lunedì 4 giugno 2018

Punta di Scais - Canale Bonomi + Camino Baroni

Il tepore della stufa collocata all’interno Capanna Mambretti è ormai un lontano ricordo; ci siamo coricati alle 22.00 e sono quasi le due della mattina successiva. Per non disturbare il sonno di Yuri socchiudo silenziosamente la porta lasciandomela alle spalle per accertare ciò che era dato per scontato; la notte è nuvolosa e il rigelo ha scelto d’abitare altre vallate e altre quote.
Per farla breve è assente!
La gibbosa calante della luna al 92% gioca a nascondino con la lunga costiera delle Sette Cime del Medasc e i grossi nuvoloni carichi di (troppa) umidità.
Un quadretto degno del miglior film di Peter Jackson!
La sveglia “urlerà” tra un’oretta e con ogni probabilità proveremo; la sesta via storica alla Punta di Scais aspetta soltanto noi con un grande punto interrogativo riservato alle condizioni meteo.
Venticinque giorni di pioggia su trentuno… questo maggio è stato un disastro sotto l’aspetto meteorologico e trovare anche solamente una veloce finestra di tregua equivale a cercare un ago nel pagliaio.
Ma oggi siamo al 1° di giugno e, accidenti, la musica non è cambiata.
Anzi, sembra peggiorata!
Maledette previsioni che parlavate d’ottimismo… pure oggi sarà una lotta con l’alpe o meglio il temporale!
La Punta di Scais è sicuramente la vetta alpinisticamente più rappresentativa delle Alpi Orobie ed io, da vero romantico, ne sono letteralmente innamorato. Spesso però la Punta di Scais è stata teatro di gravissimi incidenti che fanno comprendere quanto quest’ascesa non sia assolutamente da sottovalutare.
Come scrivevo pocanzi sono sei le vie storiche che salgono alla Punta di Scais e uno dei miei numerosi progetti/desideri malsani consisteva nel percorrerle tutte.
Abbiamo:
1) La Cresta Sud che dalla Bocchetta di Scais sale all’omonima punta transitando dalla Fetta di Polenta e dal Torrione Curò.
2) La Cresta Nord che dalla Bocchetta Meridionale di Porola ne raggiunge la cima.
3) La via storica per eccellenza ossia il Camino Baroni (versante Sud/Ovest).
4) Il Canale Centrale che dalla valle di Coca sale alle pendici del Torrione Curò per poi spingersi fino in vetta:
http://maurizioagazzi.blogspot.com/2015/12/punta-di-scais-canale-centrale-camino.html
5) La GRANDIOSA Cresta Occidentale altresì denominata “Cresta Corti” il cui racconto lo potete trovare in questo blog:
http://maurizioagazzi.blogspot.com/2014/11/punta-di-scais-cresta-corti.html
6) Il Canale Bonomi che come il Camino Baroni sale dal versante Sud/Ovest.
Ci sarebbero altre vie di stampo minore ma le vie storiche sono senz’ombra di dubbio quelle sopra menzionate.
Per chiudere il grande cerchio mi mancava solo il Canale Bonomi: una salita dal classico piglio “sfasciumoso” altamente sconsigliata durante la stagione estiva ma di pura goduria se percorsa con buona neve.
Da qui l’idea non dello “scavalco” ma bensì dello “scontorno”!
In pratica la salita dal Canale Bonomi e la discesa dal Camino Baroni (vedi primo scatto fotografico).

1°giugno 2018 ore 04:30
Usciamo dalla Capanna Mambretti sperando di trovare il freddo intenso di quell’ormai lontano 2 novembre 2014 dedicato alla Cresta Corti ma veniamo subito delusi; il rigelo non c’è stato e l'alto tasso di umidità non fa presagire nulla di buono.
Decidiamo comunque di salire per dare un’occhiata e decidere di conseguenza, d’altronde l’ascesa alla Punta di Scais non può essere sottovalutata ed anzi dev’essere ben ponderata.
La frontale aiuta nel lungo traverso che dalla Mambretti conduce all’inizio della Vedretta di Scais e lentamente iniziamo a battere traccia sotto un cielo privo di stelle.
Il classico tappeto di… nuvole!
A tre quarti di vedretta l’alba sposa le leggere brume colorando il cielo di rosa; il regalo della giornata per non dire uno dei momenti più belli della mia vita. La natura riserva sempre sorprese di straordinaria bellezza.


