Non si urla nei boschi e, se proprio devo dirla tutta, sarebbe opportuno
evitare di calpestare le foglie.
Il motivo di questa frase?
Nessuno.
M’è uscita spontanea e… mi piaceva!
Il rientro dai pochi-ssimi giorni trascorsi al mare è stato quasi traumatico e il raduno di “OT”, Orobie Trekking un gruppo di Facebook, cade giusto a fagiolo, vuoi per rincontrare un po’ di amici che non incontravo da svariato tempo, vuoi per compiere un’ascesa per il sottoscritto inedita.
Un’ascesa per il sottoscritto inedita, credetemi, è tanta roba!
Il ritrovo è stato fissato al “nuovo” Rifugio Branchino, situato nei pressi dell’omonimo lago, mentre la meta a me ignota è la Cresta Ovest della Corna Piana.
Con me lungo il crinale ci saranno altri cinque amici: Mauro, Pierangelo, due Claudio e Giorgio. Quest’ultimo il “vero capocordata” in quanto il solo ad averla già percorsa.
Informazioni su quella dorsale se ne trovano ben poche e fin da subito abbiamo compreso l’ovvietà di tale affermazione.
Diciamo che scrivere “marcia” è fin troppo riduttivo.
La Ovest della Corna Piana è una cresta elegante ma scorbutica, molto affilata nel suo primo terzo, e facilmente individuabile poiché parte “sparata” dalla Bocchetta della Corna Piana; passaggio tra la conca bucolica del Branchino e l’universo calcareo del Pizzo Arera.
Per coloro che conoscono il posto è il colletto dov’è stata posta una croce con campanella.
Passaggi obbligati non ve ne sono in quanto va seguita integralmente.
Dritta per dritta!
Il primo terzo sembra più uno spigolo e, come scritto poc’anzi, è molto scorbutico, delicato e di roccia veramente brutta, infida e arrischiata.
Il grado non è elevato, un buon II°, ma la pericolosità della roccia, raramente ho avuto a che fare con un calcare così “bastardo”, rende l’ascesa alquanto delicata e senza possibilità di errore.
La grande esposizione sia a destra che a manca incute quasi timore.
Terminato il primo ripidissimo tratto il crinale si abbatte concedendo qualche attimo di respiro per poi “calare” ad un’esigua breccia che offre, in caso di bisogno, una possibilità di fuga.
Per scendere alla breccia vi sono due possibilità: disarrampicare alcune roccette non difficili ma estremamente esposte oppure abbassarsi qualche metro su ripido prato in direzione Sud e poi traversare alla breccia (questa possibilità è sicuramente meno indolore).
Dalla breccia diparte un muretto roccioso breve ma delicato che rappresenta l’ultima vera difficoltà della cresta e, anche in questo, vi sono due possibilità.
La prima è di salirlo direttamente scalando una larga fessura “a mò” di camino, fatti tre metri è giocoforza spostarsi a sinistra e “spaccare” onde evitare un passo leggermente aggettante, oppure senza attaccare il muretto sfruttare una labilissima traccia visibile sulla sinistra che restando bassa, ma anche in questo su grande esposizione, traversa pochissimi metri e “agguanta” un pendio erbo-roccioso che porta al termine del muretto roccioso.
Terminato questo tratto il crinale man mano “scema” lasciando posto alla fantasia unita al divertimento.
Come scritto all’inizio il crinale -seppur breve- non è assolutamente da sottovalutare ed è adatto a persone con buon piglio avventuroso, passo sicuro e buone capacità di muoversi su terreni delicati.
La giornata s’è conclusa al Rifugio Branchino con sane risate accompagnate dal dolce fragore del temporale.
Gita bagnata…
Il motivo di questa frase?
Nessuno.
M’è uscita spontanea e… mi piaceva!
Il rientro dai pochi-ssimi giorni trascorsi al mare è stato quasi traumatico e il raduno di “OT”, Orobie Trekking un gruppo di Facebook, cade giusto a fagiolo, vuoi per rincontrare un po’ di amici che non incontravo da svariato tempo, vuoi per compiere un’ascesa per il sottoscritto inedita.
Un’ascesa per il sottoscritto inedita, credetemi, è tanta roba!
Il ritrovo è stato fissato al “nuovo” Rifugio Branchino, situato nei pressi dell’omonimo lago, mentre la meta a me ignota è la Cresta Ovest della Corna Piana.
