“Nel silenzio della
notte compresi che il Monte è l’altare di una religione sublime; che lassù, ben
alto sulla bruma delle valli, v’è la limpidità delle vette e la lucentezza
delle stelle, e che bisogna salire, salire, incessantemente salire, per
comprendere che v’è pur qualcosa”.
Un
giorno qualsiasi di metà settembre 2015.
“E se non fosse salito mai nessuno su questo torrione?”
Il dubbio, ad esser sinceri, l’abbiamo avuto e in tal senso la “rete” potrebbe
essere rivelatrice.
L’immaginario di un castello spesso richiama le gesta d’una battaglia e difatti è andata pressoché così.
Che sia chiaro però; un piacevole duello con le ormai amiche “rocce nere Orobie”.
Gradi non necessariamente elevati ma roccia che definire pessima non renderebbe
comunque l’idea. E poi un dubbio; lassù neanche uno segno di passaggio umano;
nessuna traccia… alcun chiodo.
Niente di niente.
Mi riesce quasi difficile raccontarvi di questa elegante vetta poiché di
storico non abbiamo trovato nulla. Solamente una piccola cartina riservata al
comprensorio delle Valli di Sant’Antonio, per la precisione siamo nella Val Brandet
di Corteno Golgi, che custodiva due Castel di Picòl: un monte e un… “torrione”?
Ho aggiunto volutamente il punto interrogativo in quanto la sagoma di
quest’ultimo richiama i profili di una piccola fortezza; un minuto castello che
da oggi potremmo nominare “Torrione del Castel di Picòl”.
La guida CAI-TCI a tal proposito menziona solamente il Monte Castel di Picòl
come “la sommità di quel lungo crestone
che s’alza NNO del M. Torsoleto. Da questa altura si staccano due crestoni, uno
diretto a NNO, l’altro a NE (su quest’ultima sorge il Torrione del Castel
di Picòl visibile in questo report), che
separano la V. di Piccolo dalla lunga e selvaggia V. di Lizzia”.
E del Torrione di Castel di Picòl invece?
Nessun richiamo… nessun itinerario.
Nulla.
Niente.
Nisba.
Durante le mie lunghe e solitarie cavalcate nelle valli di Piccolo,
Campovecchio e Brandet avevo osservato questo elegante monolito laddove l’occhio
cercava ripetutamente di individuare una linea di salita; la linea della conquista.
Oddio, più che di conquista direi d’abbraccio visto che ormai il mio rapporto
con l’Orobia è di smisurato panismo.
Trascorsero i giorni.
E poi –finalmente- venne il giorno.
“Ciao Yuri, sai che ho scovato un’altra piccola perla che potremmo ammirare da
vicino?”
Ecco quindi scorrere le lunghissime gallerie della Valcamonica precedute da una
[sonnolenta] partenza alle 02.30 e seguite dal solito lungo avvicinamento
orobico “DOC”.
Per “toccare” le bastionate dell’elegante Torrione occorre partire da S.
Antonio, una piccola frazione di Corteno Golgi raggiungibile dalla strada che
sale all’Aprica, e percorrere la Val Brandet seguendo le indicazioni per il
Lago di Piccolo. Verso quota 2000 si abbandona il sentiero puntando a vista (sinistra)
in direzione della vallecola che racchiude i due piccoli tesori: Il Palone di
Lizzia e il Torrione del Castel di Picòl. Durante la ripida risalita è
praticamente certezza imbattersi in specie faunistiche di rara bellezza
(ermellini, aquile e marmotte sopra tutti).
Giunti in prossimità dei bastioni NON bisogna puntare alla depressione che
separa il Monte (Castel di Picol) dal Torrione (dx) ma risalire un canaletto dirimpetto
al percorso di avvicinamento culminante alla breccia del roccione finale.
Non è di difficile individuazione; serve soltanto un po’ di intuito.
Ho scritto appositamente in maiuscolo “NON” giacché una ipotesi di itinerario
(!!!) menzionava la cresta "W" che -appurato in loco- è
impercorribile per la pessima qualità della roccia.
Su quel crinale, che abbiamo toccato con mano, non vengono giù sassoni ma intere
piode al cospetto d’una esposizione semplicemente paurosa.
Riassunto in quattro lemmi: quella (1) cresta (2) è (3) pericolosissima (4).
La via di salita più logica consiste quindi, come scritto sopra, nel rimontare
un canaletto parecchio friabile posto alle pendici “N-W” del torrione e culminante
alla breccia del roccione finale.
Dalla breccia successivamente si scala una breve paretina seguita da un angusto
canale-camino che termina nei pressi dell’aerea vetta (veramente spettacolare
questo tratto).
Il Monte Castel di Picol fa bella mostra di se mentre le valli di Piccolo e
Lizzia sprigionano bellezza da ogni singola rupe. Grandioso il colpo d’occhio
verso le Alpi Retiche.
Per quanto concerne le difficoltà il canaletto posto ai piedi delle bastionate penso
sia un II° mentre la pioda finale sono pochi metri ma di III°-IV° da scalare
con molta cura per difetto dell’orrenda qualità della roccia.
Ripeto: orrenda.
E’ consigliato salire con qualche chiodo e un bel mazzolino di friend.
