giovedì 25 ottobre 2018

Monte Valletto - Spigolo Nord

Unire l’utile al dilettevole.
Nel corso dei miei progetti questa frase ha spesso scandito l’essenza della grande (ri)scoperta dedicata alle Alpi Orobie.
L’utile: da quasi 10 anni è diventata consuetudine la giornata Unicef organizzata in collaborazione con il CAI Alta Valle Brembana. In pratica verso fine settembre guidiamo a scopo didattico circa cinquecento ragazzini, in alcune annate ne abbiamo avuti anche mille (!), nei dintorni del Passo San Marco.
Terminata la giornata tutti i ragazzini firmano un bandierone gigantesco che in seguito viene simbolicamente posato sulla di una vetta ogni anno diversa. Ebbene quest’anno la scelta è ricaduta sul Monte Valletto: “sorge a Sud-Est del Monte Ponteranica Centrale e da esso si dirama una costiera che, dopo essersi distesa nei Piani dell’Avaro, separa la Val Mora dalla Val di Salmurano.
La cima si presenta con una bella parete Nord-Ovest e piomba ad Est con un accidentato versante, munito di contrafforti e di torrioni, che dominano la conca dei Laghi di Ponteranica. Sulla denominazione vi è una grande confusione perché dai valligiani la cima viene indicata talvolta come Monte Ponteranica, mentre il toponimo di Monte Valletto viene dato alla Quota 2269, sua spalla occidentale”.
Dopo aver raccontato l’utile passiamo al dilettevole.
Notoriamente e per difetto della sua natura prettamente bucolica il gruppo del Ponteranica non offre molte opportunità alpinistiche. A tal proposito vi dono in anteprima l’introduzione dedicata al sopracitato gruppo che, speriamo, prima o poi verrà pubblicata nel mio secondo libro.

