E' un parere personale -perciò prendetelo come tale- ma queste sono tra le cime più scenografiche, eleganti, straordinarie nonché impegnative dell’intero Arco Orobico.
La cima anzi le due cime, poiché anche la “Pigna” è parte di questo sogno, che vantano meno ripetizioni in assoluto sulle quali, secondo noi, non saliva più nessuno da molti, anzi moltissimi, anni.
Non vorrei azzardare ma forsanche una ...ina d’anni!
Ventina?!?!?!?
Mi sa proprio di si.
Nemmeno sfogliando libri d’ultimo grido troverete traccia di queste due perle delle Alpi Orobie.
Assolutamente non banale l’ascesa, passi tra il IV° e il V° difficilmente proteggibili, ornata da rare emozioni e infinite soddisfazioni.
Un gran bel colpo, il più ambito, nonché un meraviglioso sogno realizzato.
Un gran bel colpo, il più ambito, nonché un meraviglioso sogno realizzato.
La descrizione che fecero i pionieri del Torrione Sant’Ambrogio è qualcosa di straordinario.
”Enorme monolito, di oltre 50m, che si stacca dalle rocce occidentali del Pizzo dei Tre Signori, affacciandosi con forma ardita al lago di Sasso. Costituito da conglomerato porfiroide, si presenta: da N come un vescovo mitrato, motivo per cui gli si diede l’appellativo di Sant’Ambrogio, patrono di Milano; da O con una liscia parete, strapiombante alla base e da E separato da una spaccatura in parte ostruita da massi accatastati".
Questo invece l'itinerario del 1931 dei fortissimi P. Faverio, L. Tagliabue, G De Simoni e A. Parravicini.
"Nei pressi della Bocchetta Alta si abbandona la cresta e scavalcando a sinistra grossi blocchi si arriva alla base del torrione. Si attacca la spaccatura, non difficile e in alcuni punti interessante; si supera a sinistra un primo salto; si passa a destra al di sotto di alcuni massi e, per una fessura verticale, ci si porta a un ampio ripiano, seguito da un lastroncino, che permette di raggiungere un grosso macigno, superiormente piano, sospeso sul canale di sinistra. Si attacca il torrione per un inclinato ballatoio, lungo un paio di metri e, con passaggio delicato per la scarsità degli appigli, si riesce sulla parete di sinistra. Si procede per alcuni metri, indi si sale verticalmente alla spalla e, da un secondo ballatoio, ci si sposta a sinistra, onde raggiungere e contornare lo spigolo S. Scesi a un piccolissimo ripiano, in posizione molto esposta, ci si arrampica verticalmente lungo un'esile crestina rocciosa e si guadagna la vetta".
Dunque noi, io e Yuri "Parimba", abbiamo attaccato il torrione -guardandolo dalla "Pigna"- dal suo lato sinistro (vedi fotografia numero otto del report) per quella che con ogni probabilità è una nuova variante di salita. La scalata l'abbiamo protetta in modo "trad" e sul torrione abbiamo lasciato solamente due cordini per le discese a corda doppia (la prima dalla mitra e la seconda -strapiombante- da un ballatoio) e un chiodo che proprio non voleva saperne di uscire.
Questo invece l'itinerario del 1931 dei fortissimi P. Faverio, L. Tagliabue, G De Simoni e A. Parravicini.
"Nei pressi della Bocchetta Alta si abbandona la cresta e scavalcando a sinistra grossi blocchi si arriva alla base del torrione. Si attacca la spaccatura, non difficile e in alcuni punti interessante; si supera a sinistra un primo salto; si passa a destra al di sotto di alcuni massi e, per una fessura verticale, ci si porta a un ampio ripiano, seguito da un lastroncino, che permette di raggiungere un grosso macigno, superiormente piano, sospeso sul canale di sinistra. Si attacca il torrione per un inclinato ballatoio, lungo un paio di metri e, con passaggio delicato per la scarsità degli appigli, si riesce sulla parete di sinistra. Si procede per alcuni metri, indi si sale verticalmente alla spalla e, da un secondo ballatoio, ci si sposta a sinistra, onde raggiungere e contornare lo spigolo S. Scesi a un piccolissimo ripiano, in posizione molto esposta, ci si arrampica verticalmente lungo un'esile crestina rocciosa e si guadagna la vetta".
