“Bellissima montagna dalle forme armoniche di piramide regolare con
quattro creste e quattro pareti ben individuate, punto estremo di connessione
delle Valli Seriana e Brembana, innestata alla cresta principale per il suo
spigolo settentrionale.
Per la sua posizione isolata ed estranea alla catena, gode di un amplissimo giro d’orizzonte.
La via di accesso abituale, facilissima, è molto frequentata; le pareti e le creste offrono itinerari interessanti e a volte difficili.
La cresta meridionale si solleva nella sua parte inferiore con una piccola ed elegante piramide dalle forme che ricordano il Pizzo, conosciuta col nome di… il Diavolino.
Con questo nome è normalmente nota la piccola e raffinata piramide che sorge immediatamente a SSE del Pizzo del Diavolo, alla cui cresta meridionale si può quasi ritenere appartenga.
Il Diavolino costituisce il pilastro settentrionale del Passo di Valsecca e il suo nome deriva dalla somiglianza di forma con il vicino maggiore e noto monte, talvolta però si è equivocato, chiamando questa elevazione col nome di Tendina, nome, questo, dei modesti denti che sorgono piuttosto lontani in basso, a oriente, sulla sponda sinistra della Valsecca”.
Per la sua posizione isolata ed estranea alla catena, gode di un amplissimo giro d’orizzonte.
La via di accesso abituale, facilissima, è molto frequentata; le pareti e le creste offrono itinerari interessanti e a volte difficili.
La cresta meridionale si solleva nella sua parte inferiore con una piccola ed elegante piramide dalle forme che ricordano il Pizzo, conosciuta col nome di… il Diavolino.
Con questo nome è normalmente nota la piccola e raffinata piramide che sorge immediatamente a SSE del Pizzo del Diavolo, alla cui cresta meridionale si può quasi ritenere appartenga.
Il Diavolino costituisce il pilastro settentrionale del Passo di Valsecca e il suo nome deriva dalla somiglianza di forma con il vicino maggiore e noto monte, talvolta però si è equivocato, chiamando questa elevazione col nome di Tendina, nome, questo, dei modesti denti che sorgono piuttosto lontani in basso, a oriente, sulla sponda sinistra della Valsecca”.
09
ottobre 2018
Le ottobrate solitarie e inaspettate mi son sempre piaciute; parto da casa alle 04:00 senza una meta precisa e l’idea mi viene sussurrata dal freddo abbraccio della notte!
La stagione appena trascorsa è stata inoltre una delle più fruttuose degli ultimi anni in quanto contrassegnata da poche ma buone, per non dire ottime, ascese.
La Traversata delle 6 Cime, indubbiamente la ciliegina della grande torta dedicata alle Alpi Orobie, lo Spigolo Nord del Monte Corte, la Via Messa con lo Spigolo Ovest alla Cima di Caronno, la parete Sud della Cima di Ponteranica Occidentale, il Canale Bonomi alla Punta di Scais, la via “Fior di Montagna” alla Cima di Pescegallo e lo Spigolo Sud al Pizzo di Coca, sono tutti (piccoli e grandi) viaggi che conserverò tra i ricordi più belli.
Tuttavia c’è una cavalcata considerata una super classica delle Alpi Orobie, la traversata che unisce il Diavolino al Diavolo di Tenda, che volevo percorrere da solo per chiudere in bellezza questa stagione indimenticabile e, siccome il sottoscritto è stato concepito al contrario (!), l’idea di “ribaltare” i Diavoli è nata spontanea: non salire da Diavolino quindi ma… scendere.
In poche parole: la traversata dei Diavoli fatta in senso inverso!
Ebbene posso dirvelo?
Mi sono divertito un casino!
Tralascio l’itinerario poiché ultimamente la traversata è stata bollata, in pratica hanno annientato la componente avventurosa della cavalcata orobica per eccellenza… ma ce n’era proprio bisogno?!?!?, mettendovi in guardia sulla grande esposizione “godibile” nei tratti di discesa dal Diavolo alla breccia posta tra le due cime e dal Diavolino al Passo di Valsecca (scendendo i bolli risultano quasi invisibili perciò potete divertirvi cercando il passaggio più idoneo alle vostre capacità).
Non è difficile, bisogna sapersi muovere su una tipologia di terreno prettamente orobico con passi di II grado spesso da disarrampicare, ma è assolutamente vietato sbagliare!
Partito col buio da Carona e rientrato con gli occhi pieni di bellezza… speranzoso che la “dama bianca” torni presto a vestire le belle Orobie col suo candido vestito.
Ne abbiamo (hanno) bisogno!
Le ottobrate solitarie e inaspettate mi son sempre piaciute; parto da casa alle 04:00 senza una meta precisa e l’idea mi viene sussurrata dal freddo abbraccio della notte!
La stagione appena trascorsa è stata inoltre una delle più fruttuose degli ultimi anni in quanto contrassegnata da poche ma buone, per non dire ottime, ascese.
