Per prima cosa ringrazio pubblicamente il CAI Alta Valle
Brembana e il suo presidente Andrea Carminati; la serata di sabato 17 dicembre
è andata benissimo e il Cinema Nuovo di Piazza Brembana era pressoché colmo di
gente.
Raccontare lo “Scrigno” dinanzi un pubblico così numeroso e interessato s’è
rivelata una gran bella soddisfazione.
Con grande rammarico ho però notato che le persone opportuniste alias gli "amici" dei social network che ultimamente m’hanno preso come “consulente privato delle Alpi
Orobie” erano tutte assenti.
Per questo motivo non risponderò più ai messaggi privati in FaceBook di coloro i
quali mi chiederanno informazioni atte a far crescere il loro ego.
Normalmente le consulenze si pagano e in ogni modo ci sono organi preposti che svolgono
egregiamente questo lavoro.
CAI in primis.
Nell’era in cui si tende volere tutto e subito a molte persone piace un po’
troppo “vincere facile”.
Detto questo passiamo al post.
Sono sempre stato attratto dalla versante Nord del Pizzo
Camino; un dedalo calcareo di roccia brillante laddove la bellezza sposa in
maniera pressoché perfetta l’avventura.
Durante le mie vacanze adolescenziali trascorse tra Colere e Schilpario spesso l’occhio
si spingeva fin lassù per poi perdersi nei pensieri d’una ascesa certamente non
alla mia portata.
Poi però accadde il colpo di fulmine con le Alpi Orobie e la mia direzione di
vita cambiò improvvisamente strada.
“Importante, frastagliata e complessa cima
tra la Valle di Scalve e la Valle di Lozio, frequentemente visitata per la
bellezza dell’ambiente. Il versante Nord visto da Schilpario sembra costituito
da un’unica parete –ecco il motivo della suddivisione del Canale Nord in due
distinte sezioni, nda- mentre in effetti è formata da due parti ben distinte e
separate da un largo piano inclinato di sfasciumi che, scaricandosi sul
versante di Varicla, separa la parte superiore da una lunga e larga bancata di
rocce che scende sulle testate della Valle d’Epolo e della Valle di Voia”.
La vetta e le sue creste sono costituite da scogliere dolomitiche che riposano
su estesi banchi di compatti calcari nerastri (calcari di Esino, nda).
Ignota è l’etimologia del toponimo: alcuni lo spiegano per i molti canali che solcano i fianchi, altri per i vapori racchiusi nelle conche che sfuggono e s’innalzano nei pressi della cima, ma l’origine vera si perde nei tempi.
Ignota è l’etimologia del toponimo: alcuni lo spiegano per i molti canali che solcano i fianchi, altri per i vapori racchiusi nelle conche che sfuggono e s’innalzano nei pressi della cima, ma l’origine vera si perde nei tempi.
Nelle vecchie carte la cima veniva chiamata Corna del Camino, poi divenne Cima
del Camino e infine si trasformò nella dizione attuale di Pizzo Camino, che
sembra la più esatta, anche perché vi sono due vette, vicinissime una
all’altra, che si presentano da vari lati alquanto acuminate.
Il panorama è grandioso: dal bacino dell’Oglio, in parte coperto dal massiccio
della Concarena e dal Prato Tondo, si scorgono alcune case di Breno, il
digradare del Torrente Lanico, l’abitato di Cividate e una insenatura del Lago
d’Iseo fra Pisogne e la Corna dei Trenta Passi; la ridente Valle di Scalve si
stende invece con un quadro delizioso dalle abetaie di Schilpario alle praterie
di Nona, con paeselli e casolari sparsi sui verdi pendii e con foreste
nereggianti, sulle quali si ergono le costiere del Venerocolo, le rocce del
Gleno e le scogliere della Presolana; al limite dell’orizzonte gli Appennini e
alcuni dei principali gruppi delle Alpi, tra i quali quelli del Rosa, del
Bernina, dell’Ortles e dell’Adamello.