Il Canale Bonomi corre quasi parallelo al più conosciuto Camino Baroni perciò l’avvicinamento è facile ed intuitivo; dalla Capanna Mambretti bisogna percorrere la Vedretta di Scais e prima della Schiena del Mulo si sale “alla cazzo” puntando ai profondi canali che solcano la parete Sud/Ovest dello Scais.
Il canale, inoltre, è facilmente individuabile poiché si tratta del primo importante solco posto sulla sinistra (faccia a monte) delle bastionate della Cresta Corti. La prima salita fu opera di Bruno Galli Valerio con la Guida Alpina di Agneda Giovanni Andrea Bonomi il 12 luglio 1894.
Giungiamo pertanto sotto verticale del canale e qui la montagna ci sveglia definitivamente; dopo un forte boato una grossa scarica di sassi si stacca dalle pareti del Torrione Occidentale di Scais giungendo fin sulla vedretta.
Siamo indecisi e molto dubbiosi specialmente per le alte temperature e la neve per nulla portante.
Ogni passo è un delirio e in certi punti si sfonda fino al ginocchio.
E il bello, oppure il brutto decidete voi, deve ancora venire!
Terminato un veloce briefing decidiamo di tentare.
Saliremo i primi metri per valutare meglio la situazione.
Attacchiamo quindi un roccione liscio, ripido e levigato con difficoltà neppure troppo banali (III+) che ci consegna il pendio nevoso soprastante la vedretta e qui, ahimè, la neve risulta peggiore di quella calpestata sulla vedretta.
Decidiamo di sferrare un ultimo tentativo alzando il rischio di “lapidazione” percorrendo la rigola che conduce dritta per dritta all’imbocco del canale.
La neve risulta (finalmente) ottima e soltanto un ponte sospeso su una profonda fessura richiede passo leggero e… culo!
Il canale è bello, facile e per certi versi divertente seppur un tratto ormai scoperto richieda la “normale dotazione di imprecazioni”. Sono una ventina/trentina di metri di III ma marcio da fare schifo!
L’uscita è un delirio; si sprofonda fin oltre il ginocchio e ogni singolo passo sollecita un mezzo infarto. Abbiamo capito che da qui non torneremo… o meglio si riesce a scendere ma bisogna tribolare e non poco.
Il canale “termina al termine” della Cresta Corti laddove la vetta forma la cuspide sommitale decisamente verticale ma elegante dunque di bell’aspetto. Normalmente questa paretina di una decina/quindicina di metri può essere aggirata sulla destra per poi salire un canale/camino abbastanza facile ma oggi la neve non porta neppure un ermellino perciò… bisogna scalarla.
Le nebbie fanno capolino un po’ dappertutto mitigando i profondi nonché riluttanti canali tipici dell’Orobia più profonda e selvaggia; la paretina è breve ma umida e viscida quel tanto che basta per farmi "godere" una seconda volta (IV?).
Le croci di vetta (ma c’era proprio bisogno di metterne un’altra?) sono ormai amiche e ci accolgono con un’atmosfera che definire spettrale non renderebbe comunque l’idea.
Che felicità… che soddisfazione!
Mi mancava una Punta di Scais con queste condizioni, massì diciamolo, quasi intime.
Abbiamo soltanto due minuti da dedicare a qualche scatto fotografico e per tirare il fiato trascorsi i quali decidiamo di scendere dalla parte opposta per “scontornare” la vetta per eccellenza delle Alpi Orobie.
La neve è ormai impraticabile perciò dovremo essere velocissimi: una doppia, la seconda, la terza, la quarta e poi giù a mille all’ora con il culo a valle per rischiare il meno possibile.
Vi metto in guardia: se decidete di salire dal Camino Baroni prestate attenzione ai grossi buchi che si sono formati poco prima dell’attacco. Con questa neve non portante possono risultare davvero pericolosi.
Giunti nuovamente sulla vedretta lancio uno sguardo all’orologio scoprendo che… la velocità spesso è sinonimo di sicurezza.
Abbiamo fatto un mezzo record!
E’ ancora prestissimo, non sono ancora le 08:00, ma il cielo prepara già l’ennesimo temporale: il “primo della giornata e siamo solo al primo di giugno”.
Si (ri)comincia bene… penso tra me e me.
Il rientro alla Mambretti l’abbiamo fatto di corsa col sorriso dipinto sulle labbra!
Chi la dura la vince e noi… anzi la montagna ha vinto lasciandoci salire e omaggiandoci del suo abbraccio.
Freddo e umido, per non dire freddissimo e umidissimo, ma pur sempre d’abbraccio si tratta.
Dedico l’ultimo scatto alla bella Madonnina della Capanna Mambretti e faccio una promessa: ci rivedremo presto posto meraviglioso!
Con me Yuri “el Parimba”.

