Ogni promessa è debito!
Linda abita a Valbrona, un piccolo paese ai piedi dei Corni di Canzo, laddove ogni scarpinata porta quasi sempre ad ammirare uno dei monumenti naturali più belli e particolari del Triangolo Lariano: il Pilastro Maggiore di Corni di Canzo oppure, se meglio preferite, il “Pilastrello”.
Il desiderio di Linda era quello di stringere a sé la piccola croce posta sul Pilastrello e parecchi anni fa ci siamo conosciuti proprio perché io e Filippo, terminato il corso di alpinismo con i Ragni di Lecco, avevamo salito quel piccolo capolavoro della natura posto a mo’ di custode dell’Isola Senza Nome (termine coniato dal buon Davide “Birillo” Valsecchi che dei Corni di Canzo è un grande salitore e conoscitore).
https://www.cima-asso.it/isolasenzanome/wiki/index.php?title=Isola_Senza_Nome
L’Isola Senza Nome, il Pilastro Maggiore e la “Trincea”… insomma un piccolo fazzoletto di terra dov’è possibile vivere l’avventura a chilometro zero.
Il passaggio dalla stagione fredda alla stagione calda inoltre comporta una serie di “rituali” per riprendere confidenza con la roccia ed il Pilastrello sotto questo punto di vista fonde molte qualità: gradi non difficili (III/IV adatti ad un rocciatore scrauso come il sottoscritto), grande esposizione, avvicinamento lungo soprattutto se fatto da Valmadrera, calate a corda doppia adrenaliniche e zero affollamento, condizione essenziale per scalare sereni e tranquilli.
Per chi non ama l’avvicinamento poi la salita da Valbrona sembra fatta ad hoc!
In base al vostro allenamento e/o gradimento il Rifugio SEV potete quindi raggiungerlo da Valmadrera, in un paio di orette, oppure da Valbrona in un’oretta circa.
Per gli itinerari vi rimando direttamente alla pagina del rifugio: http://rifugiosev.it/come-arrivare
L’itinerario.
Dal rifugio si segue il sentiero che transitando sotto le pareti del Corno Centrale raggiunge l’ampia e panoramica cima del Corno Orientale. Il Pilastro Maggiore, o Pilastrello, è facilmente individuabile in quanto durante la percorrenza del segnavia spicca con la sua forma slanciata ed elegante, vedi primo scatto dell'album fotografico.
Per pervenire successivamente alla trincea, un luogo unico che vi consiglio di visitare anche se non volete scalare, giunti ai piedi del pilastro bisogna seguire verso destra un labile sentierino il quale s’addentra ripidamente nella grande crepa che divide il Corno Centrale dal Pilastrello.
L’attacco della via è evidenziato da un grosso chiodo con anello; a dirla tutta conviene iniziare l’ascesa un paio di metri dopo.
Si attacca pertanto la paretina verticale scalando il fianco sinistro di un evidente camino che sale da destra verso sinistra tastando per bene qualsiasi appiglio poiché la qualità della roccia durante questi primi metri non è proprio il massimo (è possibile proteggersi con un friend). Più o meno a metà camino, dove le difficoltà aumentano notevolmente, è giocoforza “spaccare” per uscire verso destra e raggiungere un particolare buco sovrastato da una piccola cengetta che può essere toccata direttamente oppure sfruttando i numerosi appoggi che si trovano poco più in basso sulla destra. Dalla cengetta un chiodo proteggerà il resto del primo tiro che segue verticalmente una paretina solcata da un altro camino; in questo caso ci si può sbizzarrire in base alle proprie capacità salendo diritti fino alla sosta, un po’ più impegnativo, oppure, dopo aver scalato qualche metro sulla verticale del chiodo uscendo a sinistra seguendo una corta fessurina.
Si giunge così sul comodo seppur esposto ballatoio dov’è stata posizionata una sosta catenata con altri due anelloni nascosti allo sguardo giacché spostati sulla sinistra; per il secondo tiro il mio consiglio è di sostare sugli anelloni.
La sosta catenata verrà utilizzata durante la discesa per la seconda calata che approda direttamente in trincea… noi avevamo una corda intera da 60 metri e sinceramente non sapevamo se bastava per un’unica calata dalla vetta alla trincea.
A questo punto vi suggerisco di chinarvi per ammirare i grossi clessidroni che formano un paio di grotte in miniatura estremamente particolari!
Dalla sosta ci si innalza di qualche metro fino allo spigolo posto sulla destra che va scalato appoggiando leggermente sul lato Sud, versante della trincea, chiodo in loco (III/IV), tastando e tirando buone prese seppur nascoste su ottima roccia.
Usciti dallo spigolo conviene fermarsi su un comodo terrazzino contraddistinto dalla presenza di una sosta impreziosita da una piccola Madonnina collocata dagli “Escursionisti Valbronesi” a protezione dei passanti.
Conviene, poiché la vetta del Pilastrello è molto stretta e ci stanno a fatica due persone.
Mancano ormai pochissimi metri per abbracciare la piccola croce che si raggiunge scalando direttamente la placchetta soprastante la sosta, un po’ più impegnativo, oppure tenendosi sullo spigolo di destra.
In vetta recentemente è stato cementato un anellone provvidenziale per la prima calata a corda doppia; qualche anno fa il recupero e la calata si facevano direttamente dalla croce un po’ troppo traballante!
Essendo saliti in tre s’è rivelata più impresa toccare la croce piuttosto che l’ascesa ma… sapete com’è; Linda aveva un desiderio e noi tempo fa avevamo fatto una promessa.
E come recita il proverbio: “ogni promessa è debito”!
P.S. La discesa l’abbiamo compiuta con due calate ripercorrendo la via di salita: la prima dalla croce alla prima sosta e la seconda dalla prima sosta alla trincea!
Sempre bello il Pilastrello visto durante l'avvicinamento; senza ombra di dubbio uno dei monumenti naturali più belli del Triangolo Lariano!
Il primo tiro risale il fianco sinistro di un evidente camino all'interno della "Trincea" dei Corni di Canzo.
Sul secondo tiro si gioca con i minuscoli appigli di uno spigolo decisamente esposto.
Direttamente dal racconto.
"A questo punto vi suggerisco di chinarvi per ammirare i grossi
clessidroni che formano un paio di grotte in miniatura estremamente particolari"!
Il Rifugio SEV immortalato dalla prima sosta.
Linda a sfondo cielo e ormai in cima allo spigolo; anche la meteo quest'oggi è stata clemente!
Poco sotto la vetta compare la piccola e caratteristica Madonnina collocata dagli "Escursionisti Valbronesi".
Il sogno di Linda s'è realizzato!
Questo invece il Rifugio SEV dalla stretta cima del Pilastrello.
Dal balcone qualcuno segue silenziosamente le nostre peripezie.
La prima calata si effettua direttamente dalla piccola croce vetta.
Ci stanno al massimo due persone quassù.
L'esposizione è da cardiopalma ed è altamente consigliato fare i nodi al termine delle corde!
L'esposizione è da cardiopalma ed è altamente consigliato fare i nodi al termine delle corde!
Happiness X 3!
La (s)comoda ma caratteristica calata per tornare nella trincea.
Ci sentiamo osservati da strane sculture naturali!
Ambiente straordinario e come scrivevo nel racconto la trincea vale almeno una visita anche per chi non scala!
Con voi è nato questo piccolo,ma per me grande sogno, e grazie a voi l'ho realizzato!! Giornata che porterò sempre nel cuore!! Grazie di cuore a te e Filippo <3
RispondiEliminaGiornata davvero bellissima! :-)
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