Poco sotto la vetta abbiamo lasciato due chiodi con altrettante fettucce
utilizzate per l’esposta calata a corda doppia. Scendere in libera sarebbe
stata una sorta di “roulette russa” con buone possibilità di sconfitta.
Il chiodo messo a protezione della paretina iniziale invece l’abbiamo tolto
durante il rientro; pongo l’accento poiché lo vedrete nell’album fotografico.
In vetta e lungo l’ascesa non v’era nessun riferimento di un eventuale passaggio.
L’assenza di relazioni unita alla cattiva qualità della roccia c’han fatto
supporre che lassù siano arrivate ben poche persone se non addirittura…
nessuno.
Nessuno?
Nel 2015?
Ai “locals” –CAI Aprica sopra tutti- l’ardua sentenza.
Con me, e non poteva essere altrimenti visto il carattere esplorativo e
avventuroso dell’ascesa, “m&m’s” ovvero il maestro di montagna Yuri
“Parimba” Parimbelli.
Da uno scatto fatto un paio d'anni fa dal Piz Svolt l'eleganza del Torrione Castel di Picol...
InfoPoint da una cartina trovata in rete con evidenziati il Torrione Castel di Picol e il Palone di Lizzia.
Il Monte Castel di Picol l'ho salito poco tempo prima, vedi blog: Monte Borga + varie perle di Campovecchio e Brandet"!
Dalla dirimpetta Cima di Forame i due Castel di Picol; monte e torrione con un'esaudiente linea di salita -rossa- al torrione (da evitare la cresta di destra).
La linea bianca serve solamente per evidenziare il torrione...
Dal Bivacco Davide qualche InfoPoint in più tanto per fare un po' di chiarezza.
In questo scatto s'intravede pure il bellissimo lago naturale di Picol.
Sono quindi tre le meravigliose perle di Picol: lago, monte e torrione!
Fase 1.
Dopo attenta osservazione della Cresta "W" decidiamo di abbassarci in cerca di una nuova soluzione.
Pericolosissima la roccia in questo frangente...
Forse ci siamo e propendiamo per un traverso su roccia precaria e risaliamo un erto canalino friabile.
La retta via?!?
Valle di Piccolo e costiera dei monti Forame-Sessa con Passo di Cavalcafiche!
Vallone di Lizzia e la in fondo il Piz Svolt.
Qui abbiamo protetto l'ultimo tratto di salita espostissimo e delicato...
La fessurina finale da affrontare con estrema attenzione.
Traballa tutto e ogni passo dev'essere ponderato!
Ovunque proteggi!
Dalla breccia finale un'altra finestra inedita.
Decisamente per pochi!
Impegnati nei neppure troppo divertenti meandri della fessura-camino finale.
E' severamente vietato toccare... TUTTO mi verrebbe da scrivere!
Sotto attenta osservazione del Monte Castel di Picol...
Gli ultimi metri da tastare con estrema cura...
Molto carino il Palone di Lizzia da questa prospettiva.
Sarà il secondo obiettivo di giornata!
Panoramica dal torrione con Monte Castel di Picòl e Monte Torsoleto...
(Tanto)³ Happy pure quest'oggi.
Il Torrione del Castel di Picol è in saccoccia!!!
Da oggi anche il Torrione Castel di Picol avrà il suo omino!
Alla ricerca del posto meno marcio possibile per creare un ancoraggio.
L'esposizione l'è "mia mal"...
Campanelle di vetta al Castel di Picol...
L'aerea doppia dalla pioda finale.
Scendere in libera sarebbe stata una roulette rossa con buone possibilità di sconfitta e lassù abbiamo lasciato due chiodi con altrettante fettucce.
Alla luce dei fatti posso ammetterlo; in questi ultimi due/tre anni abbiamo un po' riscritto la storia delle Alpi Orobie!
L'unica minuta fenditura che siamo riusciti a sfruttare per buttarci dentro un chiodo -poi recuperato durante il rientro-...
Prima doppia ok.
Ora ricomincerà la dura lotta con l'infido marcio!
Particolare dedicato al Torrione.
Se la roccia non fosse stata tanto brutta si poteva pensare di scendere da li davanti...
Traversini un po' complicati nell'egemonia del Monte Castel di Picol.
La discesa dev'essere affrontata con MOLTA attenzione...
Il Palone di Lizzia dalla vetta del Castel di Picol.
Saliremo anche lassù visto che non c'ho messo mai piede.
La migliore via di salita è quella tracciata in rosso...
Anche il Palone di Lizzia è in saccoccia.
Il GRANDE cerchio si sta chiudendo!!!
Monte + Torrione Castel di Picol dal Palone di Lizzia.
S'intravede il piccolo ometto che abbiamo eretto in vetta!
Transito dal Rifugio Brandet.
Un'altra giornata fantastica e indelebile al cospetto dell'Orobia negletta si sta per concludere.
Questa giornata la ricorderò per un bel po' di tempo e tra non molto saprete il motivo...
Anche questa volta siete riusciti a stupirci ragazzi!!!! Solo voi con il vostro infinito amore per queste rocce nere potete spingervi in luoghi incontaminati......mai toccati prima dall'uomo. Non ci servono documenti per averne la certezza!!! Un'altra bellissima impresa Ambasciatore, complimenti sinceri, un'altra perla portata a casa!!!!!!
RispondiEliminaGrazie carissima, sono... anzi siamo onoratissimi! :-)
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