Qualche cenno storico dedicato al Canale Bonomi.
“Dall’ampia conca della Vedretta di Scais, sotto il suo più elevato gradone, si va verso il N e si risale il pendio di sfasciumi, al principio di stagione con larghe chiazze di neve.
Tenendosi in seguito a sinistra, si supera un pendio roccioso e si raggiunge lo sbocco del canale dominato dalle bastionate protese dalla Cresta Corti. S’imbocca il canale e se ne risale la prima metà arrampicandosi sul fondo e nei pressi immediati, poi si procede sulle rocce della sua sponda sinistra e si arriva alla cresta, in corrispondenza di una prima dorsale di rottami.
Per lo spigolo o per una fessura sul lato meridionale, con arrampicata un po’ dura si giunge sulla sommità (ore 4 dal Rifugio Mambretti, ore 3 dal Rifugio della Brunone).
Questo itinerario è abitualmente percorso in salita, mentre per la discesa è preferita la via Baroni; al principio di stagione i due itinerari possono essere ostacolati dal permanere della neve nei canali”.


Da un mio vecchio scatto estivo fatto dal Pizzo della Brunone la Punta di Scais e il nostro "scontorno".
Rossa Bonomi mentre verde Baroni.


Partiamo da Agneda con il brutto tempo e purtroppo sarà così per il resto dell'avventura.


Senz'ombra di dubbio il posto più bello delle Alpi Orobie.
Garantito!


Anche al tramonto il cielo resta imbronciato. 
Non è un buon segno e il vento soffia da Sud. 
Troppa umidità nell'aria; troppi giorni di pioggia.


Durante l'alba il contrasto del sole con la nebbia dipinge il cielo di un rosa intenso. 
Che spettacolo!


Dopo un briefing veloce decidiamo di tentare valutando durante la prima parte di salita.


Alle spalle la costiera del Pizzo della Brunone e i diavoli nelle nebbie.


Il canale è bello, facile e per certi versi divertente seppur un tratto ormai scoperto richieda la “normale dotazione di imprecazioni”. 
Sono una ventina/trentina di metri di III ma marcio da fare schifo!


Superato il saltello uno sguardo verso il basso. 
La neve è al limite e bisogna uscire velocissimi.


All'uscita ci accoglie un'atmosfera tipicamente paradisiaca.


La paretina finale fotografata un paio di anni fa durante la percorrenza della Cresta Corti.
L'ho messa per farvi capire dove si sale.


Torniamo al presente. 
La cuspide finale; dovremo scalarla senza poterla aggirare per la cattiva qualità della neve.


Le nebbie fanno capolino un po’ dappertutto mitigando i profondi nonché riluttanti canali tipici dell’Orobia più profonda e selvaggia; la paretina è breve ma umida e viscida quel tanto che basta per farmi "godere" una seconda volta (IV?).


Vetta! 
La sesta e ultima via storica è stata salita.
Purtroppo bisogna scendere immediatamente.


Poco prima dell'inizio del festival delle corde doppie.


Giù, a salti.
Tutto d'un fiato e senza pensarci molto!


Yuri impegnato sulla paretina poco sopra l'uscita del Camino Baroni.


La seconda calata direttamente nel Camino Baroni. 
C'è ancora molta neve... peccato faccia cagare!


La neve troppo pericolosa ci obbliga a scendere in doppia fin dove si riesce.


 Sotto i piedi di Yuri si aprono voragini impressionanti.
Con queste condizioni sconsiglio vivamente la salita dal Camino Baroni.


Nuovamente alla Capanna Mambretti.
Arrivederci posto meraviglioso!


Transito dal Lago di Scais quest'anno stracolmo di acqua (e ci mancherebbe).
Con gli occhi soddisfatti e colmi di bellezza!
Avevamo chiuso la stagione del 2017 con la percorrenza integrale della Cresta Sud/Est del Pizzo di Scotes e apriamo la stagione del 2018 con lo "scontorno" della Punta di Scais. 

Non male direi!


2 commenti:

  1. Complimenti è sempre un piacere leggere i tuoi post. Però non ti invidio per nulla, troppo pericolo per i miei gusti. Grande Aga 🔝

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