mercoledì 18 aprile 2018

Monte Toro - SkiAlp

“Bella montagna panoramica, che, posta tra i due passi di Valcervia e di Dordona, domina a Sud-Est la conca di Foppolo. Oltre alle due creste che scendono ai passi suddetti, ne presenta altre due: la Sud-Ovest in direzione di Foppolo e la Nord che scende sul Passo di Valbona. La Pala rivolta in direzione Nord-Est, che lentamente digrada nella pittoresca Valmadre, offre una delle sciate più entusiasmanti di tutte le Alpi Orobie Occidentali”.





Questo aprile 2018 non smette più di stupirmi!
Andrea da parecchio tempo era al corrente che, soprattutto durante quest’ultimo periodo, il mio cruccio portava un sol nome: Monte Toro.
Con gli sci!
D’altronde pratico lo sci alpinismo da pochi anni e molte salite considerate classiche ancora mancano all’appello. È pur vero che durante le ultime tre stagioni fredde di soddisfazioni me ne sono tolte e… pure molte; ma il richiamo del Monte Toro è sempre stato forte.
Durante lo svolgimento del progetto dedicato allo “Scrigno” avevo percorso tutte e quattro le creste menzionate nella descrizione iniziale ma il desiderio di “firmare” l’elegante pala che guarda in direzione Nord-Est troppo spesso aveva tormentato la mia voglia di "conquista".
L’inverno 2017-2018 verrà inoltre ricordato come uno dei più nevosi degli ultimi anni e pure la primavera è stata all’insegna delle nevicate copiose; sinceramente non ricordo un bollettino nivologico primaverile attestato tra il rischio alto e forte per così tanti giorni consecutivi.
Pericolo 4 (forte) perciò che si fa?
All'epoca del corso dedicato allo sci alpinismo, l’SA1, gli istruttori m’hanno insegnato che le gite scialpinistiche con grado 4 dovrebbero essere evitate o per lo meno ben ponderate anche se la valutazione vera e propria andrebbe comunque fatta in loco. Non dimentichiamoci che moltissime vallecole godono di un proprio micro clima che nella migliore delle ipotesi potrebbe giovare alla neve rendendola abbastanza sicura.
Da qui l’idea di recarci a Foppolo per toccare con mano le condizioni della montagna.
Andrea [d’altronde] da parecchio tempo era al corrente che, soprattutto durante quest’ultimo periodo, il mio cruccio portava un sol nome: Monte Toro!
Perciò giunti a Foppolo e dopo aver appurato che “il Theo” aveva dimenticato a casa le scarpette interne degli scarponi (Theo ti avrei ucciso) abbiamo iniziato a far “cantare” le pelli in direzione del Passo di Dordona.
Per raggiungere lo storico valico la scelta è stata riservata all’itinerario più sicuro evitando pertanto la salita usuale che raggiunge e segue la strada posta alle pendici del Monte Toro. In pratica abbiamo risalito il lato orografico destro della valle evitando il lato sinistro pericoloso in quanto soggetto a scariche (la strada che sale al valico è in ogni modo sepolta e nascosta dalla grande quantità di neve).
Al Passo di Dordona, luogo dove c’eravamo imposti una prima e critica valutazione delle condizioni… non vi dico la bellezza del colpo d’occhio che potrete ammirare grazie al book fotografico, ci siamo resi conto che la situazione era ottimale.
Per non dire fantastica!
Vista la presenza dei grossi accumuli di neve abbiamo evitato la Cresta Ovest scendendo e sciando per 300/400 metri la pittoresca Valmadre, o Val Madre se meglio preferite, raggiungibile anche da Fusine in provincia di Sondrio.
Con un breve traverso verso destra, faccia a valle, abbiamo superato una zona spettacolare formata da blocchi di ghiaccio e buchi giganteschi propri di un ghiacciaio delle Alpi e ci siamo infilati in un canale culminante alla minuta piana, che definire fiabesca non renderebbe comunque l’idea, dove sorge la Baita del Pioder (2062 m).
Un ripido canalino risalito grazie ad un milione (!) di inversioni successivamente c’ha consegnato la bellissima distesa del Pioder dopodiché senza itinerario obbligato e raggiunta la Cresta Nord del Monte Toro, immersi in un ambiente stratosferico, la vetta s'è mostrata con un colpo d’occhio più unico che raro.
Ve lo sussurro ma credo che questa sia stata una delle più belle uscite che abbia mai fatto tra le braccia dell’Orobia più severa e selvaggia!
Avevo un cruccio e me lo sono tolto.
 Circondato dal tripudio della bellezza.
Grazie Andrea!


Per salire al Passo di Dordona scegliamo il versante opposto della strada; troppo pericoloso salire dalla via usuale.


Il pericolo è alto e partiamo da Foppolo convinti che sarà soltanto una perlustrazione.


All'apertura del Passo di Dordona. 
Da qui in poi sarà uno spettacolo nello spettacolo!


L'ultima breve piana prima del Passo di Dordona.


Il Passo di Dordona è vestito ancora con l'abito dell'inverno. 
Che spettacolo!


Con un breve traverso verso desta, faccia a valle, abbiamo superato una zona spettacolare formata da blocchi di giaccio e buchi giganteschi propri di un ghiacciaio delle Alpi.


Credetemi, ma certe didascalie fatico a trovarle!


Il ripido canalino prima della piana del Pioder. 
Lassù sarà tutta una meraviglia.


Uno scatto inedito dedicato alla Cima Vallocci.


La piccola e meravigliosa piana dove sorge la Baita Pioder.
Un luogo d'incanto!


La calotta finale; intonsa, meravigliosa e tutta per noi. 
Siamo in paradiso!


Impressionante quello che ha scaricato la Cresta Ovest del Toro. 
E' venuta giù mezza montagna.
Quello che doveva scendere è sceso perciò ci sentiamo più sicuri!


Quei giorni che torni alla macchina con le gambe stanche e gli occhi stracolmi di bellezza.


L'ultimo tratto, molto ripido, diventa il festival delle inversioni.


Tanta fatica = Tanta soddisfazione.
In vetta con gli sci ai piedi; quasi non ci credo. 
In giro ci siamo soltanto io e Andrea!


Le soddisfazioni.
Quelle vere!


Fa troppo caldo e dobbiamo scendere subito. 
Il pericolo è davvero troppo alto. 
Neve stratosferica... le firme attestano il tutto!
:D :P


Libertà.
Di sognare!


Di vallecola in vallecola su pendii semplicemente perfetti.
La polvere crea dipendenza!!!


Nuovamente a Foppolo al termine dell'ennesima giornata da ricordare!



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