“Tra il Passo di San Marco e il Passo di Salmurano si origina il piccolo gruppo del Ponteranica formato dalle aspre e omonime cime e dal peculiare roccione del Monte Valletto, gendarme silenzioso sorvegliato da due torri ardite e slanciate: il Torrione Innominato e il Torrione Pasquini.
Come tutti i gruppi delle Alpi Orobie anche quello del Ponteranica è costituito da cospicui contrafforti che si spingono in direzione Nord separando la Valle del Bitto d’Albaredo dalla Valle di Bomino e dalla Valle del Bitto di Gerola.
Le vette più alte sono quelle più visitate mentre il resto dell’insieme è composto prevalentemente da sommità dal sapore più escursionistico che alpinistico.
Si parte con la larga cima del Monte Verrobbio seguita dal dorsone tondeggiante del Monte Colombarolo per poi continuare con le tre vette del Ponteranica: Orientale (2378 metri), Centrale (2372 metri), Occidentale (2370 metri, spostata verso Nord), la Cima di Pescegallo e il Monte Valletto (anticamente denominato Cima di Salmurano).
Tra i contrafforti settentrionali degni di menzione troviamo quello che si distacca dal Monte Verrobbio verso il Pizzo di Valcarnera, il Dosso Cavallo e il Pizzo Berro e quello che prende origine dal Monte Ponteranica Orientale, formando la Cima di Larice e la Motta.
 La parte meridionale è invece formata da alcune cime modeste come il Triòmen e il Mincucco le quali si affacciano sull’assolata conca dei laghetti di Ponteranica”.
Uno degli obiettivi del 2018 è stato riscoprire questi piccoli angoli (di paradiso) ai più sconosciuti pertanto l’equazione è sorta spontanea: raggiungere la vetta del Valletto dallo Spigolo Nord per poi posare la bandiera Unicef con gli amici del CAI Alta Valle Brembana.
Il tutto con la preziosa collaborazione di Filippo.
21 ottobre 2018
Parcheggiata PandOrobica ai piani dell’Avaro ci incamminiamo assonnati in direzione della Bocchetta del Triomèn (sentiero 109A). Il sussulto, ma forse sarebbe meglio scrivere la sveglia, sarà scandita ancora una volta da un’aurora che definire stre.pi.to.sa. non renderebbe comunque l’idea.
Giunti alla Bocchetta del Triomèn senza abbassarci troppo tagliamo i pendii della Quota 2309, per alcuni denominata Monte Tribortoi, giungendo alle pendici del Monte Valletto dove si presentano due possibilità: salire direttamente all’attacco dello spigolo sfruttando un ripido pendio erboso oppure, dopo aver raggiunto la seconda breccia che si apre alla destra dello spigolo… quella successiva al ripido pendio erboso, scollinare in Val Gerola per una cinquantina di metri e successivamente montare una caratteristica “gradinata rocciosa” culminante all’attacco dello Spigolo Nord.
Una delle peculiarità del Monte Valletto è rappresentata dalla base del versante Nord costituita da una serie di placconate e spalti rocciosi per certi versi unici.
Questa seconda alternativa è indubbiamente più entusiasmante della prima perciò… abbiamo scelto di attaccare lo spigolo da qui.
Giungiamo ai piedi della gradinata rocciosa osservati da un paio di stambecchi che quasi ci lapidano… maledetti bastardi!
Le placconate della gradinata sono facilmente riconoscibili in quanto peculiari e di ottima roccia; salendo noi ci siamo divertiti “un tot” superando il primo saltello sfruttando un muretto alla sua sinistra (II) e poi, dopo esserci spostati sulla destra attraverso una comoda cengia, vincendo un secondo balzo scalando una fessura/camino con uscita in stile atletico (II+?).
Proprio durante questo passo sul display del cellulare compare il nome di Andrea: “dove siete Aga? Noi siamo in cima e se volete vi aspettiamo per la posa della bandiera”!
“Maledizione, rispondo, alla fine abbiamo deciso di attaccare dalle placconate Ovest e non siamo ancora arrivati all’attacco dello spigolo”!
“Non so quanto ci metteremo, continuo, perciò posate pure la bandiera senza noi due”.
Mi sento afflitto e per una delle rarissime volte non riuscirò ad unire l’utile al dilettevole ma la sicurezza, soprattutto quando si percorrono queste vie di stampo pionieristico, dev’essere requisito fondamentale.
Repetita iuvant: la sicurezza è fondamentale!
Ma torniamo a noi.
Il primo ripido pendio alla partenza dello spigolo, per la verità facile e prettamente erboso, lo vinciamo dal versante bergamasco salendo un comodo canaletto seguito dalla prima vera difficoltà della salita: un muretto verticale espostissimo di pessima roccia.
“Ma sei sicuro che si sale da qui?”, esclama Filippo.
Visto che relazioni di questa ascesa ne ho trovate zero sinceramente non lo so, penso tra me e me, ma per tranquillizzarlo utilizzo la (mia solita) tecnica dell’auto convinzione: “certo che si, rispondo, non vedi com’è bella gradonata la parete?”.
Apro una parentesi: l’itinerario di salita allo Spigolo Nord non è menzionato nelle “bibbia” delle Alpi Orobie, ossia quel capolavoro intitolato “Alpi Orobiè” scritto da Saglio, Corti e Credaro e la prima percorrenza appartiene quasi certamente ai fratelli Nino e Santino Calegari (nel 1956).
Chiudo la parentesi.
Dopo aver creato una sosta su friend(s) Filippo fa spallette e parte deciso. Il muretto non è particolarmente impegnativo, pensiamo un buon II con sfumature fin verso il III, ma è verticale e la roccia non lascia spazio ad alcun errore.
Tutto suona sordo, ed ogni appiglio tirato è come sfogliare i petali di una margherita.
 Tiene… non tiene… tiene… non tiene… TIENE!
Siamo convinti che l’instabilità della roccia di questa prima parte sia il verso ostacolo della scalata e difatti il resto sarà goduria allo stato puro.
Proprio in questo istante, a nostra insaputa, veniamo immortalati dal basso dagli amici del CAI Alta Valle Brembana e gli scatti fotografici di Marco racconteranno al meglio l’essenza di questa nuova avventura.
Giunti ad un buon punto di sosta ripartiamo spostandoci leggermente sulla destra salendo per roccia ancora delicata ma tutto sommato gradonata (II); lo spigolo sale sempre logico ed è difficile sbagliare.
Il mio consiglio è di fare due/tre tiri cortissimi per privilegiare una progressione lenta ma sicura.
Da un secondo punto di sosta decidiamo di continuare la percorrenza integrale, non fatevi ingannare da una cengetta erbosa che corre bassa da destra verso sinistra, superando un breve tratto affilatissimo (figata esagerata!) seguito da un muretto di puro sballo orobico!
Gli ultimi metri sono talmente facili e appoggiati che mi rifiuto di descriverli.
Giungiamo in vetta accolti dal silenzio e da tanta, ma proprio tanta, bellezza. L’orizzonte in direzione della pianura è dominato dal mare di nuvole mentre i monti adiacenti sono chiaramente vestiti con l’abito dell’autunno.
Intorno è tutta un’esplosione di colori, sensazioni e profumi.


