“C’è un tempo per tutte le cose” scriveva Paulo Coelho, e dopo tanto
scialpinismo la decisione di tornare tra le braccia della tanto amata Grigna è quasi
giunta spontanea.
Volevamo riprendere a “giocare” con la roccia e la scelta è
ricaduta su una bella via –bella nel senso… bella umida- conosciuta ai più ma
che come (ri) partenza andava fin troppo bene.
Il settore dei Magnaghi oltre che assolato offre svariate possibilità [quando
non viene assalito dai numerosi corsi di roccia] pertanto la preferenza è stata
quasi obbligata; andiamo sull’Albertini!
La via si sviluppa con difficoltà omogenee –III°+-IV°-IV°+ ecc.- ed in questo
periodo è semplicemente umidissima.
Sarà per questo motivo che in via saremmo state, che ne so io, al max un paio di cordate?!?!?!?
Maledizione, mi sa di si!
Con me SuperFilippo.
Il "roccione" dei Magnaghi col Sigaro in bella vista.
La mattina inizia bene ma ahimè durerà poco.
Maledetta umidità!
Torre Gino, in primo piano, Nibbio e Resegone...
Residui di neve nel canaletto di attacco...
Vuoto e verticalità un po' si fanno sentire!
Va... dove ti porta la corda!
La nebbia a mitigare l'esposizione...
Filippo all'inizio del diedro finale.
Duretto ma divertente!
Un salto e siamo sul Sigaro!
Cambio d'assetto stagionale.
Con divieto di guardare verso il basso!
Classiche linee del "giardino di pietra"...
La corda fa "pan-dan" con la croce del Sigaro!
La vecchia e ormai derelitta croce del Magnaghi Meridionale...
Siamo nel giardino di Ivo; quanto mi piacerebbe "passeggiare" come fa lui su linee decisamente impegnative.
Un marziano!
Inzia il festival delle corde doppie per tornare coi piedi per terra!
GRAZIE DELLA FOTO MAURIZIO
RispondiElimina:-)
Elimina