La Traversata delle 6 Cime, indubbiamente la ciliegina della grande torta dedicata alle Alpi Orobie, lo Spigolo Nord del Monte Corte, la Via Messa con lo Spigolo Ovest alla Cima di Caronno, la parete Sud della Cima di Ponteranica Occidentale, il Canale Bonomi alla Punta di Scais, la via “Fior di Montagna” alla Cima di Pescegallo e lo Spigolo Sud al Pizzo di Coca, sono tutti (piccoli e grandi) viaggi che conserverò tra i ricordi più belli.
Tuttavia c’è una cavalcata considerata una super classica delle Alpi Orobie, la traversata che unisce il Diavolino al Diavolo di Tenda, che volevo percorrere da solo per chiudere in bellezza questa stagione indimenticabile e, siccome il sottoscritto è stato concepito al contrario (!), l’idea di “ribaltare” i Diavoli è nata spontanea: non salire da Diavolino quindi ma… scendere.
In poche parole: la traversata dei Diavoli fatta in senso inverso!
Ebbene posso dirvelo?
Mi sono divertito un casino!
Tralascio l’itinerario poiché ultimamente la traversata è stata bollata, in pratica hanno annientato la componente avventurosa della cavalcata orobica per eccellenza… ma ce n’era proprio bisogno?!?!?, mettendovi in guardia sulla grande esposizione “godibile” nei tratti di discesa dal Diavolo alla breccia posta tra le due cime e dal Diavolino al Passo di Valsecca (scendendo i bolli risultano quasi invisibili perciò potete divertirvi cercando il passaggio più idoneo alle vostre capacità).
Non è difficile, bisogna sapersi muovere su una tipologia di terreno prettamente orobico con passi di II grado spesso da disarrampicare, ma è assolutamente vietato sbagliare!
Partito col buio da Carona e rientrato con gli occhi pieni di bellezza… speranzoso che la “dama bianca” torni presto a vestire le belle Orobie col suo candido vestito.
Ne abbiamo (hanno) bisogno!
Incamminarsi con la frontale nel buio della notte ha sempre un suo fascino.
D'altronde ormai le giornate sono corte!
D'altronde ormai le giornate sono corte!
Il passaggio a Pagliari nel silenzio più assoluto.
In tutto il giorno non vedrò alcun essere umano!
In tutto il giorno non vedrò alcun essere umano!
I Diavoli durante le prime ore del giorno.
Tratti in rosso: la salita mentre le linee verdi rappresentano la discesa.
Tratti in rosso: la salita mentre le linee verdi rappresentano la discesa.
Un Rifugio Longo stranamente silenzioso.
La (a)tipica forma del Pizzo Rondenino; quest'estate sono stato anche lassù!
Appena in tempo per godermi il panorama!
E' incredibile come a metà ottobre le giornate abbiano ancora connotati tipicamente estivi.
Subbuglio InDiavolato!
La prima parte di discesa dal Diavolo è molto facile.
Che il divertimento abbia inizio!
Che il divertimento abbia inizio!
Finestra sulla Val Camisana.
Tratto un po' ostico della discesa alla breccia tra Diavolo e Diavolino.
Spettacolare il "Diavolone" dal Diavolino.
Arrivo da lassù!
Giunto sul Diavolino una breve schiarita mi regala uno scorcio insperato.
La fortuna, ogni tanto, aiuta gli audaci!
La fortuna, ogni tanto, aiuta gli audaci!
Quante avventure, quanti chilometri e soprattutto quante emozioni.
Raccontarle tutte sarebbe quasi impossibile, ma l’importante è averle vissute insieme.
Sono stati tre anni intensi e voi siete state compagne meravigliose.
Sicure.
Oggi abbiamo percorso uno dei nostri ultimi “viaggi” che, come molti del resto, ricorderemo per parecchio tempo.
Spero abbiate degne sostitute perché come recitava una frase di Forrest Gump: “mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose, dove va, cosa fa e dove è stata”.
A vedere come sono "sfatte" le mie, e dopo 3 risuolature, si capiscono molte cose!
Un breve tributo alle mie scarpe... anzi compagne d'avventura è d'obbligo.
Sono stati tre anni intensi e voi siete state compagne meravigliose.
Sicure.
Oggi abbiamo percorso uno dei nostri ultimi “viaggi” che, come molti del resto, ricorderemo per parecchio tempo.
Spero abbiate degne sostitute perché come recitava una frase di Forrest Gump: “mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose, dove va, cosa fa e dove è stata”.
A vedere come sono "sfatte" le mie, e dopo 3 risuolature, si capiscono molte cose!
Un breve tributo alle mie scarpe... anzi compagne d'avventura è d'obbligo.
La prima parte della discesa dal Diavolino è parecchio esposta e richiede molta cura ed attenzione!
Uno sgurado verso l'alto. Il cielo è tornato blu.
Per pochissimo tempo.
Il guardiano del Pizzo Tendina.
Alla piana di Valsecca il momento migliore dei Diavoli.
Ma anche in questo caso durerà poco!
Spero di leggere ancora tante tue avventure. Un grosso abbraccio e complimenti vivissimi
RispondiEliminaGrazie! :-)
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