Stavamo tornando dall'ennesima via in Grignetta e il
temporale rendeva il rientro ricco di dubbi e pensieri.
Un’altra elegante torre s’era concessa deliziandosi con una scalata delicata ma
tutto sommato remunerativa e il nostro pensiero aleggiava silenzioso alla ricerca di nuove linee.
Non era tardi ma neppure presto; non avevamo fretta ma il fracasso del tuono,
inesorabile, pretendeva un’andatura “spacca fiato”.
Un tetro canale seguito da un traverso, una breve disarrampicata e poi
l’ennesima cengia “marcia da far paura” da affrontare con passo sicuro e voglia
d’avventura.
La Grignetta è bella per questo.
La Grignetta è –anche- brutta per questo.
La Grignetta resta sempre la Grignetta e non regala niente a nessuno.
Un corrimano quasi perfetto di catene era lì ad indicare che si, finalmente stavamo
rientrando nel mondo orizzontale ma, ahimè, attaccarsi ad una ringhiera ferrosa
con un temporale incazzoso sopra la testa non era cosa buona e giusta.
Dovevamo cercare un’altra soluzione, magari un po’ più tecnica, che ci tenesse
nascosti dal “generatore elettrico”.
Finalmente una nicchia, la nostra àncora di salvezza in attesa che il “mostro”
si calmasse, contrassegnata da un’impronta umana; una scritta azzurra su di un masso:
“Sara”.
Quasi per caso avevamo trovato una nuova “linea” da scalare la settimana
successiva.
“Filippo, ricordi Sara”?
Sara era una ragazza di soli trent'anni solare e generosa, spesso discreta e
con una grande voglia di vita, che
abitava nella nostra piccola comunità (Boltiere).
Sara era sorella di un mio grande amico, Mauro, con il quale ho trascorso gli
anni più belli e spensierati dell’adolescenza.
Con lui ho iniziato a muovere i primi passi in montagna.
Il primo Giro delle Orobie fatto insieme; il vero “start” di quell’immensa
passione divenuta quasi ossessione e infinito amore verso le Alpi Orobie.
Sara era semplicemente ‘Sara Riva’ e un maledetto male incurabile la portò via.
Anzi no, un folletto della Grigna mi confidò che il cielo aveva bisogno di una
nuova stella e Sara doveva svolgere questo importante compito.
Sara difatti vive ancora nei nostri ricordi.
La Torre Vitali è una sommità slanciata ed elegante alta un centinaio di metri che “protegge” la vicina Piramide Casati.
La Torre Vitali è una sommità slanciata ed elegante alta un centinaio di metri che “protegge” la vicina Piramide Casati.
C’è una bella via tra il IV° e il V° grado [IV°+ per la precisione ma su roccia
abbastanza delicata] che percorre la parete forse più selvaggia di questa
torre: la via Sara.
Spontaneamente il nostro pensiero è volato in cielo e la dedica è sorta
spontanea; una via che sale verso il paradiso, la Via Sara, dedicata al sorriso
di Sara.
L’avvicinamento alla via, esposizione S-W, si effettua seguendo il sentiero n°
10 ma prima di voltare in Val Scarettone bisogna spostarsi a destra, risalire
un canalino roccioso con cavo metallico, e traversare a destra su cenge esposte
(attenzione!!!). In leggera discesa si giunge alla base della parete; l’avvicinamento
è in comune con le vie della parete N-W della Piramide Casati. La discesa in
corda doppia, 25-30 metri, si effettua dal versante opposto di salita fino alla
Forcella Casati-Civetta.
Nonostante sia stata una giornata per certi versi "strana", se leggete l'intero resoconto ne saprete il motivo, abbiamo deciso di lasciare le didascalie in tono scherzoso per due motivi:
perché per noi scalare rappresenta un gioco (da affrontare con la giusta
attenzione) e poi perché Sara era una ragazza radiosa perciò siamo certi che
grazie a questo album il suo volto angelico si illuminerà di un bel sorriso.