Con me lungo il crinale ci saranno altri cinque amici: Mauro, Pierangelo, due Claudio e Giorgio. Quest’ultimo il “vero capocordata” in quanto il solo ad averla già percorsa.
Informazioni su quella dorsale se ne trovano ben poche e fin da subito abbiamo compreso l’ovvietà di tale affermazione.
Diciamo che scrivere “marcia” è fin troppo riduttivo.
La Ovest della Corna Piana è una cresta elegante ma scorbutica, molto affilata nel suo primo terzo, e facilmente individuabile poiché parte “sparata” dalla Bocchetta della Corna Piana; passaggio tra la conca bucolica del Branchino e l’universo calcareo del Pizzo Arera.
Per coloro che conoscono il posto è il colletto dov’è stata posta una croce con campanella.
Passaggi obbligati non ve ne sono in quanto va seguita integralmente.
Dritta per dritta!
Il primo terzo sembra più uno spigolo e, come scritto poc’anzi, è molto scorbutico, delicato e di roccia veramente brutta, infida e arrischiata.
Il grado non è elevato, un buon II°, ma la pericolosità della roccia, raramente ho avuto a che fare con un calcare così “bastardo”, rende l’ascesa alquanto delicata e senza possibilità di errore.
La grande esposizione sia a destra che a manca incute quasi timore.
Terminato il primo ripidissimo tratto il crinale si abbatte concedendo qualche attimo di respiro per poi “calare” ad un’esigua breccia che offre, in caso di bisogno, una possibilità di fuga.
Per scendere alla breccia vi sono due possibilità: disarrampicare alcune roccette non difficili ma estremamente esposte oppure abbassarsi qualche metro su ripido prato in direzione Sud e poi traversare alla breccia (questa possibilità è sicuramente meno indolore).
Dalla breccia diparte un muretto roccioso breve ma delicato che rappresenta l’ultima vera difficoltà della cresta e, anche in questo, vi sono due possibilità.
La prima è di salirlo direttamente scalando una larga fessura “a mò” di camino, fatti tre metri è giocoforza spostarsi a sinistra e “spaccare” onde evitare un passo leggermente aggettante, oppure senza attaccare il muretto sfruttare una labilissima traccia visibile sulla sinistra che restando bassa, ma anche in questo su grande esposizione, traversa pochissimi metri e “agguanta” un pendio erbo-roccioso che porta al termine del muretto roccioso.
Terminato questo tratto il crinale man mano “scema” lasciando posto alla fantasia unita al divertimento.
Come scritto all’inizio il crinale -seppur breve- non è assolutamente da sottovalutare ed è adatto a persone con buon piglio avventuroso, passo sicuro e buone capacità di muoversi su terreni delicati.
La giornata s’è conclusa al Rifugio Branchino con sane risate accompagnate dal dolce fragore del temporale.
Gita bagnata…
La Cresta Ovest è lassù che ci aspetta!
Il piccolo laghetto del Branchino in palese sofferenza...
Foto dello scorso autunno (2015).
Dalla Bocchetta di Corna Piana l'elegante Cresta Ovest.
Subito all'inizio i passi più bastardi!
Fin da subito la roccia ci fa presagire che non sarà una salita semplice e rilassante...
Dall'alto verso il basso dopo aver salito i primi ripidissimi metri compare una visione inedita della Bocchetta di Corna Piana.
Non è stato facile questo tratto!
Terminato il primo delicato tratto un po' di respiro prima di tornare a tribolare!
Corno Branchino e in lontananza il Pizzo del Becco...
Breve tratto disarrampicato e molto esposto poco prima del secondo muretto...
Ambiente molto interessante!
Giorgio impegnato sulla delicata paretina lasciapassare a momenti più rilassati!
Il Menna gioca a nascondino con i cumuli...
Superato lo spigolo iniziale questo è il passo più delicato dell'ascesa.
Un muretto da salire con molta attenzione...
Pochi giorni fa la Stella Marina.
Oggi la Stella Alpina!
Mauro sul ripidissimo.
La cresta è molto esposta e non concede il minimo errore...
S'intravede la vetta immersa in un'ambiente discretamente selvaggio!
Pier sul facile e -finalmente- divertente!
Fuori dalle difficoltà anche i panorami hanno tutt'altro sapore!
La visione più bella della mattinata!
Uno sguardo al Passo dei Laghi Gemelli...
Gli ultimissimi metri son sempre i più belli!
Ed anche questa è stata messa in saccoccia!
Si scende a sfondo anticima...
Bello, bello!
Oddio cosa sta arrivando; meglio scappare giù velocemente!
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