Sulle ali dell’entusiasmo decidiamo di spingerci fino al Rifugio Benigni dove ad attenderci ci sono i nostri del CAI e con un pizzico d’orgoglio raccontiamo l’ascesa contribuendo, seppur in maniera marginale, alla prosecuzione della giornata dedicata all’Unicef.
Ma si dai; alla fine siamo riusciti ad unire mezzo utile al dilettevole!
:D
Il rientro ai Piani dell’Avaro con lo zaino pesante, per non dire pesantissimo, sarà pura goduria e la sensazione di aver riscoperto un altro d’Orobia ci riempie gli occhi di gioia.
“Con te le Orobie non hanno più segreti”.
Un’ultima frase pronunciata da un escursionista mi apre il cuore; mai e poi mai avrei pensato di raggiungere "vette" tanto ambite!


Il Monte Valletto dal Ponteranica Centrale con la nostra linea di salita.
Da troppo tempo ambivo a quella linea!


Se il buon giorno si vede dal mattino probabilmente sarà un'ottima giornata!


Il Ponteranica con i laghetti omonimi alle prime luci del giorno.


L'esplosione del sole ci sveglia una volta per tutte!
Attimi preziosi per sensazioni indelebili.


La freccia rossa indica la bocchetta utilizzata per scendere in Val Gerola e successivamente risalire dalla "gradinata rocciosa" all'attacco dello spigolo.


All'imbocco della grande gradinata rocciosa.
Questo angolo di Valletto è quasi stupefacente!


Il primo saltello della gradinata lo superiamo appoggiando su un muretto del lato sinistro.
Divertimento allo stato puro.


Alle nostre spalle la Val Gerola d'autunno vestita.


La comoda cengia che porta al secondo salto della gradinata.


Spuntano i Ponteranica Centrale e Occidentale.
Buona parte dell'estate l'ho dedicata alla riscoperta di questo piccolo angolo di paradiso!


La fessura/camino con uscita in stile atletico del secondo saltello.


Torrioncello estetico all'attacco della Cresta-Spigolo Nord.


Sul primo facile risalto a sfondo laghetti di Ponteranica.


Dopo aver creato una sosta su friend(s) Filippo fa spallette e parte deciso. 
Il muretto non è particolarmente impegnativo, pensiamo un buon II con sfumature fin verso il III, ma è dannatamente verticale e la delicatezza della roccia non lascia spazio ad alcun errore.


Più saliamo e più le bellezza prende possesso del tutto!


Un breve risalto verticale prima del punto più affilato dello spigolo.
Non pensavamo di divertirci così tanto!


Ripresi dal basso alle prese con lo Spigolo. 
Foto di Marco Caccia.


L'ennesima finestra inedita di una stagione da ricordare.


Esposizione ne abbiamo?
Più che una cresta sembra proprio uno spigolo; da qui la decisione della denominazione "Spigolo Nord".


Muretto finale che definire splendido non renderebbe comunque l'idea.
Che spettacolo!


Sullo spigolo di sinistra è ben visibile Filippo. 
Foto di Marco Caccia!


 Gli ultimi metri sono sempre i più belli!


Giungiamo in vetta accolti dal silenzio e da tanta, ma proprio tanta, bellezza. 
L’orizzonte in direzione della pianura è dominato dal mare di nuvole mentre i monti adiacenti sono chiaramente vestiti con l’abito dell’autunno.


Da oggi ti guarderò con occhi diversi; felici!


Selfie(sss) da BimbiMinkia (Tanto)³ happy!


 L'ultimo scatto... chissà mai che ci vedremo anche quest'inverno.


A quanto pare nel Week End arriverà la neve e con ogni probabilità questo sarà l'ultimo scatto di un'altra stagione dedicata alle "belle Orobie"!


4 commenti:

  1. Riesci sempre a incantarmi con i tuoi racconti !!! E le foto sono spettacolari !! Un'altra bella avventura dal profumo pionieristico, "mi piace" ;-) Come sempre complimenti a te e Filippo :-*

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