Credo nel fato e sono pressoché certo che sia stato il forte temporale a
portarci verso quella via di salita.
Hey Sara, guarda che quaggiù non ci siamo scordati di te!
Aga e Filippo
Aga e Filippo
Una mattinata a dir poco spettacolare.
Dal Colle Garibaldi ecco il poggio del Rosalba!.
La bella e verticale linea di "Sara"; una scala che sale dritta in direzione del cielo...
Cominciano le danze.
Il primo tiro ci fa subito capire che la via sarà abbastanza delicata...
"Finalmente una nicchia e li vicino un’impronta umana; una scritta azzurra su di un masso: Sara”...
Il "mezz'ombroso" Colle Garibaldi catturato poco sopra l'inizio di Sara...
Inserito il gettone... il gioco è cominciato.
Subito un bel IV°+ da tastare con giusto piglio!
All'uscita del tratto bastardo... finalmente la roccia s'appoggia un attimo.
Chi cerca poi... trova!
Alle nostre spalle... il paradiso!
Il secondo "tirello" è più verticale del "primello"!
Le misteriose pareti della Piramide Casati dominano questa porzione di Grignetta a dir poco grandiosa...
Eccèèèrto!
C'è qualcuno in vetta al Cecilia.
Anche oggi vale l'idea che se ci urlavamo gli indirizzi mail potevamo scambiarci ottimi scatti fotografici!
In fase di studio traversino all'inizio del terzo tiro...
Superato il traversino risaliamo uno spigolo farcito di roccia un po' troppo schifosetta.
Esposizione a manetta!
Al termine dello spigolo malefico è meglio non voltarsi!
Torre Costanza e Mongolfiera.
Belle e... impossibili.
Oddio la Costanza è stata possibile, vedi post precedente a questo!
Immerso in un festival di colori Filippo si prepara per l'ultimo tiro.
Pure questo un po' troppo "mobile"!
Spunta un puntino arancione dal monte!
A tre quarti di via la cresta s'abbatte regalandoci un colpo d'occhio sublime...
Torrione Palma dirimpetto; in basso sulla destra spunta "la Civetta" mentre i Moraschini sono a sinistra con dietro parte della cresta Segantini e la vetta della Grignetta!
Giunti in vetta alla Torre Vitali succede un fatto al quale non avremmo mai voluto assistere.
Dopo aver sentito partire una forte scarica di sassi dalla Cresta Segantini chiare voci dicono di chiamare subito il 118.
Nemmeno dieci minuti ed ecco comparire l'elisoccorso.
Restiamo attoniti...
Restiamo attoniti...
Nel frattempo scattiamo qualche foto di ricordo della vetta...
L'elisoccorso è proprio sopra di noi e facciamo segno che è tutto ok (oggi siamo protetti da un angelo).
Pochi secondi e sarà sulla cresta Segantini.
Purtroppo una persona che stava percorrendo la cresta senza l'ausilio della corda è precipitata in Val Scarettone perdendo la vita.
Prima di preparare la doppia per la discesa restiamo almeno 10 minuti in silenzio...
Il Grignone così come appare dalla Torre Vitali...
Filippo silenzioso lancia uno sguardo al Rosalba...
Decidiamo di calarci dopo dieci minuti di silenzio assoluto.
L'elisoccorso se n'è andato; i pensieri no...
Il mondo della Grigna visto dalla Torre Vitali.
Compongo una veloce panoramica verso N-W.
Compongo una veloce panoramica verso N-W.
In basso a sinistra è visibile il "Rosalbino"!
Impegnato durante la discesa a corda doppia...
Non c'è il temporale ma il rientro sarà comunque ricco di riflessioni.
Salutiamo la via, libriamo il ricordo.
Salutiamo la via, libriamo il ricordo.
Ciao Sara...
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