“È la più alta
montagna delle Alpi Orobie, massiccia e di forme imponenti ma pur eleganti per
tutti i suoi versanti, costituita, come tutto il suo massiccio, di scisti
argillosi permiani.
Ha due sommità distanti parecchie decine di metri: la meridionale, quotata
sulla carta, appena a N dell’incontro degli spigoli S e SE, tutta sul versante seriano, e la
settentrionale, sulla linea orografica principale, di elevazione appena minore”.In molti la chiamano Cresta Est mentre invece sarebbe più
opportuno definirlo, come battezzato dai vari Saglio, Corti e Credaro: lo “Spigolo
Est”.
Correva l’inizio di questo strano agosto 2016 e avevamo
voglia di “giocare” verso Est.
Non su una Est normale, ma sulla Est del “Re”; una linea meravigliosa che, se
osservata dal Rifugio Curò, trasmette in maniera chiara il senso avventuroso ed
esplorativo proprio degli angoli più curiosi delle “belle Orobie”.
Nonostante sia stata inflazionata in maniera costante, particolarmente l’anno
scorso, a noi mancava perciò l’idea è quasi sorta spontanea.
Ok, ok, sarò sincero.
Non è vero un cazzo di tutto ciò, perciò fate finta di non aver letto nulla!
Volete la verità?
Bene.
Da un po’ di tempo volevo realizzare “un’ideuzza malsana” di quelle che
ultimamente mi vengono un po’ troppo spontanee: percorrere i quattro versanti del
Pizzo di Coca nell’arco di poco tempo.
Nord – Sud – Ovest ed Est (odio gli 883 perciò non pensate neppure minimamente alla canzone).
I versanti Nord e Ovest notoriamente vanno percorsi durante la stagione
“fredda” quando la neve ricopre i ripidissimi e arrischiati pendii sfasciumosi
tipici dell’Orobia severa e, anche per questo motivo, li avevo rispettivamente saliti e scesi verso fine maggio
2016 al cospetto di un metro di neve maledettamente intonsa la quale aveva reso
l’avventura indelebile e funambolica.
Ricordate?
Mancavano quindi il Versante Est e Sud.
Mancavano per l’appunto poiché giorno fa ho deciso di finalizzare l’idea.
La via scelta per il versante Est s’è concretizzata con lo “Spigolo” mentre per
il versante Sud abbiamo scelto la via normale per un paio di motivi: per le
condizioni meteo non proprio belle e perché siamo partiti da
Valbondione per quello che s’è rivelato a tutti gli effetti uno scavalco del
Pizzo di Coca.
Ho scritto “abbiamo” in quanto sono stato accompagnato da Filippo, con me sullo
Spigolo Est, e Luca, salito in vetta dalla Bocchetta del Camoscio.
Insomma, un’altra bellissima avventura è stata messa in saccoccia!
Alcune info utili per la salita.
Innanzitutto basta una corda da 30 metri con un paio di friend medio-piccoli, tre rinvii e tre-quattro fettucce.
Nei punti più "ingaggiosi" troverete qualche chiodo mentre il caschetto è OBBLIGATORIO!
La via originale non è 100 metri prima del colletto, come scritto in molte
relazioni “scrause”, ma bensì una trentina di metri prima.
Per essere sicuri di avere attaccato giusto troverete un paio di chiodi in
loco dopo essere saliti una ventina di metri.
Raggiungere l'attacco è abbastanza semplice e intuitivo; superato il Rifugio Curò si sale in Valmorta fino a toccare il laghetto basso. Dal lago tramite traccia molto ripida, sentiero CAI numero 323, si perviene in una conca morenica ai piedi della Bocchetta del Camoscio. Si abbandona il sentiero e, svoltando verso destra, si punta alla breccia posta più a monte dello Spigolo Est.
Una trentina di metri prima del colletto, facilmente individuabile grazie ad una serie di massi incastrati che formano un oscuro camino, inizia la paretina.
Raggiungere l'attacco è abbastanza semplice e intuitivo; superato il Rifugio Curò si sale in Valmorta fino a toccare il laghetto basso. Dal lago tramite traccia molto ripida, sentiero CAI numero 323, si perviene in una conca morenica ai piedi della Bocchetta del Camoscio. Si abbandona il sentiero e, svoltando verso destra, si punta alla breccia posta più a monte dello Spigolo Est.
Una trentina di metri prima del colletto, facilmente individuabile grazie ad una serie di massi incastrati che formano un oscuro camino, inizia la paretina.
La parete dell’attacco originale, a detta mia e di Filippo, è ben più bastarda
del passo chiave di III° mentre la percorrenza dello spigolo non è mai obbligata. Più
si sta sul filo, più la salita risulta interessante.
La qualità della roccia è quasi sempre buona e durante la prima parte dello spigolo qualche breve appoggio sul versante Nord
potrebbe semplificare la progressione.
Un unico importante appoggio sul versante meridionale aggira l’orripilante e
pericolosa torre finale, grosso ometto in loco.
