giovedì 3 ottobre 2024

Pizzo Cappuccello + Pizzo Cavrel & Diavolo della Malgina

 

Anche oggi sono “solo con me stesso”, anche oggi gli unici compagni di viaggio saranno metri di dislivello e… bellezza!
L’estate del 2024 la ricorderò anche come la stagione delle traversate solitarie.
 Con la solitudine tutto è più intimo, profondo ma soprattutto amplificato; le paure lasciano spazio al coraggio e la natura si fonde con l’anima.
Il tutto si trasforma in essenza laddove la natura insegna all’essere umano il vero significato del rispetto.
Qualche cenno storico.

“Già erroneamente detto Capponcello, m 2715, deve la sua forma di gigantesco cappuccio che appare dalla bassa valle. Se ne raggiunge la vetta dal piano di Valmorta per il suo lato settentrionale seguendo dapprima l’itinerario della Bocchetta di Cavrel (m 2725 stretta marcata incisione della cresta fra il Pizzo del Diavolo e il Pizzo Cavrel), quindi appoggiando a d. per risalire la china di sfasciumi fino alle brevi rocce sommitali”.

“Il grande pendio che domina sulla d. il lago Artificiale del Barbellino e che ha per sommità il Pizzo Cavrel, m 2825, è pleonastico e non rispondente al significato (da capre!) e all’uso, il di della carta.
Il Cavrel ha forme discrete visto da Valmorta, per la quale sono gli itinerari consigliabili. Visitato assai di rado, dalla vetta si ha una visione assai istruttiva su tutta la corona di vette della conca del Barbellino”.

“Il Pizzo del Diavolo, m 2926, è un cono a forme regolari ed eleganti, soprattutto dal versante valtellinese, determinate dalla regolare orizzontalità dei suoi strati di antichissimi micascisti prepermiani.
Formato dall’incontro di quattro creste, due principali (occidentale e orientale) e due secondarie (meridionale e settentrionale). Dalla vetta si ha un’amplissima vista. Visitato non di rado dal Passo della Malgina.
Già detto impropriamente Pizzo Cavrello".

09-08-2024
Dopo aver letto queste descrizioni punto la sveglia alle 2:00 preparandomi per quella che sarà un’altra giornata indelebile al cospetto dell’Orobia più profonda e selvaggia.
Il piatto forte della giornata sarà un tris di primi impreziositi da due ingredienti: bellezza e riscoperta.
Giunto al rifugio Curò mi sposto velocemente in direzione della Valmorta, la valle “barbellinica” per eccellenza e arrivato al piccolo laghetto basso lascio la traccia e, svoltando verso destra, risalgo i ripidi pendii che portano (dis)agevolmente sulla cresta in vista del Pizzo Cappuccello.
Il crinale non è difficile; solo in alcuni punti richiede un po’ di attenzione in quanto stretto ed esposto.
Un’ultima rampa su di un pendio ripido e detritico mi consegna la panoramica cima del Cappuccello a picco sul lago artificiale del Barbellino quest’anno in ottima forma!
Respiro d’Orobia… respiro d’amore.
Senza colpo ferire scendo dalla cresta opposta e tra saltelli, creste affilate, grande esposizione e roccia spesso marcia abbraccio la piccola croce in legno posta sul Pizzo Cavrel.
Ok… lo so, non è un giro da fare in stile solitario ma, come confessavo pochi giorni ad un amico, certune volte ho bisogno di vivere le Orobie anche in questo modo dove l’intimità diviene parte integrante del tutto.
Il colpo d’occhio del Cavrel, come recita la descrizione sopra scritta, risulta istruttivo sulla corona di vette che cingono la conca del Barbellino.
Resterei ore su questo meraviglioso balcone, ma il giro è ancora lungo e lo spettro del possibile peggioramento metereologico si sta materializzando.
Dalla cima del Cavrel esistono almeno tre possibilità per “conquistare” (le montagne non si conquistano ma si abbracciano 😊… Aga!) il Diavolo della Malgina.
La prima, la più facile, consiste nel tornare alla bocchetta che divide il Cappuccello dal Cavrel e traversando tutta la valle in leggera ascesa intercettare il sentiero che dalla Valmorta porta sulla cima del Diavolo.
Per la seconda possibilità bisogna percorrere tutta la cresta che unisce il Cavrel al Diavolo (un vero e proprio viaggio), un percorso impegnativo che richiede esperienza e attrezzatura adeguata, maurizio agazzi portfolio: Pizzo del Diavolo della Malgina - Cresta Sud (Integrale), mentre la terza opportunità è percorrere un breve tratto della sopracitata cresta ma, giunti alla Bocchetta di Cavrel, si abbandona il crinale per abbassarsi nel versante della Valmorta e “attraverso un traverso” raggiungere i pendii finali del Diavolo.

Avendo già percorso la prima e la seconda ho scelto la terza per rendere ancor più saporito l’odierno tris di primi!
Dalla cima del Cavrel, con attenzione, ho disceso il crinale in direzione del Diavolo (possibilità di fare una breve calata in corda doppia… il chiodo e il cordino che ho messo con Yuri nel 2017 erano ancora presenti nell’agosto del 2024) e, dopo aver superato un “tratto turrito”,  tramite peripezie/funambolismi di vario genere e traversi assai discutibili, ho goduto dell’insolita vista gentilmente offerta dalla Bocchetta del Cavrel che per la cronaca è una “stretta marcata incisione della cresta, fra il Pizzo del Diavolo e il Pizzo Cavrel: anonima sulle carte, se ne propone la razionale dizione”.
Ma quanto sono belle queste Orobie!!!
Successivamente la retta via è da ricercare nel “gradevole marasma d’Orobia”.
In breve: si traversa su ghiaioni fino a toccare la quota 2800 e con percorso non sempre evidente, tra cenge e gande, si arriva nella faticosa conca sotto il Diavolo della Malgina e successivamente, tramite la cresta W, in vetta.
Panorami, fatica, bellezza, soddisfazione tutto rigorosamente da assaporare senza fretta e molta costanza!

Grazie #orobie



Aurora verso sud.
Tutte le mattine dovrebbero iniziare così!


La conca del Barbellino alle prime luci del giorno.
Sono solo con me stesso accompagnato dal silenzio!


Il primo sole bacia e abbraccia il Pizzo di Coca.


Sulla cima del Pizzo Cappuccello!


Sua maestà il "re" delle Alpi Orobie!


Tra Cappuccello e Cavrel una delle finestre più belle delle Alpi Orobie.


Parte alta del Barbellino con lago naturale in bella vista.


La cresta finale (e divertente) al Pizzo di Cavrel.
Molte relazioni la descrivono come impegnativa ma in realtà è abbastanza facile. 
Solo un po' friabile ed esposta.


E' sempre bello arrivare fin quassù!


Il laghetto alto di Malgina quest'anno non si farà vedere. 
Si intravedono i laghetti basso e il Gelt!


Trobio, Gleno e Recastello con i suoi imponenti Corni Neri saliti qualche anno fa.


La più bella prospettiva del Lago Artificiale del Barbellino.


Dopo mille peripezie eccomi finalmente sul Diavolo della Malgina.
La giornata è stata abbastanza impegnativa e la discesa sarà ancora lunga.
Ma che bello!




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