Insomma, un’altra perla è stata inserita nello Scrigno delle Alpi Orobie!
I canali nelle condizioni in cui li abbiamo saliti noi, ovvero molto magri e poveri di neve, riservano pendii nevosi a 60° con passi di misto di IV°.
L'esposizione del primo canale è Nord-Ovest mentre il secondo è completamente a Nord.
L'esposizione del primo canale è Nord-Ovest mentre il secondo è completamente a Nord.
Il breve passo di IV° si trova quasi allo sbocco del secondo canale scalando direttamente, anzi per essere preciso poggiando leggermente sulla destra, la "fantastica grotta formata da alcuni macigni" descritta da Silvio Saglio nel suo libro: Prealpi Comasche, Varesine, Bergamasche (CAI-TCI 1948).
Per raggiungere il primo canale nei pressi del Passo di CornaBusa si devia a sinistra e tramite traccia di sentiero, attenzione la traccia è molto accidentata, si perviene all'evidente imbocco.
Per raggiungere il primo canale nei pressi del Passo di CornaBusa si devia a sinistra e tramite traccia di sentiero, attenzione la traccia è molto accidentata, si perviene all'evidente imbocco.
Buon Natale a tutti; magari ci risentiamo l'anno prossimo!
Salendo verso il Passo di CornaBusa è ben visibile il primo canale mentre resta nascosto il secondo.
Linea rossa la prima parte scalvina (N-W) mentre linea tratteggiata la seconda parte camuna (N) che come scrivevo sopra resta invisibile (passa sotto la cresta dal versante opposto)...
Linea rossa la prima parte scalvina (N-W) mentre linea tratteggiata la seconda parte camuna (N) che come scrivevo sopra resta invisibile (passa sotto la cresta dal versante opposto)...
Il primo canale è molto magro e alterna tratti facili nevosi a tratti di misto un po' pepati.
La roccia è comunque buona!
Superato il primo salto si sale su ottima neve rigelata...
Una bella finestra fin verso il Monte Ferrante!
Il secondo saltello di misto del primo canale si supera con un'elegante spaccata su ottimo ghiaccio e buona roccia!
All'uscita del primo canale veniamo accolti da tanta bellezza.
Il largo piano inclinato di sfasciumi descritto nel racconto iniziale!
Passo di Varicla e Monte Sossino....
Il secondo canale -Nord- parte subito ripido e divertente.
Questo invece il tratto più duro della giornata; attacchiamo il macigno che forma la "fantastica grotta" stando radenti alla sua destra.
Questo invece il tratto più duro della giornata; attacchiamo il macigno che forma la "fantastica grotta" stando radenti alla sua destra.
Penso un buon IV°.
Pochi metri ma tosti!
Dal Diavolo al Coca passando per il Redorta.
In basso la CornaBusa.
Ambiente superlativo!
Poco sopra il passo chiave che sinceramente non ho trovato semplice.
Con molta neve sarebbe tutto più facile!
Cime di Varicla, Cima Moren, Corna di San Fermo e Valcamonica.
Puro spettacolo e... non aggiungo altro!
Un altro bellissimo Pizzo Camino da conservare tra i più belli di sempre!
Uno sguardo in direzione Est.
Che giornata meravigliosa!
Si scende sotto attenta osservazione della Terza di Varicla e della Cima Moren...
Allo sbocco del canale della "normale".
Stiamo scendendo a mille all'ora e i quadricipiti sono infuocati!
Corna delle Pale, Corna di San Fermo e Corni di Negrino in versione WOW!
Dal Passo di CornaBusa sulla sinistra parte della Cresta Ovest percorsa esattamente un anno prima.
In centro il Pizzo Camino e sulla destra le Cime di Varicla.
Un'altra giornata da ricordare!!!
Ricami del tempo Pt. 5.
Regolarità naturali che nulla hanno da invidiare alla scienza della geometria euclidea!
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