L’ultimo tratto di cresta infine è qualcosa di dannatamente divertente!
P.S. Nella clip iniziale troverete scritto "Cresta Est" ma non è un errore bensì una cosa voluta per facilitare l'indicizzazione del filmato.
Come scritto nel titolo questo è lo "Spigolo Est".
Il finale di giornata poi...
P.S. Nella clip iniziale troverete scritto "Cresta Est" ma non è un errore bensì una cosa voluta per facilitare l'indicizzazione del filmato.
Come scritto nel titolo questo è lo "Spigolo Est".
Il finale di giornata poi...
La bella linea della Est vista salendo verso il naturale del Barbellino...
Una spettacolare aurora ci accoglie nei pressi del Curò...
Arditi stambecchi arroccati sulla diga del Barbellino.
Venite giù da li che è pericoloso!
All'imbocco della Valmorta...
L'ostica paretina di attacco da prendere una trentina di metri prima del colletto.
Molte relazioni dicono di attaccare un centinaio di metri prima del colletto salendo per prati "sporchi" di roccette ma così facendo si snaturerebbe la linea originale dello spigolo.
Il mio consiglio è di portarsi uno spezzone di corda e salire la linea originale.
Il mio consiglio è di portarsi uno spezzone di corda e salire la linea originale.
Lassù s'intravedono due ragazzi di Sondrio con i quali faremo squadra fino in vetta!
Decidiamo di legarci col nostro cordino da 30 metri per superare il primo muretto decisamente non facile.
Ad un certo punto, viste le difficoltà e la roccia "orripilante", pensavamo di avere sbagliato...
Cresta di Valmorta, Diavolo della Malgina e Pizzo Cavrel dalla prima sosta!
Un vecchio chiodo ci rincuora facendoci capire che siamo sulla retta via.
Ma la relazione?
"Facile pendio di erba e roccette".
Questa è la linea originale!
Questa è la linea originale!
Filippo al termine della cengetta ascendente che porta sullo spigolo, propriamente detto!
Il secondo vecchio chiodo trovato durante la percorrenza della cengetta.
Questo è bello vecchio e profuma di storia!
Eccolo il traversino più stronzo -e marcio- del mondo!
La bella cresta che unisce il Pizzo Cantolongo alle Cime di Cagamei...
La roccia migliora, finalmente inizia il divertimento!
Giuliano e Matteo, i due simpatici ragazzi di Sondrio conosciuti in loco, poco oltre l'uscita del primo non facile tratto...
Roccia buona e passaggi da cercare di volta in volta.
La percorrenza è molto discrezionale!
Salgono le prime nebbie nonostante sia prestissimo.
I panorami oggi saranno miraggi inutilmente rincorsi!
Dopo essere salito a controllare scopro che si passa anche scalando questa pioda povera di appigli ma molto scenografica.
La roccia è buona e saliamo slegati.
Penso sia un bel III°!
Tra Sperone Nord-Est e Cresta Nord...
Filippo attacca il passaggio chiave.
Un muro verticale divertente e di roccia sanissima...
Solo per noi un'esclusiva finestra sul Pizzo Cantolongo!
Sul passo chiave.
Volare giù da qui significherebbe raggiungere il laghetto basso di Valmorta in... due secondi.
La nebbia mitiga l'abisso...
Il tratto chiave.
Sinceramente abbiamo trovato più difficile l'inizio della cresta.
Se fate caso a metà paretina è visibile un chiodo...
Barbellino in veste decisamente suggestiva...
La lunga ascesa continua tra diedri, canalini e placchette.
Lassù un bel diedrino di roccia sanissima ci farà divertire ancora per un po'!
Un inedito colpo d'occhio in direzione delle Retiche.
L'ultimo squarcio d'azzurro dopodiché sarà grigio fino in vetta...
Verso Sud le nebbie la fanno da padrona.
Matteo e Giuliano arroccati sull'ennesimo torrione roccioso...
Fosse sempre così la roccia orobica sarebbe fantastico!
Profumi e... colori!
A tre quarti la paretina forse più bella e simpatica di tutta la cresta.
Roccia davvero SUPER in questo frangente...
Fai un salto, fanne un altro.
Fai la giravolta, falla un'altra volta!
Fai la giravolta, falla un'altra volta!
Dopo quello del Redorta ecco il bouquet del Pizzo di Coca!
Quando le tipiche nebbie d'Orobia hanno un loro perchè!
La vetta ci accoglie con un po' di azzurro; la giusta ricompensa dopo molta fatica!
Quasi alla Bocchetta del Camoscio.
Ormai è fatta!
Meravigliosa perla orobica...
Tutti i versanti del Pizzo di Coca nell'arco di poco tempo.
Un altro piccolo desiderio realizzato.
(Tanto)³ Happy!
Leggere il racconto e guardare le foto col sottofondo musicale del video è il massimo !! Il video è spettacolare e impressionante,sembra di viverlo !! Come sempre grandi tutti!! Ciao ragazzi ;-)
RispondiEliminaGrazie cara! :-)
Elimina