Dunque noi, io e Yuri "Parimba", abbiamo attaccato il torrione -guardandolo dalla "Pigna"- dal suo lato sinistro (vedi fotografia numero otto del report) per quella che con ogni probabilità è una nuova variante di salita. La scalata l'abbiamo protetta in modo "trad" e sul torrione abbiamo lasciato solamente due cordini per le discese a corda doppia (la prima dalla mitra e la seconda -strapiombante- da un ballatoio) e un chiodo che proprio non voleva saperne di uscire.
Senz’ombra di dubbio la più GRANDE riscoperta degli ultimi vent’anni!
One step back.
Non ci crederete ma è una vetta delle Alpi Orobie.
La VETTA per eccellenza delle Orobie.
La "più meravigliosa" di tutte!
Two steps back.
Gli ultimi ESPOSTISSIMI metri del "vescovo mitrato".
Il sogno s'è quasi concretizzato!
Start dancing.
E' mattina presto e un "buon tempo" preannuncia la giornata più bella e intensa...
Come si presenta il "vescovo mitrato" nei pressi della Bocchetta Alta!
Enorme monolito di oltre 50 metri di forma ardita... scrissero!
Quel mazzolin di chiodi...
Più che un torrione sembra un ago acuminato e inoltre, da questa prospettiva, appare quasi come un piccolo Cervino!
Preparativi pre-scalata.
Ehm... sgamato!
La porta d'ingresso dell'ardito torrione.
Noi siamo saliti da li aprendo, probabilmente, una nuova variante di salita.
Una poco simpatica placconata liscia e viscida seguita da infido traversino...
Parte medio alta.
Poco oltre il primo ripiano ecco l'inclinato ballatoio scarso di appigli...
A tre quarti d'ascesa una straordinaria finestra naturale sul lago di Sasso...
Esposizione a dir poco impressionante.
Ma stiamo salendo in paradiso!
Il sogno principe.
Quello più ambito!
Sosta su... "best friends"!
Tra luci e ombre.
Verticali...
Felicità che non conosce spazio e tempo.
La vetta, cioè l'AGO, è nostro!
Finalmente la quota del Torrione Sant'Ambrogio!
Olé!!!
Meglio non voltarsi!
URKO DIAZ (Cit. Robssss).
Dalla "mitra" al primo ampio ripiano.
In un baleno!
Le impressionanti architetture verticali di questo piccolo angolo di paradiso.
Sulla sinistra il Sant'Ambrogio mentre sulla destra le pareti del Tre Signori...
La bizzarra "Pigna", il secondo torrioncello meno scalato delle Alpi Orobie.
Un attimo che arriviamo!
Indiscutibilmente e decisamente strapiombante la linea della seconda corda doppia...
E poi su alla PIGNA!!!
Bene, anche le Orobie hanno una loro Pigna.
Yuri impegnato a proteggere i primi non troppo facili metri...
Decisamente verticale appare il Torrione Sant'Ambrogio dalla Pigna!
Dall'alto verso il basso terminato il primo tratto bastardello...
Estesa panoramica dalla "Pigna" con vista dalle Grigne al Monte Legnone!
Una delle giornate più appaganti della mia vita.
Thanks Yuri!
Frammenti di storia.
Il fil di ferro più vecchio del mondo che "1000" anni fa usarono per calarsi in doppia.
E chi cacchio si fida a far giù una doppia da questi frammenti!
Lago di Sasso.
Addio... posto meraviglioso...
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