona cosa tastare per bene ogni appiglio e qualsiasi appoggio.
La cavalcata è lunga, spossante, ma riserva rara soddisfazione e offre colpi d'occhio da URLO.
Benvenuti quindi in quella tipologia di alpinismo tradizionale, esplorativo e avventuroso che tanto mi piace.
Lo Sperone fu salito per la prima volta nel luglio del 1881 da Luigi Albani, Giuseppe Nievo con le guide alpine A. Baroni, I. Zamboni e I. Bonetti.
La Cima di Caronno (2930) venne celebrata come: “bella vetta che dalla valle omonima appare bifida, ergentesi a mezzodì della bocchetta di Caronno: con i suoi fianchi meridionali limita sulla d. il terzo medio della vedretta di Porola.
Questa invece la descrizione della Cima del Lupo (2900 c.): “la cresta corrente fra la bocchetta settentrionale di Porola e il passo del Lupo ha una modesta elevazione più presso alla bocchetta suddetta, specialmente individuabile per un robusto spigolone sul versante della vedretta del Lupo, per cui le è venuto il nome, che è conosciuto solo in val d’Arigna: sul versante di Porola nessuna prestanza fa individuare la breve sommità.
Il Pizzo Porola infine (2981, la settima montagna più alta delle Alpi Orobie dopo Pizzo di Coca (3050), Punta di Scais (3039), Pizzo di Redorta (3038), Torrione Curò (3005), Sperone Alto del Pizzo di Redorta (3010) e Fetta di Polenta, 2997) è “una bella montagna con i fianchi su tre bacini, di Venina, di Arigna e di Coca, dalle forme di elegante piramide con una modesta anticima settentrionale di notevole importanza orografica, perché se ne disparte verso N-W la robusta linea secondaria che va al Pizzo di Rodes (parte di questa linea la vedete in questo album): inoltre la linea principale, proveniente da N-E, dal lontano Passo di Coca, vi piega ad angolo retto, sale alla vetta vicina che pertanto appartiene solo alle valli di Venina e di Coca, per continuare sempre verso S alla Punta di Scais a al Pizzo di Redorta.
Il nome, che è anche quello del ghiacciaio che s’origina sui fianchi occidentali, deriva dalla zona dei pascoli dell’alta val del Caronno, appena a monte del rifugio Mambretti.
Visitata assai di rado, situata si direbbe nel cuore della catena, dalla vetta si ha una visione suggestiva delle maggiori montagne delle Alpi Orobie”.
La grande (ri)scoperta continua?!?!?!


Le flebili luci del Rifugio Coca e una spettacolare aurora dipingono l'ennesimo avvicinamento nella fredda notte...


Giunti al Passo di Coca scolliniamo e poco prima del Bivacco Corti risaliamo un ripido canalino nevoso (utilissimi picca e ramponi).
 Con attenzione, successivamente, superiamo la crepaccia terminale d'una delle tante conoidi della vedretta del Lupo...



Lo sperone del "Baroni" con la via di salita e la nostra traversata!



Poco sopra l'attacco la roccia sembrerebbe "buonina".
Sembrerebbe.
Infatti ben presto peggiorerà!



Immersi nel ma-gico o forse meglio dire ma-rcio mondo di Caronno.
Sembra vicina mentre è ancora terribilmente lontana!



Passi delicati(ssimi) ed esposti(ssimi) su piode taglienti(ssime).
S'amplia l'orizzonte dell'Orobia selvaggia.
Ambientone però!


Dalla Cima di Caronno s'intravede la parte finale della Cresta Corti.
"Chissà mai se un giorno riuscirò a scalarla" pensai quel giorno.
Il sogno s'è realizzato qualche mese fa!



Poco sotto la vetta è assolutamente vietato sbagliare.
Traversini "killerosi".
A picco ci sono tipo 300 [mila] metri!



Inizia la lunga ed affilata cavalcata verso il Pizzo di Porola.
Ciao ciao, Cima di Caronno...



Transito dalla prima breccia tastando roccette malsicure...



Sotto di noi la Vedretta del Lupo.
Nuovi orizzonti pure quest'oggi!



Alla ricerca della retta via.
Dai che si passa bene.
Oddio, bene è un parolone!



Una giornata così val bene un traversino... da panico!



Ma che spettacolo di crinale.
Cima del Lupo, Pizzo di Porola e Punta di Scais...



 A scavalco dell'ennesima quota senza nome.
Ambiente strabellissimo e... stramarcissimo!



Finalmente la vetta della Cima del Lupo.
Happy!



Arriva anche Filippo.
La stanchezza si fa sentire.
Poche ora prima eravamo in vetta alla Punta di Scais.
Due giorni indelebili!



Ed ecco la Cima del Lupo dalla Bocchetta Settentrionale di Porola.
Siamo scesi da lassù.
Consci che il peggio sia passato cerchiamo di contattare telefonicamente qualcuno che da Valbondione ci riporti all'auto lasciata a Fiumenero. Non sono molti chilometri ma in poco meno di 40 ore abbiamo "viaggiato" più di 30 ore con tanto "D+"; come scritto poco sopra il giorno prima eravamo sulla Punta di Scais!
Non troveremo nessuno disponibile e non ricordo la conclusione... troppe avventure in questi ultimi anni.
Se non sbaglio al Coca abbiamo incontrato un paio di amici di Filippo che si sono prestati ad accompagnarci.



Alé... alé pure il Porola.
Il forte vento da Nord non c'ha mollato neppure per un secondo ma ormai siamo tanto happy!



Una meravigliosa Punta di Scais con buona parte della severa Cresta Corti.
Poche ore prima eravamo lassù. Due giorni di fatica ma di rara soddisfazione.
La giusta ricompensa!



Divertimento (marcio) pure durante la discesa dal Pizzo di Porola!



Parte della nostra cavalcata.
Un altro piccolo desiderio s'è realizzato.
Dormirò per tre giorni consecutivi... alé stanchezza!

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